Coronavirus. Maschere da sub in dispositivi di sicurezza, l’iniziativa di due torresi

Coronavirus. Maschere da sub in dispositivi di sicurezza, l’iniziativa di due torresi

Salvatore Di Trapani

Coronavirus. Maschere da sub in dispositivi di sicurezza, l’iniziativa di due torresi

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martedì 07 Aprile 2020 - 16:01

Si chiamano Michele Romano e Tino Pastafiglia. Con l’aiuto di stampanti 3d sono stati in grado di trasformare delle mascherine da sub in dispositivi di sicurezza da donare agli ospedali.

Una buona notizia, che è anche motivo di orgoglio, nel comune di Torregrotta. Anche dinanzi all’emergenza coronavirus è possibile parlare di eccellenze del territorio, anzi è forse più necessario del solito. Quella che vi racconteremo oggi è la storia di Michele Romano e Tino Pastafiglia, due torresi che hanno deciso di realizzare dei dispositivi di sicurezza sfruttando delle particolari mascherine da sub.

Da mascherina da sub a dispositivo di sicurezza

Lo strumento utilizzato è la stampante 3d. I due torresi, appreso quanto fatto dall’università di Messina, hanno deciso di adoperarsi a loro volta per convertire un particolare tipo di mascherina (utilizzato solitamente per lo “snorkeling”) in dispositivi di sicurezza che poi sono stati donati agli ospedali.

«Tutto è cominciato qualche settimana fa, quando Michele Romano e Tino Pastafiglia, due nostri concittadini appassionati di tecnologia –si legge sulla pagina social del comune di Torregrotta- apprendono da alcuni contatti con l’Università di Messina che è possibile, possedendo una stampante 3D, adattare un certo tipo di maschera da sub, che normalmente usiamo per tuffarci nel nostro meraviglioso mare, in un prezioso presidio salvavita per i malati di covid-19».

L’appello sui social

Sui social è quindi partito l’appello, rivolto a quanti possedessero una stampante 3d da poter mettere a disposizione del progetto. Con la supervisione di Tino Pastafiglia, si riescono ad iniziare le operazioni di “conversione” delle mascherine da sub e si producono ben 25 dispositivi di sicurezza. Una vera e propria “macchina del cuore” come si legge sulle stesse pagine del comune, messa in moto grazie ai social.

Al progetto hanno collaborato diverse persone, tutte impegnate nel raggiungimento di un solo obiettivo: aiutare nella lotta contro il coronavirus.

La corsa alla solidarietà

«Le maschere –si legge ancora sulle pagine del comune- sono state donate da Filippa Sofia, Marilisa Aricò, Rosario Costa, Maria Migliardi, Angelo Impollonia, Angela Gringeri, Mirella Costa, Franco Puleio, Enzo Bonarrigo, Lucia Antonuccio, Stefano Sgrò, Nino Amato, Alessia Scaglione, Cosimo Bentivoglio, Antonio Capone, Michela Casale, Vittoria Puglisi. Un prezioso lavoro di coordinamento è stato svolto da Antonio Capone ed Emanuela Giacobbe. Al ritiro e consegna delle maschere, in ogni fase, hanno contribuito il nostro concittadino Antonello Celi e la dott.ssa Patrizia Napoli, dirigente del Distretto Sanitario di Milazzo, che ha personalmente consegnato i presidi al prof. Cardia responsabile Covid 19 degli ospedali di zona».

Le 25 maschere sono state consegnate all’ospedale Cutroni Zodda di Barcellona Pozzo di Gotto, i pronto soccorso di Torregrotta e San Filippo del Mela e il 118 Covid 19 di Barcellona Pozzo di Gotto.

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