Il provvedimento ha raggiunto un'intera famiglia di Tortorici legata al clan dei Batanesi ed il custode del cantiere della Maltauro, l'impresa impegnata nella realizzazione del parco eolico dei Nebrodi
Il sostituto procuratore della DDA, Fabio D’Anna ha chiesto quattro rinvii a giudizio nell’operazione “Libeccio” che nello scorso mese di maggio portò all’arresto di un intero nucleo familiare tortoriciano. Secondo l’accusa il capofamiglia avrebbe imposto l’assunzione del figlio come guardiano notturno e della moglie come addetta alle pulizie all’impresa Maltauro, impegnata nei lavori di realizzazione del “Parco eolico dei Nebrodi”. La richiesta di rinvio a giudizio, con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso, riguarda Francesco Bontempo Scavo, 47 anni, secondo gli inquirenti appartenente alla famiglia dei “Batanesi”, la moglie Maria Pruiti, 42 anni ed il figlio Sebastiano, 24 anni. A loro si è aggiunto Giuseppe Sottile, capocantiere della Maltauro. Secondo quanto accertato dai Carabinieri Sottile avrebbe caldeggiato, presso i vertici della Maltauro, l’assunzione di moglie e figlio di Francesco Bontempo Scavo. Le indagini hanno consentito di scoprire che qualche settimana prima delle richieste di assunzione nel cantiere dell’impresa a Floresta erano stati rubati tre condizionatori d’aria. Non appena madre e figlio ottennero il lavoro la refurtiva fu restituita e la Maltauro non denunciò mai il furto. L’impresa continuò i lavori senza ricevere più alcuna richiesta estorsiva. Secondo i Carabinieri Sebastiano Bontempo Scavo non andava nemmeno in cantiere a lavorare ma gli stipendi venivano regolarmente corrisposti: 500 euro in nero a Maria Pruiti, 1500 con busta paga a Sebastiano Bontempo Scavo
