Prevenzione sismica. Un piano di emergenza c’è, insufficienti i fondi per -pubblicizzarlo-

Prevenzione sismica. Un piano di emergenza c’è, insufficienti i fondi per -pubblicizzarlo-

Redazione

Prevenzione sismica. Un piano di emergenza c’è, insufficienti i fondi per -pubblicizzarlo-

sabato 18 Aprile 2009 - 00:07

Comune e Provincia già al lavoro per dare il via ad una capillare attività di monitoraggio e verifica delle strutture pubbliche e private presenti sul territorio, ma cosa fare in caso di emergenza? Per saperne di più necessario attendere ancora qualche settimana...

Il terremoto d’Abruzzo ha definitivamente messo in primo piano l’allarme sismico e con esso il rischio crollo di edifici pubblici e privati non sempre costruiti rispettando la normativa in materia. La crosta terrestre, svegliatasi dal letargo degli ultimi anni, oltre ad aver fatto “ballare” e in alcuni casi crollare villette e palazzine di 7-8 piani, ha al tempo stesso fatto prendere coscienza a chi di dovere dell’enorme responsabilità legata ad una scellerata cementificazione del territorio che, soprattutto in certe zone d’Italia, Messina in primis, può improvvisamente avere a che fare con una natura matrigna e poco clemente.

Ma i problemi per la città dello Stretto e per gran parte dei centri presenti nella fascia orientale della Sicilia, vanno affrontati su un doppio fronte: da un lato, come riconosciuto anche dal capo del dipartimento regionale della Protezione Civile Salvatore Cocina, è imminente la necessità di dare il via ad una vera e propria ristrutturazione di gran parte degli edifici messinesi; d’altra parte non va però dimenticata l’altrettante impellente necessità di fornire alla cittadinanza un adeguato piano di protezione civile che possa, nel caso di un’improvvisa calamità, permettere di fronteggiare l’emergenza nel miglior modo possibile.

Ed è proprio da qui che partiamo con l’aiuto del responsabile del servizio regionale di protezione civile per la città di Messina Bruno Manfré, incaricato anche di coordinare i primi soccorsi partiti dalla città dello Stretto in aiuto delle popolazioni abruzzesi: «Affrontare situazioni di emergenza legate a calamità naturali come il sisma che ha colpito la provincia dell’Aquila non è mai un compito semplice. Per questo è necessario poter contare su un’organizzazione che, almeno nelle fasi immediatamente successive la tragedia, permetta alla gente di non sentirsi completamente priva di punti di riferimento. Superato questo momento è ovvio che, nel caso di Messina, così come in altre città, sarà fondamentale un aiuto che provenga da fuori».

Prima di tutto dunque un piano di emergenza, esattamente come quello che l’amministrazione comunale ha approvato lo scorso mese di dicembre e in cui, come spiega l’assessore alla protezione civile Fortunato Romano, si individuano in città circa 400 aree, suddivise fra i sei quartieri, dove le persone potranno raccogliersi e ritrovarsi in caso di pericolo: «Nel più breve tempo possibile, speriamo nella prossime settimane, metteremo a conoscenza la cittadinanza del piano che è stato predisposto dall’amministrazione – spiega il rappresentante della giunta Buzzanca -. Lo faremo attraverso un organica campagna di comunicazione-informazione, attraverso la distribuzione di manualetti nei quali verranno indicati i vari centri di raccolta, le norme comportamentali da seguire per cercare di affrontare l’emergenza nel migliore dei modi anche dal punto di vista psicologico, evitando che si vengano a creare prevedibili situazioni di panico. Abbiamo pensato anche alla realizzazione di cd e video in cui spiegare anche mediante le immagini cosa fare, e alla creazione di pagine web interamente dedicate all’illustrazione del piano. Successivamente – continua Romano – è nostra intenzione effettuare un’esercitazione per testare il livello di “preparazione” dei cittadini rispetto ad un’eventualità di questo tipo».

La situazione sembra quindi essere sotto controllo, salvo un “piccolissimo problema-: i messinesi, come dichiarato dallo stesso Romano, solo nelle “prossime settimane” potranno cominciare a saperne di più: «Stiamo cercando di fare il possibile per recuperare le somme necessarie che ci permetteranno di dare il via a questa campagna di comunicazione ma l’attuale condizione finanziaria delle casse comunale non ci aiuta». Presto detto insomma, il piano c’è ma i diretti interessati, i cittadini, non ne sono a conoscenza. Questione di qualche mese o solo forse di qualche settimana, ma nell’attesa che fare? Sperare per il meglio, guardarsi intorno e pensare, almeno per il momento, al proprio piano d’emergenza.

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