Decapitati i vertici di Cosa Nostra barcellonese: arrestati dai Carabinieri 12 boss e padrini

Decapitati i vertici di Cosa Nostra barcellonese: arrestati dai Carabinieri 12 boss e padrini

Redazione

Decapitati i vertici di Cosa Nostra barcellonese: arrestati dai Carabinieri 12 boss e padrini

venerdì 30 Gennaio 2009 - 13:05

L'operazione è stata condotta dai carabinieri del ROS e dal Comando Provinciale di Messina, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Nella photogallery all'interno, tutte le foto degli arrestati

Boss, capi mandamentali, emergenti. Tutti in carcere nell’operazione “Pozzo” che ha decapitato i vertici di Cosa Nostra barcellonese. I carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Messina, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, la notte scorsa hanno arrestato 12 persone per associazione mafiosa, estorsioni, danneggiamento, usura, spendita di monete false e molti altri reati. Una è ancora ricercata ma avrebbe le ore contate.

I Militari dell’Arma hanno impiegato due anni per chiudere il cerchio attorno ai capi della mafia di Barcellona, ricorrendo ad intercettazioni telefoniche ed ambientali.Un lavoro imponente che ha portato a galla la perfetta organizzazione della famiglia barcellonese che, come ha detto il Procuratore capo Guido Lo Forte in conferenza stampa, non ha niente da invidiare a Cosa Nostra palermitana per la struttura e la presenza capillare sul territorio.

“Un’organizzazione –ha detto il sostituto della DDA Giuseppe Verzera– che ha costretto Barcellona sotto una cappa mafiosa che controlla tutto”. Un quadro a tinte fosche che solo in parte può essere ravvivato dalla pur importante operazione Pozzo. L’arresto è scattato per Carmelo D’Amico, 38 anni l’uomo che avrebbe preso il comando di Cosa Nostra barcellonese dopo la condanna all’ergastolo di Giuseppe Gullotti ed il carcere duro inflitto a Sem Di Salvo. Con lui i rappresentanti delle singole famiglie locali: Tindaro Calabrese, 35 anni di Novara di Sicilia, Gaetano Chiofalo, 35 anni di Milazzo, Santo Gullo, 45 anni di Falcone, Salvatore Puglisi, 54 anni di Fondachelli Fantina e poi ancora altri affiliati di primo piano come Leonardo Arcidiacono 38 anni di Catania ed i barcellonesi Antonino Bellinvia, 53 anni, Antonino Calderone, 33 anni, Mariano Foti, 38 anni, Francesco Ignazzitto, 49 anni, Ottavio Imbesi, 37 anni e Salvatore Micali, 34 anni.

Le indagini sono scattate due anni fa grazie a due nuovi collaboratori di giustizia: il polacco Ariel Mrokzowsky, 27 anni arrestato nel marzo del 2007 con il fratello per l’omicidio di un connazionale ed il tortoriciano Emanuele Merenda, una lunga sfilza di reati alle spalle come appartenente al clan Bontempo Scavo. I due hanno raccontato decine episodi di usura, estorsioni ed attentati ma hanno ricostruito minuziosamente la mappa di Cosa Nostra barcellonese indicando nomi di capi e gregari. Il clan si era infiltrato in moltissimi lavori pubblici eseguiti nei comuni della fascia tirrenica della provincia. Imponeva contratti di subappalto e forniture di materiali di imprese controllate dal gruppo. Chi non si piegava al ricatto subiva minacce ed intimidazioni e naturalmente attentati. Non solo ma tutte la attività commerciali e produttive erano nel libro paga del clan ed il controllo di stabilimenti balneari, discoteche, locali notturni, bische clandestine era pressoché totale.

Cosa Nostra, inoltre, cercava appoggi ne mondo politico. Nell’inchiesta, infatti, è indagato per voto di scambio l’ex sindaco di S.Lucia del Mela Santo Pandolfo. Secondo l’accusa alle amministrative del 2002 l’esponente locale del clan, Pietro Mazzagatti, avrebbe procurato voti al futuro sindaco in cambio dell’approvazione indebita della sanatoria di un fabbricato abusivo. L’avvio dell’indagine, culminata con gli arresti di oggi, da tempo aveva messo in allarme il vertice della cosca. Negli ultimi tempi, infatti, erano stati pesantemente minacciati i familiari del collaboratore di giustizia polacco e compiuti attentati ad appartenenti all’Arma dei Carabinieri. Nell’inchiesta sono indagate altre 20 persone per associazione mafiosa e 35 per concorso in gioco d’azzardo per la gestione delle bische clandestine.

(foto Dino Sturiale, cliccando su photoghallery tutte le foto degli arrestati)

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