Coronavirus in Calabria, i consiglieri "torchiano" il commissario governativo

Coronavirus in Calabria, i consiglieri “torchiano” il commissario governativo

mario meliado

Coronavirus in Calabria, i consiglieri “torchiano” il commissario governativo

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lunedì 26 Aprile 2021 - 19:50

Com'era facile supporre, tante le questioni e le domande sottoposte a Longo. E il leghista Molinaro gli chiede a viso aperto di dimettersi

Esaurite le relazioni di Nino Spirlì e Guido Longo, a Palazzo Campanella si fa avanti il dibattito.
D’accordo con tutti i capigruppo – rimarca a inizio discussione il presidente dell’Assemblea Gianni Arruzzolo – ogni intervento non dovrà andare oltre i 5 minuti per ciascun consigliere e 10 minuti per i presidenti dei gruppi consiliari.

E le assunzioni?

Apre le danze il capogruppo dell’Unione di centro Pino Graziano. «La privazione dei servizi durante questi 11 anni di commissariamento è aumentata, così com’è deflagrato il debito delle Aziende: esattamente il contrario della ragione per cui la Sanità calabrese è stata commissariata. Sono stati chiusi ben 18 ospedali periferici per dare più efficienza alla rete ospedaliera attraverso il potenziamento di hub e spoke, la nascita di quattro nuovi ospedali e nuovi servizi sanitari sul territorio: beh, nulla di tutto ciò è accaduto, e i Lea sono fra i più bassi d’Europa, mentre la migrazione sanitaria, oltre 300 milioni annui, sfora il tetto del 10% dell’intera spesa di settore». E mentre molte Asp non hanno l’approvazione di vari bilanci, rimarca Graziano, «la Sanità calabrese è sull’orlo del fallimento. Ma d’altronde, gli stessi commissari straordinari che hanno approvato bilanci che lei, commissario Longo, ha respinto perché non veritieri, sono stati poi nominati in altre Asp… Questi commissari sono scaduti ope legis l’11 aprile: ma nei 30 giorni successivi, che tra poco scadranno, è proprio lei a dover redigere questi bilanci». Ma per evitare l’ospedalizzazione del Covid, attualmente imperante, bisogna puntare sull’effettivizzazione delle Usca, oggi operanti solo sulla carta, e la telematizzazione della medicina; ma soprattutto le assunzioni – questione che si rivelerà un “tema caldo” durante l’intera sessione di lavori consiliari – per 12 milioni di euro già per il 2021, «lei dottor Longo c’è da cinque mesi: sta procedendo alle assunzioni? In più la legge prevede che ogni sei mesi, e dunque fra un mese per la prima volta, lei debba relazionare».

Bevacqua, la tv e il Patto di solidarietà

L’omologo del Partito democratico Mimmo Bevacqua già tante volte s’era occupato di Sanità. «Dopo l’informativa del presidente Spirlì mi verrebbe da dire “va tutto bene, madama la marchesa”: la relazione offre questa sensazione, mentre per oggi abbiamo convocato un Consiglio regionale non per parlare di programmazione della Sanità ma d’emergenza-Sanità».

Mimmo Bevacqua (Pd)

E Bevacqua, senza timore d’usare un linguaggio irriverente, cita anche le «tante incazzature» dei cittadini che vengono raccolte dai consiglieri regionali. «Io vorrei che questo Consiglio regionale si caratterizzasse non per puntare l’indice contro qualcuno, ma per creare un Patto di solidarietà tra Consiglio, Giunta regionale e commissario alla Sanità, e che simultaneamente ci si desse dei tempi stretti, al massimo di 60 giorni, per poi ritrovarci qui a Palazzo Campanella e dirci in Aula se ciascuno ha fatto la sua parte. E il commissario Longo sa bene come certi “territori” siano governati da poteri che sono ben altri, rispetto a quello politico: noi che dobbiamo uscire dall’immobilismo potremmo dunque stringere un Patto su due-tre obiettivi tra i quali, ipotizzo, l’assunzione del personale medico e sociosanitario entro 60 giorni, e l’affiancamento dei centri sotto i 10mila abitanti nelle vaccinazioni».
Fra le tante, il piddino Bevacqua suggerisce a Longo di non partecipare neanche alle tante trasmissioni tv che intendono occuparsi della Sanità calabrese ma, asserisce, finiscono «per denigrare costantemente ilnostro territorio e la nostra Sanità». Suggerimento opinabile, che peraltro spaccherà l’Aula fra “pro” e “contro”.

Guccione: attenti, salta il “banco”…

Il segretario-questore di maggioranza e consigliere leghista Filippo Mancuso esulta per «la mozione bipartisan sottoscritta e che presenteremo a fine lavori, che cerca di tutelare gli oltre 300 posti di lavoro del Sant’Anna Hospital. Quel che è mancato in questi 11 anni di commissariamento della Sanità è proprio la programmazione di base: impensabile spendere 6 milioni di euro per il Rems di Girifalco se poi non ci saranno i soldi per garantirne il funzionamento. E i 100 posti-letto a Villa Bianca di cui parlava il presidente Spirlì? Io ho davanti la delibera commissariale che ne prevede dieci, e a media intensità: poco più di un Covid hotel…». In definitiva, prima Bevacqua si spende per il Cosentino, poi Mancuso per il Catanzarese… la discussione d’Aula parte davvero molto male, all’insegna di rivendicazioni dal sapore localistico, se non campanilistico, che hanno poco a che fare col senso del confronto col commissario di Governo.

Carletto Guccione (Pd)

A seguire, un altro esponente piddino della provincia di Cosenza, Carletto Guccione. Che, in apertura, rimarca che «è un dato» il fallimento del commissariamento, «e c’è anche un ripensamento in corso a livello nazionale». Del resto, però, molte leggi regionali in campo sanitario «sono state impugnate dal Governo proprio perché in contrasto coi poteri del commissario governativo». Mentre appare censurabile un “decreto Calabria 2” che ha reso il commissario «di fatto, il capo della Sanità calabrese. Però la vicenda dei bilanci dell’Asp di Cosenza rischia di “far saltare il banco” della Sanità calabrese: in più la legge dice che senza un’approvazione canonica del bilancio di un’Asp lo deve approvare lei, commissario, e in mancanza deve approvarlo il Governo». Ed evidenzia poi Guccione che, ai tempi del Covid, le Aziende sanitarie e ospedaliere si ritrovano in grandissimo affanno, ma si continua a morire anche d’altre gravi patologie.
«Ma c’è, soprattutto, bisogno di trasparenza. Io ho mandato a lei e a Spirlì una missiva sul tema degli accreditamenti; e c’è una nota dell’Anac del dicembre 2020 che dice che il settore Accreditamenti è a rischio-corruzione, e la stessa dirigente che ci sta lavorando ha ammesso che c’è un caos amministrativo. Questo significa che questa seduta va conclusa con atti d’indirizzo, che esplicitino che ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, cosa ed entro quando ci s’impegna a fare».

Lo “schiaffo” di Molinaro: lasci, è inadeguato

Dal canto suo un altro esponente del Carroccio, Pietro Molinaro, rammenta che «ci sono fatti ben precisi» per i quali è stato dato mandato a un commissario. Nel caso del commissario Longo, «25 obiettivi affidati dal Governo, che peraltro certificano il fallimento di 11 anni di commissariamento».
Come già da settimane a mezzo stampa, Molinaro contesta a viso aperto a Guido Longo un deficit di «trasparenza e lealtà», anche rispetto all’intenzione di vaccinare elementi del Dipartimento regionale Salute che non trova alcun fondamento di legge quanto a prioritizzazioni vaccinali. «E allora io ho il dovere di dirle che anche coi suoi comportamenti personali nelle funzioni commissariali, lei deve garantire legalità e trasparenza. Questo anche perché la politica calabrese, sempre additata come uno degli elementi che favoriscono la presenza della ‘ndrangheta nella Sanità calabrese, come lei stesso ha affermato in qualche trasmissione televisiva, deve ritrovare la via della responsabilità anche alla luce di quei 25 punti. Io la ritengo inadeguato a questo ruolo, e glielo dico guardandola in faccia – esclama l’ex presidente calabrese di Coldiretti in un momento “ad alta tensione” della seduta consiliare –, anche perché tra quanti hanno approvato bilanci non veritieri o hanno pagato le stesse fatture per tre o quattro volte, io non ho visto nessuno allontanato da lei. Io le chiedo pertanto se ha la forza di dimettersi, perché lei è inadeguato per questo ruolo».

Il commissariamento? Ha fallito!

Francesco Pitaro (Gruppo misto) osserva che troppo spesso la Sanità calabrese è utilizzata come smisurato bacino elettorale: ogni calabrese spende in media 142 euro l’anno per il settore, ma nonostante chiusure e tagli il debito continua a crescere, un po’ per l’accumularsi degli interessi sul deficit, un po’ per i crescenti “buchi” nei bilanci delle Aziende «determinati da interessi poco chiari». E «le Case delle libertà chi le ha viste?», si chiede Pitaro col più classico dei lapsus, intendendo riferirsi in realtà alle Case della salute. Tra le richieste relative al Sant’Anna Hospital, la rimozione della Direzione strategica dell’Asp di Catanzaro.

Raffaele Sainato (FI)

Prende la parola poi il presidente della Commissione consiliare Riforme, il forzista di Locri Raffaele Sainato, primo a intervenire fra i consiglieri regionali del Reggino: «Verità e coraggio sono due termini ricorrenti oggi in quest’Aula… Il presidente Spirlì ha onorato questi due termini. Lei però, commissario, deve trovare il coraggio di trovare la verità sui bilanci delle Aziende sanitarie e ospedaliere; e quando ci si trova di fronte a ospedali attrezzati, ma che continuano a restare chiusi, deve avere il coraggio di aprire questi nosocomi». E per l’Asp di Reggio Calabria, due volte commissariata per mafia, «se ci sono i bilanci dal 2013 al 2018 non approvati è lei stesso, lo stesso commissario a certificare il fallimento dei commissari precedenti: io mi auguro che dopo di lei, venuto a curare il “paziente Calabria”, non ci sia nessuno a dire che il commissario Longo ha fallito». E Sainato chiede con forza d’approvare i bilanci, aprendo alla possibilità di un azzeramento non ad opera del Governo centrale, ma della Regione.

Tocca nuovamente la “palla” al centrosinistra e a chi della questione sanitaria ha fatto una bandiera in questi mesi, l’esponente di Iric e segretario-questore di minoranza Graziano Di Natale. «In Italia la positività al Covid è del 4%, in Calabria del 14; eravamo “zona rossa” con 300 contagiati al giorno, oggi da “zona arancione” ne abbiamo 600 al giorno… impensabile poter mettere in campo dei dubbi rispetto al monitoraggio dei nuovi positivi, che ci siano passi diversi tra Regione Calabria e Governo centrale». E ricorda a Longo i tanti «morti di Covid-19 a bordo delle ambulanze, i giovani trovati morti nelle loro abitazioni».

Aieta lusinga, critico Giannetta

Mimmo Giannetta (FI)

Il presidente della Commissione di Vigilanza Mimmo Giannetta (Forza Italia) parte dal presupposto che se il 76% dei fondi regionali vengono spesi per la Sanità, era inevitabile un dibattito intenso e acceso. «Il suo è un ruolo sicuramente difficile – così Giannetta si rivolge a Longo –, e scopriamo oggi un ruolo che vuole il Governo, ma paga la Regione… Dobbiamo accelerare sui vaccini, dobbiamo fare molto di più al riguardo: queste disfunzioni vaccinali derivano da una serie d’inadempienze dello stesso commissario, magari perché non ben recepito l’accordo coi medici di base per farli andare a vaccinare a domicilio». Parola (e attendibilità) di medico; che però si concede poi la contestazione dell’intesa – prima, però, approvata coralmente da tutti i capigruppo… – che in questa seduta porta ad avere un massimo di cinque minuti a intervento per ogni consigliere non-capogruppo. Poi il politico di Oppido Mamertina veste i panni del cronista investigativo e chiede conto di «12mila persone rientranti nella voce “altro”, che in Calabria hanno ricevuto il vaccino con priorità rispetto alle categorie-target, e non sappiamo perché…».

Peppe Aieta (Democratici progressisti) in un intervento “da capogruppo” di concerto con il presidente del gruppo Antonio Billari, rende tributo a Guido Longo, «coraggioso perché affronta anche le tribune tv, ben sapendo che è il ruolo del commissario che è una tragedia. Oggi, poi, lei ci ridà dignità con la sua presenza: e il suo spessore, il suo coraggio nello sfidare le arene, alle quali io penso che il presidente Spirlì debba presenziare, visto che sfuggire alle arene non fa che alimentare alibi e dubbi, ci dà manforte». Ma da Aieta arriva pure una staffilata: «Basta con questa cosa dei “furbetti”: sarebbe meglio chiarirla questa vicenda. Anche perché quasi tutti i centri in Calabria hanno meno di 10mila abitanti, e in una cittadina da neanche 10mila abitanti il sindaco conosce tutto di tutti, nelle viscere del suo paese».

A caccia di una Calabria normale

«Io sono molto pratico – asserisce Filippo Pietropaolo di Fdi –, da imprenditore, quindi credo occorra mettere l’accento sui numeri: quanti sono stati i vaccinati? Quante prime e quante seconde dosi? Quanti sono i fragili a registrarsi nella piattaforma e quanti sono stati realmente vaccinati? Credo serva una comunicazione più chiara e puntuale sull’avanzamento delle vaccinazioni». Dopodiché l’esponente meloniano, come in parecchi altri interventi, batte su un tasto: «Credo sia ampiamente venuto il momento della fine del commissariamento».

Filippo Pietropaolo (Fdi)

Secco il dèm Libero Notarangelo: «Difficile non capire che il futuro della Sanità calabrese non può imperniarsi ancòra sugli hub ospedalieri. E la parola “programmazione” qui sembra quasi un’elucubrazione mentale, ma in realtà è la base per una Sanità sostenibile».
Non è d’accordo poi con l’idea d’accettare gli inviti in tv il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta Antonio De Caprio (Forza Italia): sono «arene che stanno crocifiggendo l’immagine della nostra terra: e noi, a queste arene, diciamo di no».
Gravi difficoltà nella nutrizione assistita domiciliare (Nad) denuncia il consigliere regionale Marcello Anastasi di Io resto in Calabria: «Sono circa 700 solo nel Reggino. E ci sono famiglie che stanno vivendo autentici drammi, come del resto quelle che stanno assistendo 24 ore al giorno i propri cari malati d’Alzheimer».

Pierluigi Caputo (Santelli Presidente)

Il santelliano Pierluigi Caputo, presidente della Commissione consiliare Ambiente, fa presente che la Calabria, «avendo una popolazione non enorme, potrebbe davvero svolgere un Vax Day al giorno e vaccinare tutti i cittadini in brevissimo tempo». Poi, nel merito, le assunzioni del personale che non si attivano: «Non vogliamo superare Lombardia o Emilia-Romagna, ma certo vivere nella normalità».
A seguire, un collega presidente di Commissione (la Prima “Affari istituzionali”), Pietro Raso della Lega, che torna a scandagliare una realtà territoriale al microscopio: in questo caso, sotto la lente è il Lametino, «che non si merita d’essere trattato così male» dal punto di vista del basso numjoy 1.2joero delle fiale di vaccino consegnate. Luca Morrone di Fratelli d’Italia concorda al 100% sulla richiesta d’azzerare il debito, e rilancia: «Le assunzioni debbono essere a tempo indeterminato, perché ci sono centinaia d’operatori sanitari che mancano da anni negli ospedali calabresi». Fari poi sulla necessità d’erogare servizi migliori, anche per far flettere l’imponente numero dei “viaggi della speranza”.

Irto chiede risposte puntuali

Nicola Irto (Pd)

Il vicepresidente del Consiglio regionale di minoranza Nicola Irto (Partito democratico), pur ammettendo che «la discussione è tardiva e col rischio di limitarci a dire cose scontate fra noi», esalta la circostanza che «per la prima volta un commissario governativo alla Sanità viene a confrontarsi coi consiglieri regionali calabresi in quest’Aula». Però sull’incremento dei posti di terapia intensiva e sub-intensiva, sul Piano Covid, sulle risorse stanziate dal Governo per la Calabria e quante e come sono programmate o spese, sul numero dei vaccini in arrivo per la Calabria e in che modo si proverà a fare uno scatto in avanti «credo che lei delle risposte ce le debba dare», afferma Irto senza troppi fronzoli rivolgendosi a Guido Longo. E invita a dare il massimo di spiegazioni, anche rispetto alla famigerata voce “altri” dei vaccinati.

Il presidente della Seconda commissione “Bilancio” Peppe Neri (Fratelli d’Italia) intende diversificare il proprio intervento. «Non si viene in Aula con un ordine del giorno così, se non s’intendono snocciolare dati sul tema, per quanto noiosi… Io mi sarei aspettato di capire bene quanti erano i tamponi o i vaccini al suo arrivo e quanti sono oggi, capire bene come funziona sul numero dei centri vaccinali e sul numero quotidiano di fiale acquisite e di vaccini effettivamente praticati: questo i calabresi vogliono capire, le “regole d’ingaggio”, le criticità, le prospettive future. E noi consiglieri regionali, visto che poteri non ne abbiamo, vogliamo capire com’è la situazione e cosa possiamo fare politicamente per dare una mano al commissario. Solo così si potrà fare veramente “gioco di squadra”, se no rimane il commissario governativo da una parte, il Consiglio regionale dall’altra».
Accento sui servizi cardiochirurgici nella parte mediana della Calabria anche da parte di Baldo Esposito, presidente proprio della Terza Commissione consiliare “Sanità”, con pure riferimento agli ingiustamente diversi diritti dei medici del “118”. Soprattutto, Esposito chiede che, «nel rispetto dei reciproci ruoli, ci sia la formale possibilità d’affidare al Consiglio regionale compiti di monitoraggio della situazione per quanto riguarda la Sanità calabrese e la situazione-Coronavirus in particolare».
E, prima della conclusione del tandem Spirlì-Longo, c’è spazio anche per l’assessore all’Agricoltura e “big” di Forza Italia Gianluca Gallo, che ribadisce con forza: «I calabresi rivendicano attenzione sull’attuazione del Piano sanitario: col prefetto Longo noi ci confrontiamo in maniera chiara, lui sa bene che noi tutti riteniamo che quest’odioso commissariamento deve finire, ma soprattutto è il primo a sostenere e auspicare di poter essere l’ultimo dei commissari alla Sanità calabrese».

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