«Al recupero di Maregrosso si accompagni un adeguato decentramento delle aree produttive». L’intervento della Sada-Casartigiani

«Al recupero di Maregrosso si accompagni un adeguato decentramento delle aree produttive». L’intervento della Sada-Casartigiani

«Al recupero di Maregrosso si accompagni un adeguato decentramento delle aree produttive». L’intervento della Sada-Casartigiani

giovedì 04 Marzo 2010 - 09:41

Il presidente della associazione degli artigiani Carmelo Santalco considera positiva la bonifica della zona ma chiede che contestualmente l’amministrazione si impegni ad individuare un nuovo spazio per le attività artigianali. Questa la proposta: «L’Asi ceda le proprie aree Zir al Comune, l’amministrazione si impegni a fare altrettanto»

Uno dei tanti aspetti da analizzare e valutare negli interventi di pulizia e bonifica dell’area di Maregrosso, nello specifico via Adrano, necessari per il recupero di una zona dalle potenzialità finora non sfruttate, anzi soffocate dalla sporcizia e dall’abbandono, riguarda il futuro delle attività artigianali presenti nella zona. Un problema saltato all’occhio dell’amministrazione, in particolare dell’assessore Isgrò che sta curando e coordinando le operazioni di concerto con la capitaneria di Porto, e che va attivamente affrontate. Chiara a tal proposito la posizione dello stesso Isgrò che nell’ottica del tanto invocato recupero del waterfront, ha sottolineato la necessità di promuovere nella porzione di tessuto urbano considerato, attività che si sposino con la vocazione marinare della città e nello specifico del litorale. Necessaria dunque l’individuazione di una sistemazione alternativa per quegli artigiani presenti in via Adrano e nelle zone limitrofe, o quantomeno per coloro che l’hanno fatto nel rispetto della legalità.

Sulla questione la parola passa dunque agli artigiani, o meglio al presidente di una delle associazioni di categoria, la Sada-Casartigiani, Carmelo Santalco. «Ciò che oggi ci interessa e ci preoccupa – afferma Santalco – è capire se e come l’artigianato si innesta nei processi di riqualificazione e rigenerazione territoriale liberando la città da un giogo che la soffoca, la mortifica e la depaupera». Una premessa cui segue una proposta concreta, anzi un “suggerimento” avanzato dal presidente proprio per consentire all’artigianato di continuare a “vestire” un ruolo primario nell’economia messinese: «L’Asi potrebbe ceder le sue aree Zir al Comune, la cui destinazione produttiva ormai nel tempo è mutata, ed il Comune offrire aree dove l’Asi può costruire capannoni. Siamo infatti favorevoli – spiega – all’avvio in tempi rapidi di una radicale riqualificazione e valorizzazione dell’attuale zona di Maregrosso e della Via Don Blasco con la contestuale realizzazione della tanto sospirata Via del Mare fino alla Zona Falcata. Pur tuttavia quando si pensa alla Via Don Blasco ed a tutta quella lunga porzione di terreno che in generale va dalla zona falcata a Maregrosso (compreso il fronte mare), non possiamo non porci il problema delle numerose attività produttive artigianali che insistono in quella lingua di territorio urbano per tanto tempo abbandonata a se stessa».

Il recupero dell’intera zona, dunque, a detta di Santalco potrebbe rappresentare anche l’occasione giusta per favorire la rinascita delle attività manifatturiere finora svolte in quegli spazi, trovando altrove un’ulteriore possibilità di sviluppo. Per il presidente della Sada-Casartigiani, così come chiaramente sostenuto dall’assessore Isgrò, è impensabile la possibilità di realizzare il recupero del water front ed una eventuale Via del Mare lasciando le attività artigianali dove tutt’ora insistono, perché il risultato sarebbe solo quello di una strada intasata e congestionata dai mezzi che si muoveranno ancora a servizio delle tante attività produttive. «E tuttavia sarebbe ancor più pensare di dare un bel colpo di spugna ad una fetta importante delle attività produttive cittadine».

Santalco invita dunque l’amministrazione comunale e l’Asi a seguire ed attuare il suggerimento sopra proposto partendo con il censire ogni singola posizione e cercando di capire chi è in regola e chi no. «Contemporaneamente – conclude -si comincino a pianificare seri interventi per reperire nuove aree ove allocare le vecchie e le nuove attività produttive, coinvolgendo responsabilmente l’Asi e il Comune di Messina, e dettando tempi brevi e tappe forzate per raggiungere gli obiettivi».

(foto Sturiale)

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