Gli istituti penitenziari messinesi secondo la Uil. L’insufficienza di personale uno dei problemi

Gli istituti penitenziari messinesi secondo la Uil. L’insufficienza di personale uno dei problemi

Redazione

Gli istituti penitenziari messinesi secondo la Uil. L’insufficienza di personale uno dei problemi

venerdì 30 Gennaio 2009 - 09:31

A ciò, affermano i segretari di Uil e UilPA Amato e Barresi, si aggiungono turni di lavoro estenuanti, carenze strutturali e mancanza di sicurezza

Manca ormai poco all’inaugurazione dell’anno giudiziario e la lente di ingrandimento di Uil e UilPa si sofferma sulla situazione delle carceri italiane attraverso un ‘indagine sul campo, o meglio “dietro le sbarre”. Mancanza di personale, turni di lavoro estenuanti e gravissime carenze strutturali; questi secondo il segretario Costantino Amato le principali difficoltà che si riscontrano all’interno degli istituti penitenziari italiani: tra questi, afferma il sndcato, non fanno eccezioni le strutture presenti sul nostro territorio, la casa circondariale di Gazzi, quella di Mistretta e l’Ospedale Psichiatrico di Barcellona.

«La prima vera piaga – spiega Francesco Barresi responsabile della UilPa Penitenziari – è la grave carenza di personale. A fronte di servizi che continuano a crescere restano bloccati gli arruolamenti con il risultato che il personale è costretto a turni di lavoro estenuanti». Le sei ore previste dal contratto nazionale, tendono spesso a “moltiplicarsi”, a seconda della tipologia di lavoro svolto: un fatto incredibile, spiega Barresi, se si considera che l’amministrazione penitenziaria retribuisce fino a 40 ore di straordinario per attribuire poi riposi compensativi che però il personale non riesce a fruire perché, per carenza di organico, deve ancora godere dei giorni di congedo ordinario.

A questo si aggiunge la carenza di sicurezza del personale, costretto a ricoprire più servizi contemporaneamente a rischio della propria incolumità e a dispetto della stessa normativa che prevede, ad esempio che, in mancanza di sicurezza vadano soppresse tutte le attività trattamentali. Il sindacato snocciola poi alcuni dati: nel caso di Gazzi, la pianta organica, risalente al 2001 prevede 293 unità di personale su 283 detenuti. Oggi, con almeno 20 servizi in più effettuati dalla polizia penitenziaria, le unità di personale sono 260 per 441 detenuti. A Ristretta 27 unità di personale su 50 detenuti (su una capienza di 16), personale non sufficiente a garantire la rotazione in turno. All’Ospeale Psichiatrico Giudiziario 131 agenti per più di 300 internati e per una struttura creata per contenerne 216.

Non vanno poi tenute in minore considerazione le carenze strutturali degli istituti di pena messinesi. «Il reparto cellulare del carcere di Gazzi – sottolineano Amato e Barresi risulta fatiscente al punto da costringere lo stesso personale a richiedere l’intervento dei vigili del fuoco e persino il reparto camerotti, da poco ristrutturato, presenta infiltrazioni d’acqua. Situazione analoga si registra all’OPG di Barcellona e alla casa circondariale di Mistretta che, per sua stessa natura, essendo molto vecchia come costruzione, soffre non solo di carenze strutturali ma anche di frequenti interruzioni dell’acqua corrente e di guasti all’impianto di riscaldamento».

Condizioni di lavoro ai limiti della tollerabilità quindi per il personale di polizia penitenziaria che a partire da lunedì 2 febbraio sarà impegnato in una protesta ad oltranza davanti all’OPg di Barcellona per chiedere di essere ascoltato sia a livello regionale che a livello nazionale, dove nonostante le ripetute richieste il Ministro Alfano non convoca le organizzazioni sindacali. “La Uil – conclude il segretario Generale Costantino Amato – si prefigge l’impegno di chiedere in tutte le sedi istituzionali interessate l’adeguamento delle piante organiche sia in relazione al sovraffollamento degli istituti, sia in rapporto all’aumentato carico di servizi affidati alla polizia penitenziaria che hanno prodotto negli ultimi anni un aumento esponenziale della mole di lavoro”.

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