Calogero Cipriano confermato segretario generale della Fai Cisl

Calogero Cipriano confermato segretario generale della Fai Cisl

Redazione

Calogero Cipriano confermato segretario generale della Fai Cisl

martedì 10 Febbraio 2009 - 15:38

«Lo sviluppo passa dalla valorizzazione dei prodotti tipici della nostra terra, dalla salvaguardia del territorio, dal riordino del settore della pesca»

Calogero Cipriano è stato confermato segretario generale della FAI Cisl di Messina, la Federazione che riunisce i lavoratori del settore agricolo, ambiente, industriale dell’agroalimentare. Cipriano, è stato eletto oggi dal Congresso della Fai di Messina che si è svolto presso l’Agriturismo Margherita di Galati Mamertino alla presenza del segretario generale nazionale della Fai Cisl Augusto Cianfoni, del segretario regionale della FAI Cisl Fabrizio Colonna e del segretario provinciale della Cisl di Messina Tonino Genovese. Eletti in segreteria anche Vincenzo Pulizzi e Gaetano Merlino.

Cipriano, segretario generale della Fai dal dicembre 2008, guiderà la Federazione per i prossimi quattro anni. E’ stato proprio il segretario generale della Fai ad affrontare, nella sua relazione, i temi più caldi del settore. «Gli ultimi anni – ha sottolineato Cipriano – sono stati difficili e hanno purtroppo portato alla scomparsa di alcuni marchi storici come la Birra Messina, la Pasta Puglisi, i Molini Gazzi e la conseguente perdita di posti di lavori, il tutto purtroppo nel silenzio più assoluto delle istituzioni. E anche a livello regionale si assiste a notevoli perdite occupazionali. Pensiamo che la Sicilia si può risollevare se la classe politica comprende che il vero riscatto di questa terra passa attraverso la ripresa dell’agricoltura e il rilancio dell’agroalimentare. Sarebbe necessario porre al primo posto la necessità d’investimenti veri sulle tipicità dei prodotti, sulla loro valorizzazione, sulla loro commerciabilità. Occorre rendere finalmente i nostri campi, le nostre coltivazioni, la nostra zootecnia all’avanguardia attraverso concreti aiuti e non con disparate forme di assistenzialismo che non ci hanno dato e mai ci daranno gli strumenti giusti per diventare veramente produttivi».

Subito dopo, Cipriano ha fatto riferimento alla salvaguardia del territorio, pesantemente penalizzato dai rovesci temporaleschi dell’ultimo inverno. «Negli ultimi tre mesi in Italia sono piovuti 40 cm. di acqua ogni metro quadrato, un’immensità – ha detto Cipriano – ma, sono sicuro, la prossima estate sentiremo ancora una volta parlare di siccità. Solo con un’accurata gestione di questo patrimonio si eviterebbere le frane, le disastrose inondazioni che inevitabilmente mettono in ginocchio la nostra agricoltura, che alcune volte causano anche il sacrificio di vite umane. Una gestione del territorio che permetterebbe di risparmiare milioni di euro che quindi potrebbero essere investiti nella stabilizzazione di quei lavoratori che sono demandati a tale attività di tutela. Mi riferisco agli operai forestali, dell’Esa e dei Consorzi di Bonifica. Solo loro i veri guardiani della natura. Adesso, dopo un trentennio di precariato per i 500 lavoratori dell’Esa, crediamo sia giunto il momento inderogabile di dare loro dei riscontri definitivi. E’ indispensabile – ha aggiunto – una attuazione assoluta della legge 45/95 per i lavoratori dei Consorzi di bonifica che con la definitiva stabilizzazione terminerebbero di essere sempre e soltanto un riserva di voti da utilizzare nelle varie scadenze elettorali. Sarebbe sufficiente andare a leggersi l’articolo 1 della legge che indica le finalità dei consorzi di bonifica ed attuarle. Per quanto riguarda i lavoratori forestali, ebbene, la botte è ormai colma. I lavoratori forestali non sono la categoria di persone che si avvantaggiano dell’assistenzialismo come spesso vengono additati, in tanti strumentalizzano che in Sicilia vi sono trenta mila forestali, ma in pochi dicono le giornate di lavoro che essi effettuano. Essi sono quelli che, quando vengono messi nelle condizioni vigilano, custodiscono e curano la nostra splendida vegetazione».

«Tante, troppe volte, sono stati bistrattati dimenticando che, molti di loro, come le squadre antincendio, nei periodi in cui tutti vanno in vacanza, rischiano la vita nei numerosi incendi che vengono appiccati da gente vigliacca, oppure, come le vedette, trascorrono intere notti a vigilare per preservare i nostri boschi. La forestale rappresenta un settore importantissimo per l’occupazione nella nostra Provincia; le 280 mila giornate effettuate nel 2008, sono un piccolo aiuto non sufficiente per dare un sostentamento dignitoso ai circa 2400 addetti. Dall’altro versante vi sono le 1100 unità dell’antincendio, anch’essi in numero non adeguato alle necessità della Provincia di Messina che è il vero polmone verde della Sicilia. La Provincia di Messina alle tante maglie nere che già deteneva ne ha aggiunta un’altra in questi giorni: siamo al primo posto per illeciti ambientali, nell’anno 2008 ne sono stati accertati 547. Un plauso naturalmente va fatto al Corpo Forestale molto attento nel fare rispettare la legge, ma questo dato ci porta a fare un’amara riflessione: il nostro ambiente è giornalmente devastato».

Altro aspetto toccato dal segretario generale della Fai Cisl di Messina è il settore della pesca. «Un settore che ha un grande impatto sull’economia locale in Sicilia – ha affermato – e un ruolo rilevante viene svolto dalla provincia di Messina che, con la sua posizione strategica si caratterizza per un tratto di mare particolarmente pescoso. Tuttavia l’analisi dei dati evidenzia in questi ultimi anni una contrazione delle imprese della pesca che rappresenta un’altra nota dolente nella nostra provincia, se si considera poi che la flotta messinese e’ composta per il 90% dalla piccola pesca e che per questa categoria non esistono forme di tutela. Dunque è facile immaginare quante altre difficoltà si devono affrontare oltre al perdurare della crisi settoriale, vedi caro gasolio e soprattutto alla mancanza di programmazione. Per questi lavoratori non esistono forme di ammortizzatori sociali quali cassa integrazione, disoccupazione, indennità di malattia. E’ palese quindi la necessità di una riforma urgente del settore con una nuova legge che preveda tra l’altro la possibilità di riconversione come la trasformazione e conservazione dei prodotti, pescaturismo e ittiturismo che rappresenterebbero una valida risposta ai problemi legati alla pesca, con la possibilità d’integrazione del reddito degli operatori del settore attraverso un’attività non contrastante con la loro stessa identità storica e culturale».

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