Continua la protesta dei precari della ricerca, che si dichiarano pronti alla mobilitazione.
Questa volta, a non andare proprio giù, è quella che è stata interpretata come l’ennesima “provocazione del Senato Accademico-. La NIdiL CGIL, infatti, critica i criteri individuati per l’assegnazione dei 17 posti di ricercatore co-finanziati dal Ministero dell’Università e degli altri 14 a totale carico dell’Ateneo, ritenendo “che le scelte operate caratterizzino negativamente la fase di reclutamento attualmente in corso.
Sui primi 17 va detto che, contrariamente a quanto indicato dal Decreto Ministeriale 506/2007, i posti sono stati ripartiti alle Facoltà tenendo conto delle quiescenze e del rapporto studenti/docenti equivalenti, ignorando così la reale composizione sociale di questo ateneo, il ruolo dei numerosi precari che vi lavorano e senza che l’Università si sia dotato di uno strumento oggettivo e trasparente per la valutazione della produttività scientifica.
Il Senato Accademico, nel documento sulla “Dinamica della Distribuzione delle Risorse Economiche-, ha ribadito la volontà di perseguire gli stessi criteri di assegnazione anche per i nuovi posti di ricercatore co-finanziati che il Ministero assegnerà auspicabilmente anche per gli anni 2008 e 2009. Le distorsioni prodotte da queste scelte sono davanti gli occhi di tutti: alla Facoltà di Scienze, con 38 titolari di assegni di ricerca saranno riconosciuti, tra quelli co-finanziati, solo 2 posti di ricercatore; alla Facoltà di Scienze della Formazione, con solo tre titolari di assegni, saranno ben tre i posti di ricercatore a disposizione. Come è evidente, questa ripartizione produce delle assegnazioni del tutto incongruenti rispetto allo spirito del disegno ministeriale, teso a tamponare con delle misure “straordinarie- l’emergenza rappresentata dal dilagante fenomeno del precariato nella ricerca universitaria. Inoltre, i criteri individuati dal Senato Accademico per la ripartizione degli altri posti di ricercatore, basati su una apparente meritocrazia (oltremodo pubblicizzata) suscitano ulteriori riserve: i posti di ricercatore da assegnare sulla produzione scientifica (cioè in funzione della qualità della ricerca) saranno paradossalmente solo una quota modesta, il 30%, dei posti messi a concorso in futuro.
Infine, anche le scelte di programmazione strategica dell’Ateneo, che influiranno su un altro 20% di nuove assunzioni, sembrano sfuggire ai criteri di oggettività, se è vero che importanti obiettivi di ricerca – connessi a progetti di impresa basati su attività di spin-off e trasferimento tecnologico – convivono paritariamente con scelte che lasciano legittimamente perplessi, come il finanziamento di corsi di Enogastronomia e DAMS. Da un punto di vista meramente imprenditoriale sembra quantomeno risibile investire sulla formazione post-laurea — che spesso dura dai sette ai quindici anni ― per poi non individuare a nessun livello programmatico una linea di continuità che sfoci in assunzioni cicliche.
Al Senato Accademico desideriamo, quindi, comunicare che il Coordinamento dei Precari della Ricerca e NIdiL CGIL attiveranno tutte le iniziative di lotta più idonee a contrastare l’attuale politica di reclutamento dell’Università, che consideriamo assolutamente inadeguata rispetto alle esigenze della ricerca pubblica e delle centinaia di lavoratori precari che ad essa si dedicano da anni e con enormi sacrifici personali-.
