Intoppi nell’erogazione delle mensilità di aprile e soprattutto di maggio. Lo stop di 4 ore slitta dunque di quasi un mese. E alle porte c’è il caso ex Lsu
Risanamento, trasformazione in Spa, copertura dei debiti. Tutti fronti di un grande, grosso, enorme problema chiamato Atm. Ma nell’immediato ce n’è uno forse più spiccio ma di vitale importanza per i quasi 700 dipendenti dell’azienda trasporti di via La Farina: lo stipendio. Le somme erogate dalla Regione (poco meno di 4 milioni di euro) sarebbero già in tesoreria, i pagamenti partiti ma alla spicciolata e diversi lavoratori segnalano intoppi soprattutto per la mensilità di maggio. Insomma, ci vorrà ancora un po’ di pazienza, ma le mensilità dovute arriveranno.
Il punto è che tra i sindacati è fortissimo lo scetticismo nei confronti del piano di risanamento presentato dall’azienda e della delibera confezionata dalla giunta Buzzanca. Due documenti pieni di buone intenzioni ma privi di un requisito fondamentale: la certezza sui numeri, nonché sui tempi (anche se il Comune una scadenza l’ha data, 31 ottobre 2010). Per questo tutte le sigle sindacali, fatta eccezione per l’Ugl, fin dal termine della riunione di due giorni fa ha confermato lo sciopero. Solo che non si terrà più domani, come inizialmente previsto, ma il 9 luglio, in virtù della nuova decorrenza dal termine delle procedure di raffreddamento.
E sempre per luglio si profila un altro caso alle porte: la scadenza del contratto per i 90 ex Lsu oggi alle dipendenze dell’Atm. Una vertenza che si preannuncia anch’essa torrida, anche perché da Palermo, fanno sapere i sindacati, non giungono buone notizie in merito, anzi, un silenzio tombale. L’ennesima grana, insomma.
