Il segretario generale del settore trasporti Enzo Testa scettico sulla possibilità che il servizio, così concepito, possa avere successo. Passaggio fondamentale rimane la firma del contratto di servizio con la Regione
La Metroferrovia ripartirà il 6 settembre. Questa è una certezza. Ciò che bisogna chiedersi è invece quanto potrà durare. Proprio così, perché nonostante il prevedibile entusiasmo dell’amministrazione per l’accordo raggiunto a Roma, le premesse sembrano essere le stesse di un anno fa, e i fatti dimostrano purtroppo la pessima riuscita di quello che il 15 gennaio del 2009 venne definito un avvio “in fase sperimentale”.
Particolarmente scettico a tal proposito il segretario della Cisl Trasporti Enzo Testa, che dopo aver appreso per mezzo stampa la notizia dell’incontro romano (i sindacati non erano infatti stati messi a conoscenza dell’appuntamento), ha preso contatti con il direttore del trasporto locale di Trenitalia, dott. Carollo, per cercare di definire meglio i contorni della situazione. Ebbene, il giudizio del rappresentante sindacale è tutt’altro che positivo: «Le condizioni sono sempre le stesse e in quanto tali insufficienti a garantire un servizio di qualità nato con l’obiettivo di snellire la viabilità cittadina dalla zona sud verso il centro della città – spiega Testa – I treni continueranno a passare con una frequenza insufficiente a fornire un servizio cadenzato, con la conseguenza che i cittadini dovendo aspettare il passaggio del mezzo per più di 20 minuti, finiranno con lo scegliere comunque il mezzo privato. Una maggiore disponibilità di carrozze potrebbe esserci qualora si decida di deviare verso Messina i mezzi che non passeranno più per la tratta Palermo-Trapani, (momentaneamente interessata da lavori di ristrutturazione per la creazione del doppio binario), ma è un’ipotesi che al momento non conosce conferma».
Un quadro, quello prospettato da Testa che certo non costituisce una premessa confortante. Sebbene infatti i messinesi potrebbero essere maggiormente invogliati ad utilizzare la Metroferrovia anche grazie all’introduzione del biglietto unico, il rischio è di tornare comunque al punto di partenza: secondo il ragionamento espresso da Testa, infatti, le carrozze, per il motivo di cui sopra, continueranno a rimanere vuote e la società di trasporto non avrà più alcun interesse a mantenere attivo un servizio che non produce utili. A ciò, spiega l’esponente della Cisl, si aggiunge il rischio che l’Atm, date le pessime condizioni del proprio parco mezzi, non sarà in grado di fornire un ulteriore incremento di bus per la zona sud, che dovrebbero fare da spola verso il centro città.
Passaggio obbligato secondo il rappresentante della Cisl, rimane dunque la firma del contratto di servizio con la regione a 120 milioni di euro (somma che garantirebbe anche la copertura finanziaria per la metroferrovia) o in alternativa un accordo che il Comune dovrebbe stipulare con Trenitalia: «Nel corso di una riunione avuta tempo fa a Palazzo Zanca tra sindacati, amministrazione e dirigenti Trenitalia, quest’ultimi – spiega Testa – si erano detti disponibili a portare a 36 (anzichè le 18 previste) il numero delle corse, sulla base di un accordo economico di 1 milione di euro. Una proposta che è stata accantonata ma che dovrebbe invece essere riconsiderata, anche alla luce degli introiti derivanti dal pagamento dell’Ecopass e che potrebbero appunto essere investiti per portate avanti tale intesa con Trenitalia. In caso contrario, il destino della Metroferrovia è già scritto. Sarà ancora una “falsa partenza”».
(foto Daniele Chitè)
