Ammontano a 150 milioni di euro i beni sequestrati dai poliziotti al capo di Cosa nostra Bernardo Provenzano e al boss Salvatore Lo Piccolo. I giudici del tribunale di Palermo hanno disposto i provvedimenti di sequestro accogliendo la richiesta del procuratore aggiunto Roberto Scarpinato e del sostituto Gaetano Guardì. -Secrets business- il nome dell’operazione che ha permesso di porre i sigilli anche a una serie di ville a San Vito Lo Capo e ad una cava di materiale inerte in provincia di Palermo.

I beni sequestrati dalla polizia sono riconducibili per gli investigatori ad Andrea Impastato, 60 anni, arrestato il 2 ottobre 2002 per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta su Giuseppe ‘Pino’ Lipari, il tesoriere di Provenzano. Secondo la Polizia Impastato sarebbe un prestanome di Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo.

Tra i beni immobili posti sotto sequestro ci sono quaranta appezzamenti di terreno a Terrasini, Cinisi, Carini, Montelepre, Monreale, San Vito Lo Capo; una cava per l’estrazione di inerti fra Carini e Montelepre; un complesso industriale a Carini adibito a centro commerciale, un complesso industriale a Carini adibito alla preparazione di inerti e conglomerati cementizi; un complesso industriale costituito da più capannoni utilizzati per lo stoccaggio di merci varie conto terzi nella zona industriale di carini; un complesso turistico residenziale denominato -Calamancina residence- a San Vito Lo Capo costituito da numerosi appartamenti e da alcune villette. Sequestrati anche conti correnti, depositi e titoli.