Il Gip ha rimesso in libertà l'imprenditore Sandro Pesce, arrestato nel luglio scorso dalla Guardia di Finanza per bancarotta fraudolenta. Sitrovava da tempo ai domiciliari. Sarà processato il 12 prile con il rito immediato. Nell'ambito dell'inchiesta eseguito un sequestro di beni per 500.000 euro al notaio Vittorio Quagliata
E’ tornato in libertà Sandro Pesce, l’imprenditore finito in manette nel luglio scorso con l’accusa di bancarotta fraudolenta valutata intorno ai 9 milioni di euro.
Il gip gli ha revocato i domiciliari ed ha disposto l’obbligo di soggiorno a Udine, la cittadina dove l’imprenditore messinese si era trasferito. Intanto, poiché la Procura di Messina aveva chiesto per lui il giudizio immediato, Sandro Pesce sarà processato il prossimo 12 aprile dalla Prima sezione collegiale.
Le indagini, invece, proseguono per gli indagati che stanno proseguendo con il rito ordinario e che vengono indicate come prestanome dell’imprenditore. E ci sono anche delle novità importanti. Nei confronti del cognato di Pesce, il notaio Vittorio Quagliata, è stato disposto un sequestro di conti correnti nei quali erano contenuti complessivamente 500.000 euro.
Dopo l’arresto di Pesce, nel novembre scorso, la Guardia di Finanza aveva sequestrato beni al notaio, ed anche a Patrizia Quagliata, Gaetana Inferrera, Maria Ferrara, Rosa Maria Zocca e Giuseppe Leone tutti indagati per intestazione fittizia dei beni e riciclaggio.
Secondo l’accusa mossa dai sostituti procuratori Fabrizio Monaco e Maria Pellegrino il commerciante avrebbe pilotato il fallimento della sua impresa, dirottando i capitali sui conti correnti dei parenti. Inoltre, dopo il primo fallimento dell’impresa, avrebbe continuato ad operare mediante diverse sigle societarie, aperte e subito chiuse allo scopo di non pagare i fornitori.