Sit-in di protesta di fronte la prefettura. I lavoratori dicono basta al pericolo amianto

Sit-in di protesta di fronte la prefettura. I lavoratori dicono basta al pericolo amianto

Redazione

Sit-in di protesta di fronte la prefettura. I lavoratori dicono basta al pericolo amianto

lunedì 03 Novembre 2008 - 09:46

«È necessario intervenire al più presto per rimuovere la pericolosa sostanza. A rischio la salute dei dipendenti» afferma Enzo Cambria della Fim Cisl.

Attendono di essere ricevuti dal prefetto Francesco Alecci i lavoratori che hanno organizzato un sit-in di fronte il palazzo del governo, per tornare a parlare del pericolo amianto, «un rischio cui siamo quotidianamente esposti e da cui nessuno intende metterci a riparo». Questa infatti la denuncia dei dipendenti di diversi cantieri dislocati sul territorio di Messina e provincia, che stavolta non intendono -mollare la presa- se non prima avranno delle risposte .

«Risposte che – come ci spiega Enzo Cambria segretario generale della Fim Cisl – sarebbero dovute arrivare molto tempo fa e che invece hanno lasciato spazio al silenzio». Lo scorso maggio, infatti, la convocazione del primo tavolo tecnico per discutere del problema amianto sui luoghi di lavoro. La seduta però fu rimandata a causa dell’assenza dei dirigenti di alcuni degli enti incaricati di rimuovere la pericolosa sostanza. Da allora più nessuna risposta.

«È un problema che non può più essere rimandato, i lavoratori sono stati ancora una volta abbandonati, e come sindacato – aggiunge Cambria – ci proponiamo di sensibilizzare tutti al problema. È stato dimostrato come gli ex-dipendenti di alcune società, andati in pensione, sono deceduti o si sono gravemente ammalati di tumore a causa degli effetti provocati da una sostanza cancerogena come l’amianto».

Le aree “sotto accusa- sostiene il sindacato, sono quelle comprese nella zone dell’arsenale militare e quindi della cantieristica navale, ma anche tutta la zona tra Giammoro e Milazzo dove i maggiori disagi alla saluta dei lavoratori sono arrecati dalle attività della raffineria.

Foto di Dino Sturiale

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