Che cos'è il Salva Messina? Ecco cosa dovrà accadere entro il 23 novembre

Che cos’è il Salva Messina? Ecco cosa dovrà accadere entro il 23 novembre

Francesca Stornante

Che cos’è il Salva Messina? Ecco cosa dovrà accadere entro il 23 novembre

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martedì 16 Ottobre 2018 - 15:56

Il Salva Messina è un atto politico che elenca le strategie che l'amministrazione De Luca vuole mettere in campo per rimodulare il Piano di riequilibrio e continuare su questa strada piuttosto che andare verso il dissesto. Nodi caldi: partecipate, lavoratori, servizi sociali, evasione fiscale.

19 pagine, cinque campi di azione, una lunga serie di misure che da ieri sera al prossimo 23 novembre dovranno scandire tutte le azioni che l’amministrazione De Luca e il consiglio comunale dovranno mettere in campo per rimodulare il Piano di riequilibrio del Comune e tentare così di continuare sulla strada anti dissesto ma seguendo un percorso che si pone in discontinuità rispetto a quello che aveva scelto l’amministrazione Accorinti.

Quello che succederà è tutto nelle 19 pagine che ieri sera il consiglio comunale ha approvato. Un atto politico che di fatto è solo il punto di inizio che traccia le linee guida ma che incassando la fiducia dell’aula apre al sindaco una vera autostrada.

Adesso tutto quello che c’è nel Salva Messina si dovrà tradurre in delibere vere, in provvedimenti che l’aula dovrà votare e che incideranno sulla vita amministrativa di Palazzo Zanca e della sua galassia di servizi, lavoratori e società partecipate.

La vittoria politica di De Luca è nei numeri e nel risultato arrivato alla fine della seduta fiume di ieri, è stato chiesto da più parti di abbassare i toni di queste settimane, lo stesso De Luca ha lanciato appelli a sotterrare l’ascia di guerra soprattutto ai sindacati che si sono opposti alla sua linea.
Neanche ieri sono mancati i momenti di tensione, le provocazioni lanciate a quel pubblico di lavoratori che lo ha contestato, non sono mancati i colpi di scena quando De Luca ha consegnato all’aula i dossier sulla mala gestione della cosa pubblica, così come le parole di fuoco verso gli oppositori.

Quel che è certo è che la seduta di ieri ha messo un punto, adesso si dovrà passare all’azione, al confronto costante, adesso il “Salva Messina” ha avuto il via libera per uscire fuori da quelle 19 pagine per finire nelle 500 delibere che servono per la rimodulazione del piano di riequilibrio. Si dovrà correre perché c’è tempo fino al 23 novembre.

CHE COSA E’ IL SALVA MESSINA?

E’ il documento che rappresenta la sintesi dei principi generali delle azioni che dovranno essere immediatamente avviate per ricondurre i bilanci del Comune e delle partecipate sui binari del rispetto delle norme contabili e della compatibilità economico-finanziaria.

PRINCIPI GENERALI E OBIETTIVI (PARTE I)

Tra i punti cardine c’è quello di articolare il piano di riequilibrio in un arco temporale più ampio possibile, tentativo che la vecchia amministrazione fece a febbraio ma che il consiglio comunale decise di bocciare. De Luca invece ci riproverà. Altro nodo saliente: inserire nel piano solo previsioni che possano essere davvero attuabili e sostenibili. Dovrà essere anche riaccertata la massa debitoria al 31 dicembre 2013 per inserire eventuali nuovi debiti e valutare di inserire quelli insorti dal 2014 nel previsionale 2019. Ma scorrendo i punti quello che forse più ha fatto discutere è la riduzione dei costi correnti di gestione del Comune e delle partecipate di almeno 10 milioni di euro l’anno per finanziare i circa 52 milioni di somme non accantonate dal 2014 al 2017 dal precedente piano di riequilibrio. Quindi risparmiare 10 milioni dai servizi e dalle partecipate e aumentare di altri 10 milioni attraverso il contrato all’evasione dei tributi. Con l’impegno di salvaguardare i posti di lavoro.

PROVVEDIMENTI CON EFFETTI DIRETTI SUL PIANO DI RIEQUILIBRIO (PARTE II)

Tra le azioni che rientrano in questo capitolo c’è la revisione del piano di riequilibrio eliminando le misure che non si sono realizzate tra il 2014 e il 2017, come quelle che riguardano le entrate tributarie, gli utili prodotti dall’Amam, l’incremento dei tributi.

Poi il capitolo scottante che riguarda l’Atm che da azienda speciale sarà trasformata in società di capitale pubblico, ovviamente solo dopo l’approvazione dei bilanci che il consiglio comunale non approva dal 2002. Atm che avrà una riduzione dei trasferimenti comunali.

L’altra nota dolente riguarda la riduzione del 50% della spesa corrente destinata ai servizi sociali. Si prevede quindi il dimezzamento delle risorse destinate al sociale, anche se con uno degli emendamenti di Sicilia Futura votati dall’aula il sindaco si è impegnato a non tagliare indiscriminatamente ma solo dopo una reale mappatura dei bisogni. Per i servizi sociali si punta alla gestione in house per chiudere il capitolo cooperative, ma si prevede anche di utilizzare «prioritariamente anche il personale comunale previa attività di riqualificazione e ricollocazione» passaggio che insieme ai tagli ha alimentato i timori dei tagli di posti di lavoro.

Sempre in questo ambito c’è anche la volontà di eliminare i fitti passivi attraverso una migliore organizzazioni degli spazi del Comune, creare un unico sistema informatico per le attività comunali e delle partecipate, riorganizzazione della macchina burocratica di Palazzo Zanca. Un passaggio in cui si parla anche di esuberi che però, sempre con un emendamento, sono stati vincolati all’ipotesi che il dipendente si opponga all’eventuale ricollocazione. C’è anche la volontà di affidare gli impianti sportivi ai privati per ridurre di almeno il 70% i costi di gestione di queste strutture. E si punta a risparmiare anche riorganizzando gli orari di lavoro e di apertura degli uffici comunali per razionalizzare i buoni pasto dei dipendenti.

PROVVEDIMENTI DI SUPPORTO AL PIANO DI RIEQUILIBRIO (PARTE III):

MessinaServizi: il sindaco puntava subito all’affidamento ai privati, la concertazione sindacale aveva fatto inserire la clasuola della verifica delle condizioni economico-finanziarie per evitare l’avvio di questo iter, con un emendamento di Russo e Calabrò è stata inserita l’ipotesi del partenariato pubblico-privato. Se il servizio rifiuti verrà privatizzato MessinaServizi resta in piedi e praticamente continuerebbe a svolgere solo alcuni servizi, trasformandosi in pratica in quella che era l’Ato3: controllo dei servizi, cura del verde e delle ville, gestione dei cimiteri.

Patrimonio immobiliare: si parla di un ufficio speciale o apposita società di valorizzazione, quindi in mezzo a tagli e risparmi dopo l’Agenzia del risanamento potrebbe sorgere una nuova società.

Baratto amministrativoper recuperare l’evasione.

CONFRONTO TRA PIANO DI RIEQUILIBRIO E DISSESTO (PARTE IV)

In questa parte del Salva Messina si mettono a confronto i due scenari e vengono elencate le misure più strettamente tecniche da attuare per perseguire la strada del riequilibrio rispetto a quelle che sarebbero obbligatorie in caso di dissesto. Come quelle che riguardano le aliquote, la tassazione, i mutui, i fondi extra.

EFFETTI ECONOMICO-FINANZIARI DELLA STRATEGIA DELLA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE (PARTE V)

Si tratta di un’azione che, secondo il Salva Messina, produrrà un gettito per gli anni pregressi e per l’anno corrente dovuto al fatto che il contribuente “fantasma” accertato diventa contribuente censito in banca dati. Un importo che cresce di circa 8 milioni e che, si prevede, tenderà a crescere negli anni successivi migliorando la capacità di riscossione.

Francesca Stornante

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