Gli abitanti delle piccole frazioni di Altolia e Molino cercano a fatica di riconquistare la normalità, ma lamentano poca considerazione da parte delle istituzioni: «Continuando a fare lezione in chiesa i bambini non supereranno mai il trauma di quella notte»
Con l’avvicinarsi della stagione calda e delle belle giornate, nel dissestato territorio della provincia di Messina si tira un sospiro di sollievo. Sempre meno frequenti, infatti, i temporali e le piogge che per tutto l’inverno non hanno lasciato tregua ai villaggi della zona sud della città e ai tanti abitanti dei comuni dei nebrodi. Nonostante dunque sia diminuito il rischio di frane e smottamenti, in alcune zone il tempo sembra essersi fermato a quella maledetta nottata.
Ne sanno qualcosa i bambini di Altolia e Molino ancora impegnati a svolgere le lezione nella chiesa del villaggio di Altolia. Una condizione di estrema precarietà come lamentano i residenti delle due frazioni che, senza troppi giri di parole, fanno capire di sentirsi dimenticati ed abbandonati: «I bambini non riescono a superare il trauma dell’alluvione anche a causa del fatto che si trovano ancora a far lezione nei locali della chiesa e non in una vera e propria scuola. Continuando di questo passo non riusciranno mai a lasciarsi alle spalle le loro paure». L’edificio scolastico occupato dai bambini della materna e delle elementari (46 fra Altolia e Molino ora rimasti 26), continua a rimanere chiuso e dunque inagibile in attesa degli interventi di messa in sicurezza nella montagna di fronte, anche essa potenzialmente a rischio frana. Nel dettaglio, i lavori previsti per i due villaggi collinari riguardano: per Molino la sistemazione del versante a monte della piazza e la sistemazione del versante in prossimità dell’accesso al paese, per Altolia, invece, Sistemazione idraulica e viaria Vallone. In tutti e tre i casi, la progettazione è ancora in corso.
Gli abitanti delle due frazioni, le ultime ad essere raggiunte nella notte dell’alluvione proprio a causa della posizione elevata e delle condizioni non certe agevoli della Strada Provinciale di collegamento, anch’essa fortemente danneggiata dalle frane, dichiarano di aver sentito poca vicinanza da parte delle istituzioni anche nelle festività pasquali appena trascorse: «Ad eccezione dell’iniziativa della Protezione Civile Regionale e di alcuni privati cittadini che hanno donato delle uova di Pasqua ai piccoli del paese – spiega uno dei rappresentanti della parrocchia – dalle altre autorità siamo stati completamenti ignorati, non abbiamo avvertito nessuna solidarietà». Parole che “stridono” se si pensa invece all’iniziativa promossa dai volontari dell’Ail (l’Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mielosa), che hanno donato a bambini di Giampilieri le immancabili uova di cioccolato. Il gruppo giovanile dei volontari dell’Associazione si è infatti recato nelle scuole elementari ed ha consegnato i doni pasquali. Una visita che è invece mancata proprio nella piccola chiesa-scuola di Altolia, dove nonostante tutto si cerca di andare avanti: il prossimo 8 maggio, infatti, verrà aperto il nuovo oratorio, realizzato grazie ai fondi raccolti da diverse associazioni. Una struttura che pur se di ridotte dimensioni, si propone di diventare centro di aggregazione di una comunità che fatica a recuperare la propria unitaria identità.
Ma anche a Giampilieri si lavora per cercare di recuperare, giorno dopo giorno, mese dopo mese, una dimensione di comunità. A partire proprio dalla costituzione di un centro di aggregazione che possa riunire giovani e adulti. Ancora da definire i particolari di un progetto che sembra però poter contare su fondi messi a disposizione dalla Caritas. In settimana, poi, previsto un incontro tra i rappresentanti del Comitato “Salviamo Giampilieri” e alcuni esponenti di un’associazione cittadina interessata a finanziare il progetto di ristrutturazione della fontana Acqua Villari, in una delle piazzuole di Giampilieri.
(foto Sturiale)
