Un esposto inviato alla Procura della Repubblica per chiedere che il materiale pericoloso accumulato nelle spiagge e non solo, venga smaltito secondo la normativa vigente
Un esposto inviato alla Procura della Repubblica e tutte le autorità competenti per ottenere garanzie di tutela per la salute dei cittadini delle zone alluvionate di Scaletta Zanclea e dei comuni limitrofi, per i quali, oltre a trauma psicologico, si aggiunge anche il pericolo amianto.
Autori del document, Giacomo Di Leo, coordinatore del Comitato No Frane della riviera jonica messinese e Nunziata Cintorrino, coordinatore del Comitato “Ambiente e Salute” di Alì Terme che denunciano: -A seguito della tragedia del 1 ottobre, il trasporto di inerti ricavati dalla demolizione dei fabbricati abbattuti, ha favorito il deposito di notevoli quantità di amianto sulle spiagge di Scaletta-.
“Nonostante la segnalazione del pericolo – continuano i rappresentanti – finora non è stato effettuato nessun intervento, ma con l’avvicinarsi delle mareggiate che tutto coprono e insabbiano, la situazione non è destinata a migliorare”. Ma i problemi non sono finiti qui, poiché un versante di montagna prospiciente al Torrente Saponarà, è venuto giù in seguito ai lavori di allargamento dell’alveo del corso d’acqua: “Come ha dichiarato polemicamente un cittadino, durante un’assemblea presenziata dal capo del Genio Civile, ing. Gaetano Sciacca, i lavori hanno tagliato il “piede” alla montagna. Per fortuna la frana si è verificata in un giorno non lavorativo, quindi sotto il pendio non c’erano gli operai: ciò ha evitato una nuova disgrazia”.
Tante le situazioni ancora da risolvere sostengono i rappresentanti dei cittadini, per i quali rimane però prioritaria la risoluzione del problema amianto: la richiesta è che la raccolta del materiale pericoloso venga fatta seguendo le rigorose disposizioni dettate dalla legge a tutela della salute pubblica e “che i cittadini della zone alluvionate possano riprendere a ricostruire il proprio territorio e la propria vita senza subire ulteriori prepotenze e danni alla salute”.