Area integrata dello Stretto. Le Cgil di Messina e Reggio unite nella “battaglia”

Area integrata dello Stretto. Le Cgil di Messina e Reggio unite nella “battaglia”

Redazione

Area integrata dello Stretto. Le Cgil di Messina e Reggio unite nella “battaglia”

mercoledì 18 Febbraio 2009 - 10:29

I rappresentanti Oceano e Alì uniscono le forze per la realizzazione di tale progetto e redigono un documento basato su tre capisaldi: creazione dell’area metropolitana di Reggio, di un’Autorità Portuale unica e di un sistema di trasporti integrato.

Area integrata dello Stretto. Un argomento che fa discutere non solo il mondo della politica. A schierarsi in prima linea proponendo una “partnership” fino a questo momento mai sperimentata la Cgil: i segretari di Messina, Lillo Oceano e Reggio Calabra Francesco Alì, unendo le forze e dunque oltrepassando il tratto di mare che divide le due città, hanno redatto un documento che, anche alla luce delle preoccupanti notizie sui tagli al sistema di collegamento tra le due sponde, rilancia l’idea di un Autorità integrata dello Stretto come nuova modalità amministrativa per due realtà che condividono problemi, radici e condizioni strutturali. Un’iniziativa che per la prima volta vede unite le due Cgil a sostegno di un progetto basato su tre capisaldi: la nuova Area metropolitana di Reggio, un’Autorità portuale unica dello Stretto e un sistema integrato di trasporti moderno, rapido, efficiente.

La Cgil di Reggio Calabria e quella di Messina da tempo lavorano alla creazione della Cgil dello Stretto, un laboratorio tra le due sponde per costruire e promuovere politiche per la realizzazione dell’Area Metropolitana dello Stretto, una grande realtà che metta in rete e in sinergia le potenzialità e le aspirazioni non solo delle due città dello Stretto, ma anche del comprensorio di Gioia Tauro con il suo porto, di Villa San Giovanni, della costa Jonica, di Taormina e delle isole Eolie. Un progetto che, a detta dei due esponenti sindacali, non può più essere rimandato ma per cui al contrario è necessario lavorare senza sosta. In primis attraverso la creazione dell’Area metropolitana di Reggio. Lo scorso 22 gennaio il Senato ha approvato e trasmesso alla Camera un disegno di legge delega al Governo in materia di federalismo fiscale, tendente alla costituzione di otto aree metropolitane. Quella di Messina è stata già istituita dalla Regione Sicilia, ma la creazione di quella reggina non è stata approvata. «Il mancato accoglimento di questa richiesta – affermano di due esponenti – avrebbe un valore politico assai grave in quanto penalizzante per un’area fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno. Riteniamo necessario dunque proporre un emendamento affinché si agevoli la creazione di un’unica grande area che metta in sinergia le potenzialità e le aspirazioni delle due città».

A questo andrebbe però aggiunta, affermano Oceano ed Alì la creazione di un’Autorità Portuale unica per Messina e Reggio che rilanci operativamente le attività dell’area e scongiuri tra l’altro il progetto di accorpamento dell’Autorità portuale di Messina, delle sue risorse e poteri, a quelle di Catania o Palermo: «Il rafforzamento dell’integrazione dell’Area dello Stretto non può non partire dalla naturale creazione di una realtà amministrativa unica che sovrintenda all’indirizzo, alla programmazione, al controllo, al coordinamento e alla promozione delle operazioni portuali e delle altre attività

commerciali ed industriali esercitate nei Porti ricadenti tra le due sponde».

Per Oceano e Alì tutto ciò renderebbe possibile la creazione di sistema integrato di trasporti, rapido e moderno, che rappresenterebbe una grandissima occasione di sviluppo per la Calabria e la Sicilia innanzitutto, ma anche per l’intero sistema Paese. «Le aree metropolitane rispondono alle nuove esigenze dettate da mutamenti significativi nel modo di vivere e percepire le città e, quindi, di -abitare- un territorio. La formazione di periferie e di comuni sempre più grandi, popolosi, vicini se non addirittura contigui, ha fatto sorgere l’esigenza di uscire dal governo istituzionale dei singoli Comuni per pensare ad una governance condivisa in grado di fornire risposte d’area. Dopo cento anni dalla distruzione dell’area dello Stretto – affermano i segretari – ci troviamo di fronte alla prima vera, grande occasione di sviluppo e di rilancio. Su questo terreno le classi dirigenti dovranno dimostrare di essere adeguate e di avere a cuore le sorti dei nostri territori»

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