Coronavirus, Amata: "Anche in Sicilia i rapid test e risultati celeri sui tamponi"

Coronavirus, Amata: “Anche in Sicilia i rapid test e risultati celeri sui tamponi”

Rosaria Brancato

Coronavirus, Amata: “Anche in Sicilia i rapid test e risultati celeri sui tamponi”

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giovedì 16 Aprile 2020 - 18:48

La deputata regionale chiede al governo Musumeci di adottare un'azione capillare su tutta la popolazione

I rapid test sono già utilizzati in diverse regioni d’Italia ed è importante che anche la Sicilia avvii quest’azione in vista della Fase 2. A sollecitare il governo regionale in tal senso è la capogruppo di Fratelli d’Italia Elvira Amata, ripetendo una richiesta già effettuata nelle scorse settiimane

L’importanza dei test rapidi

La somministrazione dei tamponi rinofaringei non è sufficiente a fornire risposte alla domanda attualmente insistente sul territorio- scrive Elvira Amata- Per la sicurezza dei cittadini è fondamentale ampliare la strategia adottando nuovi strumenti, per questo abbiamo ritenuto di suggerire il ricorso ai test rapidi. Stiamo entrando in una nuova fase, quella nella quale si rischia di piombare nel caos se viene abbassata la guardia

Così si amplia la platea

La deputata ha evidenziato come oggi per avere una risposta rispetto all’esito dei tamponi passi ancora troppo tempo. Tra i cittadini sottoposti a controllo, ci sono medici e personale sanitario che tenere in stand by per quarantene precauzionali troppo lunghe equivale a sottrarre dalla propria attività professionale.
Con l’utilizzo dei test rapidi- ha continuato Elvira Amata, componente della Commissione sanità Ars- non solo si riesce ad ampliare la platea ma è altresì possibile fornire risposta in brevissimo tempo

Diagnosi precoce

Secondo l’esponente di Fd’I per avere un monitoraggio capillare del territorio è necessario che si abbia una diagnosi quanto più precoce dei pazienti positivi, soprattutto se si pensa agli asintomatici che, non appena le restrizioni subiranno i primi allentamenti, inizieranno a costituire il vero problema in termini di nuova possibile ondata di diffusione. L’uso dei rapid test potrebbe consentire anche di ampliare il campione degli esaminati in modo considerevole, fornendo maggiore tutela a tutti coloro i quali, in questa delicata fase, sono comunque costretti a lavorare e avere contatti sociali per quanto controllati.

50 test in 15 minuti

“Ho interpellato il Governo ragionale chiedendo che, oltre ai tamponi rinofaringei si preveda quindi il ricorso ai cosiddetti rapid test -compresi quelli sierologici- i cui tempi di processazione sono più snelli dei primi e consentirebbero di analizzare fino a 50 campioni in 15 minuti appena.
Si pensi che nella sola provincia messinese, i tamponi ancora da processare sono intorno al migliaio. Non si possono attendere tempi troppo lunghi che rischiano di vanificare ogni sforzo”.

Amata: screening a tappeto

Attualmente i tamponi vengono effettuati a chi presenta sintomi, a chi si è trovato in contatto con casi accertati, o chi è rientrato da zone dichiarate rosse sin da subito, e pertanto lasciano fuori una larga fetta di utenza. Esistono invece molte categorie estremamente esposte seppur asintomatiche, potenzialmente contagiate e categorie fragilissime da tutelare. “Con i test rapidi- conclude Amata- potremmo avere uno screening a tappeto e controllare in modo efficace un target ben più ampio: penso agli ospiti delle case di riposo, alle forze dell’ordine e a chi quotidianamente è costretto suo malgrado ad avere rapporti con l’esterno per ragioni lavorative o emergenziali”.

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