Coronavirus. Tamponi, focolai, tempi, mail. L'Asp risponde a tutte le domande

Coronavirus. Tamponi, focolai, tempi, mail. L’Asp risponde a tutte le domande

Rosaria Brancato

Coronavirus. Tamponi, focolai, tempi, mail. L’Asp risponde a tutte le domande

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venerdì 27 Marzo 2020 - 16:56

L'Asp c'è. Tutto quello che vorreste sapere sull'emergenza. Alle nostre domande ha risposto il dottor Crisicelli, commissario Covid per l'Asp

In questo momento per noi la normalità è l’emergenza. Lavoriamo h24 su tutti i fronti, dai tamponamenti alle difficoltà che si registrano in ogni settore, reagenti, criticità, posti letto. I dispositivi di sicurezza sono come acqua nel deserto adesso. Stiamo affrontando l’emergenza di 108 comuni e, mi creda, non è facile”.

Parla il commissario Covid Asp

Esattamente 7 giorni fa il dottor Carmelo Crisicelli è stato nominato dal dg dell’Asp Paolo La Paglia, commissario per l’emergenza Covid 19. Di fatto coordina quell’oceano di criticità che nel giro di una settimana si sono moltiplicate in modo esponenziale. L’ 8 marzo i positivi erano 9, oggi sono più di 200, ma nel mezzo c’è stata l’esplosione del panico e dei focolai. Del tutto alieno alla visibilità, letteralmente sommerso da chiamate e richieste, riesco ad intervistarlo in una breve pausa al telefono, per capire, in un momento in cui c’è chi addita l’Asp come causa di problemi, come funziona effettivamente la macchina organizzativa.

Tamponi nei Comuni: come funziona

E’ stata una settimana difficile- spiega il dottor Crisicelli– Le dico solo che l’Asp ha competenza nei 108 comuni, il che equivale ad essere giustamente chiamato da 108 sindaci. Per non parlare dei cittadini. Le faccio un esempio per capire sotto il profilo organizzativo. Siamo noi ad effettuare i tamponi in tutti i comuni della provincia. Supponiamo che dobbiamo andare a Santa Domenica Vittoria per fare due tamponi. Abbiamo una sola auto. E’ chiaro che dobbiamo calcolare il tempo per andare, quello per effettuare il tampone e poi rientrare, quindi almeno 4 ore. Supponiamo che dobbiamo andare a Capo d’Orlando. Ci organizziamo a questo punto per fare altri tamponi lungo il percorso, quindi a Milazzo, o Falcone. Trascorre un intero pomeriggio nella migliore delle ipotesi. Nell’auto ci sono almeno 3 persone con tute e mascherine. Il dispositivo di sicurezza però deve essere cambiato se ti sposti da Capo d’Orlando e poi effettui altri tamponamenti. Insomma hai bisogno alla fine di almeno 100 tute. Vista la situazione ho fatto un bando chiedendo supporto su base volontaria. E in pochi giorni abbiamo avuto 13 adesioni. Così adesso per la provincia abbiamo 5 auto equipaggiate. Questo snellisce i tempi ma lei comprenderà comunque l’enorme difficoltà nel dare risposte immediate a tutti”.

A Messina il camper fisso

Le auto sono state suddivise per zone: Sant’Agata ed hinterland, Patti ed hinterland, Milazzo ed hinterland, e zona jonica. E ci riferiamo agli asintomatici o paucisintomatici (perché a chi presenta sintomi il tampone viene effettuato a domicilio). Nei primi giorni era stato realizzato un camper per Messina. Ma si era creato un clima da panico per cui decine e decine di persone facevano la fila per un tampone. Così chi magari era vicino di casa di una persona che era rientrata, si allarmava e chiedeva il tampone (in realtà il rischio di contagio si ha con 15 minuti di contatto diretto con chi ha il virus). Si è cambiata quindi strategia. Il camper è fisso all’ospedale Margherita e ci si prenota.

1 tampone ogni 10 minuti

Abbiamo seguito il modello di Bologna- spiega- E’ una postazione messa a disposizione per asintomatici o paucisintomatici che quindi possono uscire. Se sono in autoisolamento diamo il permesso di uscire solo il tempo per il controllo. Facciamo un tampone ogni 10 minuti, per dare il tempo anche di compilare la scheda. Iniziamo alle 9.30 del mattino e ci si deve prenotare in precedenza in modo che si presenta solo chi ha appuntamento. Così non si crea fila. Ebbene, ne facciamo anche 50 al giorno”.

I focolai nella sanità

A quest’azione sul territorio si aggiungono poi i tamponamenti a domicilio. E in questo caso davvero la situazione è da emergenza, soprattutto dopo l’esplosione dei focolai nei presidi sanitari (vedi Irccs, Cristo Re) e case di riposo. Prendiamo il caso di Cristo Re. Dopo il primo contagiato (purtroppo poi deceduto), i pazienti contagiati sono risultati 4. I tamponi sono stati effettuati a tutti i pazienti e sono stati richiesti anche per tutto il personale (medico, paramedico e non). La struttura ha una capienza di posti letto pari a 150 posti letto, per cui l’isolamento è stato più semplice. Ben altro discorso è stato ad esempio per l’Irccs, che è il caso più grave. Il numero dei pazienti contagiati (tra presidio neurolesi e Piemonte) è stato talmente alto che di fatto i ricoveri provenienti dal presidio hanno “saturato” quasi Policlinico. Proprio per questo, durante il sopralluogo di ieri con l’assessore Razza, si è discusso di come affrontare questa problematica.

Posti letto saturi, mancano medici

Con la saturazione dei posti letto Covid a Policlinico e Papardo restano 3 posti al Papardo e 3 a Barcellona. Si sta lavorando sul fronte Sant’Agata di Militello e per utilizzare il Piemonte. C’è chi ipotizza l’uso delle case di cura. Posso anche essere d’accordo, ma il problema non è squisitamente logistico, ma di risorse. Se io requisisco l’ortopedico devo anche pensare ai medici da inviare. Non posso mettere un ortopedico, un ginecologo, in un Covid”.

Le richieste “a tappeto”

Per completare il discorso del tamponamento nei presidi sanitari c’è la questione delle richieste “a tappeto”, ovvero non soltanto dei medici e para medici, ma di tutto il personale, compresi amministrativi e analoghi, che hanno bassissima percentuale di rischio esposizione al contagio ma che risultano ugualmente negli elenchi. Chiuso questo capitolo c’è quello ancor più delicato.

Il problema dei reattivi

L’ESITO DEL TAMPONE. Ovvero il problema dei reattivi. La carenza più critica è questa. E’ ovvio che i ritardi sono causati dalla mancata consegna dei reagenti. Per fortuna da una settimana anche Messina è stata autorizzata, perché prima bisognava mandarli a Catania.

Quell’imbuto dopo i tamponi

L’imbuto è questo. La media di tamponi che riusciamo ad analizzare in un giorno è 200, al massimo 220. Il Policlinico ne fa circa 80, Papardo e Cutroni Zodda rispettivamente 40 al giorno per ospedale. Il carico di tamponi però è molto più alto. Faccio ancora un esempio. Domani finirà la quarantena di quanti sono rientrati dal nord con le regole dell’ordinanza n°7 di Musumeci. Il 28 potrebbero uscire dall’isolamento ma per farlo devono prima aver effettuato il tampone e conoscerne l’esito. Ebbene solo a Messina di persone rientrate il 14 e che finiscono l’isolamento il 28 ne abbiamo 170. S tratta quindi di 170 tamponi che vanno ad aggiungersi a tutti gli altri. Come facciamo a farli entro domani?”.

Il caso delle mail inevase

C’è il capitolo delle famose mille mail rimaste inevase. Al di là dell’affollamento si è poi compreso che il numero era di gran lunga inferiore, perché si trattava di doppioni, ovvero stessa mail mandata a 3 se non 4 indirizzi.

Le “bombe” case di riposo e Rsa

Ci stiamo organizzando ma ci sono questioni che scoppieranno. Non penso solo all’Irccs, abbiamo il problema non solo dei posti letto, ma dei medici. L’assessore Razza mi ha detto requisiste le cliniche private. Bene, ma i medici? Io sarei per fare come hanno fatto a Whuan, chiuderei tutte le case di riposo e le Rsa. Lì ci sono i maggiori rischi di contagio. Prendiamo il caso della casa di riposo Come d’Incanto. L’abbiamo risolto ma la domanda è: come è arrivato il virus? Sappiamo tutti che dal 6 marzo NESSUN PARENTE poteva andare a far visita ai propri cari. Poteva entrare solo personale autorizzato. E’ andata davvero così? Ripeto le case di riposo sono bombe, mi scusi il termine. A Come d’incanto, la sera di sabato sono intervenuto personalmente. Sono andato in farmacia, mi sono rivolto alla protezione civile ed ho procurato io tute e dispositivi di sicurezza per gli operatori. Abbiamo fatto di tutto per tutelarli. Lei sa che a Linate c’è un’intera fornitura di dispositivi ordinati da noi e requisiti dalla Protezione civile nazionale? Giustamente ho richieste dai medici del 118, dalle guardie mediche, da tutti. I dispositivi sono acqua nel deserto”.

Le carceri Free Covid

Il dottor Crisicelli è anche medico nelle carceri di Gazzi e Barcellona e spiega che lì in questo momento la situazione è sicura. “Gazzi e Barcellona sono free Covid e sa perché? Abbiamo applicato regole molto rigide e devo dire che gli stessi detenuti esigono il massimo rispetto delle norme. Pretendono che tutti abbiano le mascherine e non ci sono più visite dei parenti. Abbiamo attuato un triage che si applica per i detenuti che vengono dall’esterno: 14 giorni d’isolamento e tamponi. Per questo dico che se arriva il virus lo porta qualcuno da fuori”.

I 100 dell’Hotel Europa

Risolto anche il caso dell’Hotel Europa. Anche qui, controlli sui 100 presenti nell’albergo e moduli compilati da presentare nei comuni d’appartenenza per trascorrere lì la quarantena obbligatoria. Lo faranno?

Presto una banca dati

Entro 24 ore anche l’Asp avrà una banca dati di agevole compilazione e ricerca: “Temo che i problemi siano nati perché non abbiamo usato tutti lo stesso linguaggio. In queste ore è capitato che insieme ai sindaci per trovare il nominativo di un residente positivo abbiamo impiegato ore ed ore. Ebbene, abbiamo trovato la soluzione. Ed è la tecnologia a venirci in aiuto. Se non si parla la stessa lingua si crea il caos”

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Un commento

  1. SERRA SALVATORE 27 Marzo 2020 20:29

    RITENGO CHE L’ACCORPAMENTO DI PAZIENTI PER TIPOLOGIA DI PROBLEMATICHE PRESSO UN SOLO OSPEDALE, POTREBBE LIBERARE POSTI LETTO E MEDICI, IN QUESTO MOMENTO GLI OSPEDALI HANNO SOSPESO L’ORDINARIO, SIAMO DINANZI A REPARTI SEMI VUOTI.

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