Confindustria mostra i dati di un anno di ribellione al racket

Confindustria mostra i dati di un anno di ribellione al racket

Confindustria mostra i dati di un anno di ribellione al racket

mercoledì 03 Settembre 2008 - 08:34

Il Codice etico ha dato i suoi frutti

Chi paga il pizzo va fuori dall’associazione degli industriali. Ad un anno dalla riunione straordinaria a Caltanissetta del Consiglio direttivo di Confindustria Sicilia, che introdusse nel Codice etico l’incompatibilità fra l’essere associati a Confindustria e avere rapporti con la criminalità organizzata, martedì 2 a Palermo il presidente degli industriali siciliani, Ivan Lo Bello (nella foto), ha tracciato un bilancio -qualitativo e quantitativo- dell’impegno dell’organizzazione per l’affermazione della legalità nell’economia dell’Isola.

«Sotto il profilo qualitativo – ha spiegato Lo Bello – è aumentata notevolmente la percezione del fenomeno mafioso come fattore che impedisce lo sviluppo economico e civile ed in questo contesto oggi la Sicilia è percepita nel Paese e all’estero come la regione del Mezzogiorno che sta cercando più concretamente di cambiare. Tant’è che registriamo un fronte importante di imprenditori che sta valutando positivamente l’esistenza finalmente di condizioni per realizzare investimenti nella nostra regionale.»

Quanto ai dati, Lo Bello, assieme ai presidenti Antonello Montante (Caltanissetta), Giuseppe Catanzaro (Agrigento), Nino Salerno (Palermo), Davide Durante (Trapani), Ivo Blandina (Messina), Marco Venturi (Piccola Industria) e Giorgio Cappello (Giovani), ha dichiarato che dopo l’1 settembre 2007 64 imprenditori hanno deciso di collaborare attivamente con le forze dell’ordine, o denunciando gli estortori o confermando le evidenze investigative (prima erano meno di 5), mentre per 51 associati è scattata l’applicazione del Codice etico.

Di questi ultimi, 30 sono sospesi e, se non decideranno di collaborare, saranno espulsi; per altri 10 è scattata la sanzione massima, mentre 10 si sono allontanati spontaneamente prima dell’adozione del provvedimento estremo. Confindustria Trapani e Messina hanno inoltre invitato gli associati a produrre i certificati antimafia e dei carichi pendenti, e quelli che non l’hanno fatto saranno deferiti ai probiviri per l’adozione dei provvedimenti necessari.

L’azione antimafia ha prodotto altri due risultati positivi: chi deve aprire una nuova azienda, piuttosto che chiedere alla mafia la -messa a posto-, oggi chiede assistenza preventiva alle forze dell’ordine e alle associazioni degli industriali. E l’azione per la legalità è diventata un punto di forza del sistema associativo, tanto che le richieste di nuove iscrizioni alle associazioni provinciali nell’ultimo anno sono aumentate.

Su questa strada si andrà avanti nel prossimo anno, rinnovando l’invito agli associati a prendere coraggio e denunciare gli estortori, ma anche intensificando il rapporto con le forze dell’ordine «per disboscare la zona grigia e di collusione – ha detto Lo Bello – fra la mafia e una minoranza dell’imprenditoria che non paga il pizzo, ma che sta sul mercato artificialmente grazie al sostegno della criminalità». Di questo Lo Bello e gli altri presidenti hanno discusso ieri in un incontro con il neo-questore di Palermo, Alessandro Marangoni.

Riferendosi, infine, all’altro nodo che frena lo sviluppo, cioè l’infiltrazione di Cosa nostra nel sistema pubblico, Lo Bello ha auspicato che «il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, così come promesso, accolga al più presto la richiesta di una commissione di altissimo livello, composta da magistrati non più in prima linea e da studiosi, per definire un codice etico di governance delle pubbliche amministrazioni che issi un argine alle infiltrazioni mafiose».

Su questo versante è stato rinnovato l’invito ai sindaci «ad un impegno costante a fianco degli imprenditori per sostenerne il coraggio».

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007