La società di Bergamo sequestrata per presunti favori alla mafia aveva aperto a Messina uno stabilimento in previsione della realizzazione dell’opera, sicura di essere la fornitrice del materiale per la costruzione
Il particolare emerge dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta che ieri ha portato all’arresto dell’amministratore delegato della società bergamasca, Mario Colombini. Il dichiarante Salvatore Paterna, ex dipendente dell’azienda, arrestato e condannato per mafia nei mesi scorsi, ha dichiarato ai pm che -la Calcestruzzi spa aprì l’impianto di Messina in previsione della costruzione del ponte sulla stretto; del resto Impregilo ex Girola spa ha sempre lavorato con la Calcestruzzi-. Paterna ha fatto capire agli inquirenti che la Calcestruzzi voleva mettere le mani sull’affare miliardario.
La Calcestruzzi spa, fornendo conglomerati di qualità difforme dai capitolati di appalto per la costruzione di opere pubbliche e private, potrebbe aver creato problemi strutturali e di durabilità. Con questa ipotesi la procura della Repubblica di Caltanissetta ha disposto controlli su alcuni edifici e strutture, mentre su altri è stato disposto il sequestro preventivo.
A causa del calcestruzzo -depotenziato-, secondo gli inquirenti, vi potrebbe essere pericolo strutturale e di durabilità di alcune opere e per questo sono state poste sotto sequestro. Fra queste vi è il nuovo palazzo di giustizia di Gela, il Porto Isola-Diga Foranea di Gela, la strada a scorrimento veloce Licata-Torrente Braemi e lo svincolo di Castelbuono-Pollina – che si sviluppa su un lungo viadotto – sul tratto autostradale A20 Palermo-Messina.
Per queste opere sarebbero stati forniti conglomerati composti da minor quantitativo di cemento rispetto alla quantità prevista nei relativi contratti di fornitura, -procurando così un ingiusto profitto di circa due euro per metro cubo di calcestruzzo fornito-. In questo modo gli inquirenti sottolineano che hanno indotto in errore le rispettive stazioni appaltanti: la Prefettura di Caltanissetta, il ministero della Giustizia e il Comune di Gela, il C.A.S. S.p.a. (Consorzio Autostrade Siciliane) e l’Anas Spa, -che ricevevano conseguentemente – per i pm – un danno di rilevante gravità-.
I minori quantitativi di cemento e il diverso -mix design- fanno sorgere ai magistrati dubbi sulla resistenza statica e dinamica delle opere sequestrate o ancora sulla loro durabilità.
Gli inquirenti osservano che dopo l’intervento della magistratura avvenuta nei mesi scorsi, l’impresa che ha realizzato lo svincolo di Castelbuono-Pollina, ha svolto opere di consolidamento alle fondamenta, mettendo così in sicurezza la struttura -che altrimenti non presentava caratteristiche minime necessarie al superamento di un collaudo statico-.
