Una perizia tecnica ha scagionato i principali indiziati e assolto i soccorsi stabilendo che non potevano fare di più. Dopo sei mesi di indagini per accertare le responsabilità del rogo di Patti la Corte di Cassazione ha dato ragione all’avvocato Tommaso Calderone, difensore dei fratelli Mariano e Valerio La Mancusa, rispettivamente 31 e 32 anni, arrestati due giorni dopo il rogo di Patti, in cui persero la vita sei persone che si trovavano all’interno dell’agriturismo “Il rifugio del falco- quando scoppiò l’inferno.
La Cassazione ha stabilito che i due pastori non andavano arrestati. Stessa conclusione a cui era arrivato il Tribunale della Libertà di Patti, qualche giorno prima, scarcerando Valerio La Mancusa, rimasto dietro le sbarre per 5 mesi più altri 20 giorni ai domiciliari, mentre Mariano era tornato in libertà poco dopo il suo arresto. Secondo i giudici del Riesame, non ci sono elementi per collegare direttamente e il rogo sviluppatosi nel luogo dove sono stati avvistati i pastori e quello che, propagandosi, ha avviluppato l’agriturismo.
La perizia, affidata dal Gip Onofrio Laudadio al professor Giovanni Bovio dell’Università di Torino, ha inoltre scritto la parola fine sulle polemiche che hanno riguardato i soccorsi sostenendo che è stato fatto tutto ciò che era possibile fare sia prima che dopo che il fuoco raggiungesse il -Rifugio del Falco-.
