I sostituti procuratori Angelo Cavallo ed Adriana Sciglio hanno aperto un’inchiesta sullo sciopero dei lavoratori dell’ATM che ha lasciato i messinesi a piedi dal 16 al 21 gennaio. Cinque giorni in cui i messinesi, e soprattutto quelli appartenenti alle categorie più deboli, hanno dovuto fare i conti con gravissimi disagi provocati dall’ intransigenza delle maestranze aderenti alla UIL ed ai sindacati di base, mentre CGIL e CISL hanno scelto una pozione più morbida, rivolta al dialogo con i vertici aziendali e con Palazzo Zanca. Per cinque giorni autobus e tram restarono nei depositi nonostante le assicurazioni del commissario regionale Sinatra che entro una settimana sarebbero state accreditate le somme per il pagamento delle mensilità.
I sostituti Cavallo e Sciglio hanno anche formulato un’ipotesi di reato: interruzione di pubblico servizio che potrebbe essere contestata ai dipendenti che hanno cavalcato la protesta avviata per ottenere il pagamento degli stipendi di dicembre e sena alcun preavviso. I due magistrati della Procura hanno già sentito il presidente dell’ATM Franco Providenti al quale hanno formulato una serie di domande sulla situazione amministrativa dell’azienda e sui rapporti con il personale e le organizzazioni sindacali. Altri interrogatori sono stati fissati per i prossimi giorni ed è possibile anche l’acquisizione di atti nella sede dell’azienda di via La Farina.
Dopo cinque giorni di sciopero fu il prefetto Alecci ad intervenire e convincere le maestranze a tornare al lavoro prima di precettarle come aveva richiesto il commissario Sinatra.
