Rinviato a giudizio l'on. Vincenzo Garofalo per il suicidio in mare di una donna e dei suoi due figli

Rinviato a giudizio l’on. Vincenzo Garofalo per il suicidio in mare di una donna e dei suoi due figli

Rinviato a giudizio l’on. Vincenzo Garofalo per il suicidio in mare di una donna e dei suoi due figli

venerdì 22 Maggio 2009 - 11:49

La vicenda risale al 2003 quando Garofalo era presidente dell'Autorità Portuale

L’on. Vincenzo Garofalo è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo plurimo. Il deputato del PDL si è presentato davanti al gip Grimaldi per rispondere di una vicenda che risale al 4 ottobre del 2003 quando era ancora presidente dell’Autorità Portuale. Un caso che commosse tutta l’Italia: una giovane donna decise di suicidarsi lanciandosi con l’auto nelle acque del porto di Messina insieme con i due figlioletti. Ora il gip, accogliendo le tesi dell’accusa, lo ha rinviato a giudizio, davanti al giudice monocratico, per il 12 ottobre prossimo.

Secondo il PM la tragedia fu agevolata dall’assenza di barriere protettive attorno all’area portuale. Era il 4 ottobre del 2003 quando Carmela Bertuccio, 35 anni di Belpasso, uscì di casa, raggiunse Messina e si lanciò con l’auto nelle acque del porto insieme ai due bambini. Un terzo, Salvatore di 10 anni si salvò perché non volle andare con la madre e restò a casa dei nonni. Il corpo della donna fu visto galleggiare la mattina successiva da un pescatore nello specchio d’acqua antistante il molo Rizzo. Poco dopo furono recuperati anche quelli dei bambini.

Le indagini furono affidate al sostituto procuratore Vincenzo Cefalo. Il gip De Marco aveva respinto la sua richiesta di archiviazione chiedendo un approfondimento delle indagini. Secondo l’accusa Garofalo non avrebbe ottemperato ad un’ordinanza della Capitaneria di porto di Messina del 2001 che disponeva la messa in sicurezza dell’area portuale. Proprio per evitare l’ingresso sulle banchine del porto di persone non autorizzate andavano posizionate delle barriere new jersey e chiusi tutti i varchi di accesso. Anche perché appena un mese prima, il 7 settembre, un anziano si era già lanciato in mare con la propria auto. Nonostante tutto, secondo la Procura, non furono assunte iniziative per scongiurare questi rischi.

La Bertuccio era scomparsa da casa il pomeriggio del giorno precedente insieme ai due figli. Il marito, Mario Pulvirenti, dal quale era separata da dieci mesi ma che continuava a vedere, non trovandola a casa ne denunciò la scomparsa alla Questura. Ma la donna si era già diretta a Messina dove trascorse la notte in auto con i due figli. Quando i bambini si addormentarono sul sedile posteriore, Carmela Bertuccio raggiunse il molo Rizzo, mise l’auto in folle e la lasciò scivolare in mare

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