Provincia a rischio crack. E da ente “inutile” si trasforma in “stipendificio”

Provincia a rischio crack. E da ente “inutile” si trasforma in “stipendificio”

Danila La Torre

Provincia a rischio crack. E da ente “inutile” si trasforma in “stipendificio”

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mercoledì 17 Luglio 2013 - 17:53

Il commissario straordinario Romano ha spiegato che se si riuscirà a chiudere il bilancio si potranno coprire solo le spese per il personale e per le utenze. Tutta colpa dei tagli ai trasferimenti. Da Palermo arriva una notizia clamorosa: i Liberi Consorzi non potranno essere superiori a nove. Che è il numero delle attuali province siciliane. Alla faccia della rivoluzione…

La Provincia Regionale di Messina rischia di fallire ed andare in default, l’obiettivo del commissario straordinario Filippo Romano è quello di provare a salvarla. Innanzitutto chiudendo in pareggio il bilancio, che sarà necessariamente «lacrime e sangue».

Il burocrate mandato dalla Regione per traghettare la Provincia sino al 31 dicembre – quando dovrebbero subentrare i Liberi Consorzi – ha tenuto, in mattinata, la sua prima conferenza stampa sulla situazione economico-finanziaria dell’ente nell’aula del Consiglio provinciale, cioè lì dove solo qualche mese fa sedevano i consiglieri provinciali , “sfrattati” dal Governo e dal Parlamento regionale insieme alle altre figure politiche del presidente e degli assessori in nome di un risparmio che per il momento non sembra incidere sui conti dell’ente, se è vero come è vero che il bilancio non quadra.

«Ci troviamo in una situazione paradossale» ha esordito Romano dinanzi ad una platea composta non solo dai giornalisti ma anche da numerosi dipendenti, dirigenti dell’ente e dai rappresentanti sindacali, spiegando che «i conti sono in ordine ed il bilancio potrebbe essere chiuso tranquillamente, ma che tuttavia i tagli operati dallo Stato e dalla Regione obbligano le Province a vivere senza trasferimenti» .

Negli ultimi tre anni, e cioè dal 2010 al 2013, i contributi statali sono scesi da circa 29 milioni di euro a poco più di 700 mila euro. Un taglio drastico, che impedisce alla Provincia regionale una sopravvivenza serena e ne compromette la stabilità economica. Il commissario straordinario Romano ha aggiunto che se alla fine il documento economico- finanziario ci sarà, servirà soltanto a coprire le spese per il personale, per le utenze e dei fitti passivi. «Per le spese relative alle funzioni esterne – ha detto ancora Romano – ci sono dieci milioni di euro d’avanzo non, ma nelle voci ordinarie di bilancio c’è la cifra zero». La Provincia, dunque, non sarebbe in grado di provvedere all’attività ordinaria ma solo a quella straordinaria attraverso «spese non ripetibili». Un paradosso nel paradosso, che rischia di trasformare la Provincia da ente inutile, come molti lo hanno sempre considerato nonostante le competenze precipue a suo carico, a “stipendificio” in grado solo o quasi di provvedere ai costi del personale (1000 in totale i dipendenti provinciali), che pesa sul bilancio per il 65%.

In conferenza stampa, il l commissario Romano ha ammesso che c’è ed è concreto il rischio dissesto, «che si ha quando le entrate non sono più in grado di coprire le spese». Tuttavia, per sapere come andrà a finire bisognerà attendere due mesi e sperare che nel frattempo la Regione porti a compimento, con apposita legge, quella che sino ad oggi è solo un’intenzione e cioè il «trasferimento della competenza del trasporto dei disabili dalle Province alle Asp. Il servizio costa ogni anno – ha chiarito il funzionario dello Stato – all’ente messinese 4 milioni di euro».

Nel frattempo l’«operazione verità» promessa da Romano è iniziata e contempla anche l’ “assoluzione” della classe politica e dirigente della Provincia che si è succeduta negli ultimi anni. «Qui – ha detto il commissario – non ci sono state cattive gestioni e se anche qualche spesa non coerente con i fini dell’ente è stata fatta non ha intaccato le spese di funzionamento e dei servizi riguardanti strade, scuole e ambiente».

Insomma, per il reggente di Palazzo dei Leoni la casa provinciale è stata ben amministrata. Nonostante i 6 milioni di euro di debiti fuori bilancio che pendono sull’ente, e sui quali anche il commissario ha detto di volerci vedere chiaro, ed i richiami della Corte dei Conti, caduti nel vuoto per mesi se non per anni.

A conclusione dell’incontro con i giornalisti, il commissario ha informato i presenti che nella riunione palermitana con Crocetta, gli assessori competenti, i nove prefetti ed i nove commissari delle altre province è emerso che i Liberi Consorzi non potranno essere superiori a nove. Che è il numero delle attuali province siciliane. E’ la rivoluzione “crocettiana”? Ai posteri l’ardua sentenza… (Danila La Torre)

14 commenti

  1. se ne accorge adesso??

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  2. E fino ad una settimana fa c’erano alcuni pseudo-sindacalisti che chiedevano la “stabilizzazione” (cioè l’assunzione a sbafo) dei precari ed xxxxxxxxx xxxxxx che mi insultavano.
    Ex articolisti a casa, i tempi belli sono finiti.
    Avete finito di campare sulle spalle della collettività.
    E’colpa vostra se la Provincia è sull’orlo del fallimento!!!
    Andata a lavorare!!!!!!!!!!!!!!!!!
    A casaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Giuseppe Vallèra.

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  3. questi politici sono geni ..o sono geni prestati alla politica?
    quattro conti un anno fa li potevo fare pure io, servivano 120 milioni di euro circa per porre in pareggio i bilancio delle 9 province. Se facciamo più di nove consorzi, costano più delle 9 province che andiamo a chiudere. Se chiudo totalmente le 9 province e trasferisco tutto il personale presso regioni e comuni ( il costo a carico del comparto resta invariato quindi non risparmio un fico secco) ci perdo tutte le risorse che lo stato trasferiva agli enti locali.
    Quindi in tutta questa operazione credo che la ragione abbia causato solo perdite di trasferimenti statali nel nostro territorio, concludendo che a soffrirne sarà il territorio STESSO ed il tessuto economico che vi insiste, considerato che per nove province siciliana in odore di chiusura, dalle tasche di tutti noi siciliani mancheranno circa 300 milioni di euro l’anno di moneta sonante, anzi molti di piu’ se consideriamo che il soldo, immesso nel circuito economico, si moltiplica.
    GENIALE DAVVERO !

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  4. +++ è stato mandato da Crocetta per assolvere i personaggi che stanno mandando in fallimento la Provincia Regionale di Messina. Mancu lì cani!
    A proposito di lacrime e sangue, ma non è stato proprio lui a firmare, giorni fa, le determine che innalzavano a dismisura lo stipendio di alcuni funzionari di Palazzo dei Leoni?
    Crocetta e Lombardo sembrano fratelli di sangue. a giudicare gli sprechi a cui stiamo assistendo da quando, ahimè, il PD è entrato a Palazzo d’Orleans, tradendo chi pensava che la “rivoluzione Crocetta” potesse mettere un freno allo stipendificio e allo spreco continuo di risorse finanziare. Se non fosse per lo scandalo della formazione, partito grazie all’input dato da un giornale, di questa rivoluzione ci sarebbero ben poche tracce.
    E i Liberi Consorzi non saranno altro che le vecchie Provincie vestite a nuovo, che quindi manterranno lo stesso status quo.
    VERGOGNA all’ennesima potenza!!!!!!!

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  5. 1000 dipendenti

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  6. Logicamente chi ambisce a risparmiare sulla pelle dei dipendenti pubblici, beh, è meglio che cambi idea, non devono essere toccati (e mai lo saranno fortunatamente), loro non hanno colpe. Si devono intraprendere altre riforme..

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  7. non hanno colpe ahaha

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  8. puzza di bruciato 18 Luglio 2013 09:18

    Sbaglio oppure ho sentito male… sembra che per garantirsi gli stipendi vogliono tagliare i servizi ai disabili… Ma ricevuto egli altri consiglieri che fine hanno fatto, da quando sono finiti i soldi nemmeno l’ombra…..

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  9. Rispondo a Peppe Vallera:
    ce l’hai tanto con i contrattisti ex-articolisti, ma invece di aprire la bocca e darle fiato perchè non ti informi per sapere quanta professionalità abbiano queste persone! Tu, come tanti altri messinesi, sei sempre pronto a puntare il dito contro di noi, ma lo sai che interi uffici comunali sono retti solo da “ex-articolisti” e che se ci mandassero a casa molti uffici rimarrebbero chiusi? E comunque guarda che noi LAVORIAMO sul serio, quindi non dire “andate a lavorare” perchè il nostro lavoro noi lo facciamo e anche molto bene: informati dai vari dirigenti o ex tali! E poi come ti permetti di dire”a casa”, e le povere famiglie che ci sono dietro tutte queste persone vengono a mangiare a casa tua?
    Se non sai con chi prendertela, non alzare il dito contro di noi, ma quando vai a votare metti la croce sul simbolo giusto, pensaci bene!

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  10. Napoleone, pure tu!
    Ma cosa andate dicendo che campiamo sulle spalle della collettività! NOI LAVORIAMO NON RUBIAMO NIENTE! INFORMATI!

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  11. Purtroppo è la solita storia della volpe e l’uva…. La maggior parte di quelli che rema contro i dipendenti pubblici è composta da coloro che hanno partecipato a mille concorsi senza mai vincerli. Capisco l’invidia, che per carità , è un sentimento umano, nei riguardi dei pubblici impiegati che, in una città come Messina, rappresentano quasi una fortunatissima elite… Ma non si risolvono i problemi licenziando gli impiegati (cosa che in Italia, fortunatamente, non avverrà MAI…). Bisogna tagliare altrove… Bye…

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  12. Desidero rispondere al tizio vallera.
    Non so come definirti… ma preferisco non ricanmbiare con la tua stessa moneta, perchè sono una persona seria e civile. Posso confermare, per esperienza personale, di aver avuto a che fare con i precari….ex articolisti o chiamali come vuoi.
    Garantisco che le competenze la disponbilità la serietà nell’assolvere il loro dovere sono di gran lunga molto più alte di chi, come te, sicuramente, gode di un contratto a tempo indeterminato. Basta recarsi la mattina nei bar nelle vicinanze del comune o della regione per poter ammirare tutti questi signori tranquilli che bevono il caffè invece di stare al proprio posto di lavoro, magari coperti dai loro responsabili mentre i precari lavorano anche per loro.
    Mi fai solo simpaticamente ridere, sono certo che sei anche un berlusconiano.

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  13. che rubino o meno poco importa… i dipendenti pubblici sono troppi in base alle risorse.

    bisogna snellire gli uffici e preservare i servizi, questa è la priorità.

    poi viene il resto.

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  14. Ma il numero dei dipendenti pubblici è sceso del 10% in 10 anni, e scenderanno ancora, basta semplicemente continuare a fare come adesso, cioè farli andare in pensione senza fare assunzioni, è semplicissimo…. Gli altri hanno il loro posticino assicurato (so che a qualcuno darà fastidio, ma è così, ringraziando il cielo). I problemi son gli sprechi veri … A Palermo veniva pagata gente per spalare la neve, fate voi…

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