Una poltrona per quattro: anche il prof. Romano si candida a rettore

Una poltrona per quattro: anche il prof. Romano si candida a rettore

Danila La Torre

Una poltrona per quattro: anche il prof. Romano si candida a rettore

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mercoledì 23 Gennaio 2013 - 14:47

Il Professore di Diritto amministrativo presso l'Università di Messina ha scelto, esattemnte come i suoi “sfidanti”, di inviare una lettera ai colleghi, agli studenti e al personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo peloritano per spiegare le ragioni della sua discesa in campo

La poltrona è una , quella di rettore, i candidati ad occuparla sono già quattro. Dopo il neurologo Vita, l’economista Navarra e il latinista Cupaiolo, scende ufficialmente in campo anche un giurista, il prof Antonio Romano Tassone. La sua candidatura a rettore non è altro che una conferma alle insistenti voci circolate nelle ultime settimane: classe 1952, il Professore di Diritto amministrativo presso l'Università di Messina ha scelto – come i suoi “sfidanti” nella corsa all’ermellino (vedi correlati) – di inviare una lettera ai colleghi, agli studenti e al personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo peloritano (VERSIONE INTEGRALE IN DOWNLOAD).

Nella missiva, spiega le ragioni per le quali ha deciso di prendere parte alla competizione elettorale. Ragioni che «stanno tutte nella straordinaria situazione in cui versa, insieme a gran parte degli Atenei italiani (specie meridionali), l’Università di Messina», caratterizzata da «due aspetti di densa criticità: l’esigenza di portare felicemente a compimento il disegno riformatore iniziato con la revisione dello statuto; la necessità di colmare il grave deficit di fiducia che ha colpito, negli ultimi anni, anche il nostro Ateneo».

Su quest’ultimo punto, il prof. Romano sottolinea come «l’Università di Messina – al pari della quasi totalità delle università italiane- è andata incontro, soprattutto dal 2008 ad oggi, ad un progressivo calo di fiducia nella comunità cittadina e nazionale. Ritengo che questa sfiducia sia, in larghissima misura, del tutto ingiustificata. Ma mi sembra anche assolutamente necessario, per contrastare questa deriva, mandare all’esterno segnali forti di discontinuità rispetto al passato. Discontinuità che sarebbe a mio avviso inappropriato, perché sostanzialmente riduttivo, marcare nei confronti delle persone (si consideri, a tacer d’altro, che la dimensione “personalissima” della figura rettorale è comunque destinata a determinare profonde differenze gestionali tra il precedente ed il successivo titolare), quasi il problema potesse affrontarsi e risolversi attraverso la semplice sostituzione di volti a volti e di nomi a nomi».

Il prof Romano si dice convinto che « le persistenti (ed anzi: sempre più gravi) difficoltà finanziarie dell’Università italiana sono determinate, in non lieve misura, proprio da questa percezione negativa: non è pensabile, infatti, che si affidino maggiori risorse pubbliche ad un sistema di governo che viene avvertito come incapace di impiegarle in favore dell’interesse generale. Appare quindi più opportuno, in questo particolare momento, che la guida dell'Ateneo sia affidata a persone del tutto estranee ai gruppi che in essa si sono tradizionalmente avvicendati».

«In questo particolare e decisivo momento della vita dell'Istituzione – continua nella lettera – avverto il dovere di offrire alla comunità accademica messinese la mia piena disponibilità a candidarmi a svolgere il prossimo, ed importantissimo, mandato rettorale».

Il professore di diritto ammnistrativo propone, quindi , la sua candidatura e la propone come inizio di una fase nuova dell’Università di Messina, anche se negli ambienti universitari sono molti quelli che dicono che la sua è più che altro una candidatura di “disturbo”, per distogliere attenzione ma soprattutto voti dal prof. Navarra in quelle Facoltà in cui quest’ultimo potrebbe raccogliere maggiore consenso e dare fastidio al prof. Vita, ad oggi il favorito di queste elezioni . Non fosse altro perché la Facoltà di Medicina, all’interno della quale il neurologo svolge la propria attività, è la vera roccaforte da espugnare, concentrandosi proprio lì il maggior numero di elettori. (DLT)

Un commento

  1. vabbè dai, uno più uno meno, tanto la musica non cambierà

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