La Dda irrompe all'Università

La Dda irrompe all’Università

La Dda irrompe all’Università

venerdì 20 Luglio 2007 - 13:10

Anche il preside Macrì tra i fermati

Scoperchiata una pentola. Cinque arresti stamattina hanno gettato l’Università nel caos. Il nucleo di polizia tributaria e la sezione di polizia giudiziaria della Guardia di finanza di Messina hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari, Antonino Genovese, su richiesta del procuratore della Repubblica e capo della Direzione distrettuale antimafia Luigi Croce, e dei sostituti procuratori Antonino Nastasi e Adriana Sciglio. L’attenzione degli inquirenti si è focalizzata sul Dipartimento di Anatomia patologica della Facoltà di Veterinaria e sull’Industrial Liaison Office, Ilo, centro autonomo di servizi istituito dall’Università di Messina con il fine di favorire lo sviluppo economico e sociale del territorio attraverso la promozione di relazioni tra le attività di ricerca e formazione e il mondo delle imprese. Al Dipartimento afferiscono entrambi i professori fermati, Giuseppe Piedimonte, finito in carcere, e Battesimo Consolato Macrì, che è anche il preside della Facoltà, agli arresti domiciliari. Piedimonte è anche responsabile dell’area progettazione dell’Ilo e responsabile tecnico-scientifico del progetto di ricerca Lipin, intorno al quale girano le indagini della Procura. Dipendente del Dipartimento di Anatomia patologica, nonché segretario amministrativo dell’Ilo e responsabile amministrativo del progetto Lipin è anche uno dei tre amministrativi coinvolti, Stefano Augliera, tradotto in carcere. Arresti domiciliari, infine, per il funzionario amministrativo del Rettorato Eugenio Capodicasa, noto agli inquirenti per essere stato segretario dell’ex rettore Diego Cuzzocrea, e insieme a quest’ultimo indagato nel 2000,per favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del professore Matteo Bottari. Lo stesso provvedimento cautelare è stato destinato a sua moglie, Ivana Saccà, direttrice Area Progettazione presso l’Industrial Liaison Office e dipendente della società di servizi Unilav (società per azioni a partecipazione mista pubblica e privata, sottoposta a direzione, coordinamento e controllo dell’Università degli Studi di Messina), recentemente incaricata di gestire in house providing, tramite una struttura organizzativa interna, gli impianti sportivi dell’ateneo, localizzati presso i Poli “Primo Nebiolo- e “Contrada Conca d’Oro-). Le ipotesi di reato contestate ai fermati – fa sapere la Guardia di Finanza – sono di due tipi: da una parte il peculato e il falso in atti pubblici, che ruotano intorno ai finanziamenti regionali per il progetto Lipin, di cui non è ancora chiara la natura; dall’altra, solo per il preside Macrì, «tentata concussione commessa ai danni di altro docente, al fine di condizionare l’esito di un concorso per professore associato di chirurgia veterinaria per favorire il figlio». Al preside sono contestate anche due ipotesi di falso in atto pubblico «commesse nella qualità di presidente della commissione di altro concorso universitario per ricercatore nel dipartimento da lui diretto, finalizzate a favorire il soggetto poi risultato vincitore». Le indagini sono partite dalla denuncia lanciata anche sulla stampa qualche mese fa dal professore di chirurgia veterinaria Giuseppe Cucinotta, contro Macrì, reo di averlo pressato perché assegnasse il posto da professore al figlio. Il concorso fu vinto da un altro candidato, Filippo Spadola, gradito a Cucinotta, e ciò provocò una certa contrarietà nel corpo docenti. Tanto che Spadola sta ancora oggi attendendo la ratifica dell’incarico da parte del Consiglio di Facoltà. Le indagini si sono poi trasferite, sull’onda dei documenti, dal filone delle pressioni al peculato commesso dagli altri indagati. Certo è che i nomi sulla lista degli inquirenti non sono venuti tutti allo scoperto, e a Veterinaria in queste ore si respira un’aria di fibrillazione. Ma la bufera non risparmia neanche i vertici dell’università, è indagato per abuso di ufficio infatti anche il rettore Francesco Tomasello. Assieme a lui, il consulente dell’area legale dell’Università Raffaele Tommasini, il preside uscente della Facoltà di Veterinaria, Giovanni Germanà e il professore Salvatore Giannetto.

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