Un ricercatore messinese, Libero Santarpia, dottore di ricerca in Scienze Endocrinologiche e Metaboliche sperimentali dell’ateneo Peloritano, ha pubblicato recentemente un interessantissimo studio internazionale sulle alterazioni molecolari nei carcinomi della tiroide. La ricerca del dott. Santarpia, pubblicata su “Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism-, la più autorevole rivista internazionale di Endocrinologia, ha dimostrato che una quota (per fortuna limitata) di carcinomi differenziati della tiroide (ben curabili fino alla completa guarigione) e in particolare il papillare, tendono a diventare più aggressivi e insensibili al trattamento. Le cellule del carcinoma papillare tiroideo difatti in rari casi, regrediscono a cellule staminali, altamente indifferenziate a qualunque trattamento medico, radiometabolico e chemioterapico. Lo studio di Santarpia dimostra che la regressione a cellule staminali indifferenziate è caratterizzata dall’attivazione simultanea, l’accumulo e il sovrapporsi di due vie molecolari, il cui punto chiave è la mutazione dell’oncoproteina B-RAF. Il lavoro di Santarpia indica però l’importante possibilità di prevedere, grazie ad analisi molecolari, con molto anticipo, la possibilità di attivazione delle vie che determinano una crescita incontrollabile del tumore, permettendo procedure chirurgiche di prevenzione primaria e l’ eventualità di realizzare farmaci intelligenti su misura.
Il dott. Libero Santarpia ha conseguito di recente il dottorato di ricerca e ha svolto la propria attività sotto la guida del prof. Salvatore Benvenga, ordinario di Endocrinologia e responsabile del programma di Endocrinologia Molecolare dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Gaetano Martino. L’esperienza maturata dal dott. Santarpia in Texas e le strade aperte da questa scoperta potranno certamente accrescere il potenziale clinico scientifico del Policlinico di Messina che, ormai da anni, rappresenta un punto di riferimento sicuro per i pazienti di questa patologia neoplastica. E’ infatti operativa da anni una rete integrata di competenze e servizi che include oltre all’Unità Operativa di Endocrinologia diretta dal prof. Francesco Trimarchi, l’Oncoendocrinologia (prof. Francesco Vermiglio), l’Istopatologia (prof. Gaetano Barresi), la Medicna Nucleare (prof. Sergio Baldari) e la Diagnostica per Immagini e Radioterapia (prof. Emanuele Scribano, Costantino De Renzis, Ignazio Pandolfo), la Patologia Ultrastrutturale (prof. Vittorio Cavallari e grazie alla prospettive applicative di questo studio, il Programma di Endocrinologia Molecolare (prof. Salvatore Benvenga) e l’Oncologia (prof. Giuseppe Altavilla e prof. Vincenzo Adamo). La sinergia fra numerose strutture integrate del Policlinico si inscrive nel più vasto e ambizioso progetto di integrazione clinico scientifica oncologica che caratterizza gli scopi e le attività di della Fondazione S. D’Aquino, presieduta dal Rettore Tomasello che ha già avviato la piena operatività gestionale del Centro di Eccellenza in Oncologia, con ovvie ricadute sulla salute delle comunità.
