Il fatto accade stamani: rimane a terra l'aliscafo delle 7.30, e i pendolari in attesa attendono dentro un box dove trovano di tutto. Il presidente del Comitato: «Ad ogni cosa c'è un limite»
La denuncia è di quelle forti. Arriva da Pietro Interdonato, presidente del Comitato Pendolari dello Stretto, costretti ad una mattinata non certo piacevole: «Nella città dei diritti negati e dei favori consentiti, succede anche questo: in data odierna, alle ore 7.30 l’aliscafo di Bluvia Tindari, ha avuto un problema allo “Jet- e i 250 pendolari in attesa di imbarcarsi per Reggio Calabria,hanno dovuto pazientare….ma l’inclemenza del tempo li ha costretti a trovare riparo presso un box nelle immediate vicinanze. A terra erano sparse cartacce,lattine di bibite consumate e un pessimo odore pervadeva l’ambiente, inoltre a terra c’erano tanti preservativi usati durante le ore notturne, quindi il box, nel terreno demaniale è un -lupanare-; habitat, humus naturale della cosiddetta classe politica messinese».
«I pendolari dello stretto – prosegue la nota – ormai stremati dalla negligenza di tutto lo schieramento politico corrotto che sottovaluta e non riesce a far rispettare il sacrosanto diritto alla mobilità, dagli alti vertici aziendali che dismettono senza avere la minima cognizione di quello che fanno, urlano che è impossibile continuare con questa folle idea di servizi che collegano le nostre due sponde. Rivolgono l’ennesimo appello prima che succeda l’irreparabile, poiché ad ogni cosa c’è un limite».