In un documento, i sindacati spiegano le motivazioni che hanno indotto i dipendenti ad avviare lo stato di agitazione
Il malcontento dei dipendenti dell’Azienda trasporti è esploso in protesta. Senza stipendio da due mesi, ma soprattutto allarmati per il mancato risanamento dell’azienda, più volte sbandierato ma di fatto non ancora avviato, i dipendenti dell’Atm hanno deciso di rispondere all’immobilismo dei vertici aziendali incrociando le braccia.
In un documento sottoscritto da Silipigni della Filt Cgil, Accirito della Fit Cisl, Pino della Uilt, Bugio dell’Orsa, Aizzi della Ugl/Tpl, Urdì della Cub/T e Lucentini della Cisal ed inviato al commissario dell’Atm La Corte, al Direttore generale Conte, al sindaco Buzzanca e al presidente del Consiglio comunale Prteviti – le ragioni che hanno spinto i lavoratori a sospendere l’attività lavorativa.
“Il silenzio connivente della politica – si legge testualmente – sta accorciando il percorso verso il fallimento annunciato dell’ATM, che continua ad essere gestita con inaudito pressappochismo”.
I sindacati denunciano “la lunga assenza del Commissario Straordinario e l’assordante silenzio proveniente da Palazzo Zanca, che aggira tatticamente ogni tentativo sindacale volto a portare la vertenza nel tavolo istituzionale”.
Contrariamente a quanto più volte sostenuto dal Commissario La Corte, secondo i sindacati “l’ATM è concretamente giunta sull’orlo del baratro: l’erogazione degli stipendi è già arretrata di una mensilità e nessuna soluzione si intravede in tal senso; i contratti a tempo determinato sono giunti alla vigilia della scadenza e nonostante la miriade di proposte demagogiche non è stata annunciata nessuna soluzione definitiva per la stabilizzazione del personale a rischio”.
Alla crisi dell’Atm, che si trascina da un decennio ( vedi articolo correlato), contribuisce, secondo le organizzazioni sindacali, la mancata stipula del “contratto di servizio, che dovrebbe essere la base di partenza per una seria organizzazione del trasporto pubblico”.
Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Orsa, Ugl/Tpl, Cub/T e Cisal lanciano accuse tanto alla dirigenza dell’Atm quanto ai rappresentanti politici sottolineando senza troppi giri di parole “l’incapacità dei vertici politico/aziendali di creare nuovi introiti attraverso l’incremento di produzione”.
“All’incapacità manageriale ed alla scarsa fantasia produttiva si tenta di rimediare – attaccano ancora i sindacati – arrampicandosi sugli specchi per recuperare pochi spiccioli sulle spalle dei lavoratori. Somme trascurabili al cospetto dell’immenso debito procurato con decenni di scialacquo delle risorse pubbliche da parte delle gestioni che si sono susseguite”.
“Per quanto sopra esposto – concludono si sindacati nel documento – con la presente si attivano le procedure di raffreddamento da esperire nei tempi e nei modi previsti dalla normativa in tema di sciopero”
