Mare Nostrum: la Corte d'Appello non acquisisce la lettera anonima

Mare Nostrum: la Corte d’Appello non acquisisce la lettera anonima

Redazione

Mare Nostrum: la Corte d’Appello non acquisisce la lettera anonima

mercoledì 11 Marzo 2009 - 16:00

Saranno sentiti, invece, i marescialli dei Carabinieri che sentirono il pentito Maurizio Bonaceto

Dopo una lunga camera di consiglio i giudici della Corte d’Assise d’appello, in cui si sta celebrando il maxiprocesso Mare Nostrum, hanno deciso. La lettera anonima, consegnata nell’udienza di lunedì scorso dall’avvocato Franco Bertolone, non sarà acquisita agli atti. L’esplosiva missiva, sulla cui autenticità sussistono molti dubbi, non entrerà a far parte delle carte del processo proprio perché anonima e dunque priva di grande attendibilità. Delusione fra gli avvocati difensori che puntavano su questa lettera non solo per il buon esito del processo d’appello Mare Nostrum ma anche per tentare di riaprire procedimenti già conclusi con sentenze definitive come quello per l’omicidio del giornalista Beppe Alfano.

L’avvocato Bertolone ha detto di aver trovato la lettere nella cassetta della posta di casa alla fine del 2008. Inviata da Barcellona presenta una serie di pesanti considerazioni avanzate da un magistrato che sostiene di sentirsi prossimo all’arresto. E, dunque, vuota il sacco senza tanti complimenti. Racconta che la verità sull’omicidio Alfano non è quella venuta fuori dal lungo processo e che ha portato alla condanna del mandate Giuseppe Gullotti (all’ergastolo) e dell’esecutore materiale (Antonino Merlino). Gullotti starebbe pagando –dice l’anonimo- per un omicidio non commesso mentre è stato assolto per altri dei quali invece sarebbe responsabile. Fa i nomi di avvocati e giudici che sarebbero al corrente di scottanti verità e si dice vittima di questo sistema. Un vero e proprio testamento alla vigilia di un arresto che in realtà non c’è mai stato (la lettera porta la data del 2006). In molti avrebbero individuato nello scrivente un noto magistrato del distretto giudiziario messinese, per altri sarebbe solo un falso clamoroso. La Corte d’Appello ha, invece, accolto l’eccezione in cui si chiede che vengano ascoltati i due sottufficiali dei Carabinieri che anni fa sentirono il pentito Maurizio Bonaceto all’inizio della sua collaborazione. Nella lettera anonima, infatti, si mettono in dubbio la credibilità del pentito e le sue dichiarazioni, decisive per giungere alla verità nel processo Alfano.

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