Il Personale del Policlinico contro il Commissario: seconda puntata in Tribunale

Il Personale del Policlinico contro il Commissario: seconda puntata in Tribunale

Il Personale del Policlinico contro il Commissario: seconda puntata in Tribunale

mercoledì 10 Ottobre 2007 - 11:27

I sindacati fanno causa al dirigente per comportamento antisindacale

I dipendenti del Policlinico hanno chiesto giustizia in Tribunale per il comportamento antisindacale del Commissario straordinario, Antonio Mira. Sostenuti e rappresentati dai sindacati, attendono l’esito dell’udienza proprio oggi. Attualmente, gli esponenti sindacali stanno discutendo la causa difesi dall’avvocato Angelo Vitarelli e davanti al giudice, Alessandra Santalucia. Per l’Azienda ospedaliera, si è presentato il commissario straordinario in qualità di rappresentante legale, difeso da due avvocati, uno di Messina e un altro di Palermo.

Lo scorso 3 ottobre, in Tribunale, è stato affrontato e superato il primo provvedimento, disposto dal Dottor Mira, che ha scatenato l’indignazione del personale medico ed infermieristico. Ma già domani, si procederà alla contrattazione sentenziata dalla scorsa udienza. Una prima vittoria per i lavoratori.

Il motivo del malcontento è stato l’applicazione del 5° turno nell’orario di lavoro di infermieri ed ausiliari, ma anche la disposizione delle guardie mediche per gli specialisti. Queste variazioni nel programma delle attività erano diventate esecutive dallo scorso 7 settembre, con una delibera di Mira. In realtà, le aveva illustrate lo scorso 27 luglio e proclamate ufficiali, tre giorni dopo, con un documento aziendale.

L’intervento degli esponenti di categoria si è rivelato decisivo: il comportamento del commissario è stato dichiarato antisindacale e l’attuazione delle sue disposizioni è stata bloccata.

“L’autorità del funzionario diventa discutibile se viene a mancare la contrattazione con i lavoratori-– spiegano i sindacati. Infatti, ci sono 60 giorni disponibili per una contrattazione sindacale, 60 giorni che avrebbero dovuto decorrere dal 27 luglio. I termini non sono stati rispettati e la vicenda si è complicata. Così, oggi, si deciderà l’esito.

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