Tagli alla scuola, i sindacati non ci stanno. Messina -scartata- anche per gli insegnanti di sostegno

Tagli alla scuola, i sindacati non ci stanno. Messina -scartata- anche per gli insegnanti di sostegno

Tagli alla scuola, i sindacati non ci stanno. Messina -scartata- anche per gli insegnanti di sostegno

sabato 11 Ottobre 2008 - 11:25

I 72 nuovi posti previsti dalla Regione suddivisi tra Catania e Palermo, nonostante a Messina ne fossero stati tagliati 33. La preoccupazione di Cgil, Cisl, Uil e Snals per delle scelte «più economiche che pedagogiche»

I tagli nella scuola pubblica sono un problema. Ma c’è un -problema nel problema- che lascia basiti e ripropone la questione di Messina città -scartata-, sempre a favore degli altri due capoluoghi più importanti della Sicilia. Nel corso della conferenza stampa tenuta stamani nella sede della Cisl Messina dai rappresentanti dei confederali e dello Snals, viene fuori l’ennesimo sopruso ai danni della nostra città: nella -ripartizione- di 72 posti previsti per gli insegnanti di sostengo, 46 sono andati a Catania e 26 a Palermo, nessuno a Messina, nonostante qui di posti ne fossero stati tagliati 33. Numeri che la dicono lunga sull’isolamento politico e non solo di cui soffre la nostra città.

Di tagli e delle scelte operate dal governo sulla scuola pubblica hanno parlato Grazia Maria Pistorino e Vincenzo Trevito della Flc Cgil, Elvira Rigoli e Giuseppe Verso della Cisl Scuola, Calogero Lama della Uil Scuola e Antonio Princiotta dello Snals Confsal. «La riforma – è stata sottolineato – sembra fatta da Tremonti, piuttosto che dalla Gelmini, perché frutto di scelte economiche e non certo pedagogiche». La legge 133/08, in particolare, prevede forti riduzioni di personale che arrivano, in tre anni, ad una riduzione di circa 150.000 lavoratori tra docenti e Ata, per un totale di risparmio di circa 8 miliardi di euro, oltre a determinare, attraverso i provvedimenti collegati, un innalzamento degli alunni per classe e una diminuzione dei punti erogazione del servizio scolastico.

A questo si aggiunge il ritorno al maestro unico, previsto dal decreto legge 137/08, e la riduzione dell’orario scolastico a 24 ore. Il ddl -Aprea-, invece, mira a regolamentare per legge l’azione dei docenti, stravolge, secondo i sindacati, l’attuale ordinamento modificando negativamente lo stato giuridico del personale e proponendo forme ritenute inaccettabili di reclutamento del personale. Un quadro aggravato dal fatto che il contratto nazionale di lavoro è scaduto dal 1 gennaio di quest’anno, e le risorse previste per il rinnovo sono assolutamente insufficienti.

Le iniziative che i sindacati sosterranno in vista dello sciopero generale del 30 ottobre riguarderanno assemblee in orario di servizio in tutte le scuole della provincia e manifestazioni pubbliche per il coinvolgimento delle famiglie e dell’opinione pubblica, a partire dal volantinaggio che inizierà oggi pomeriggio a Piazza Cairoli alle 16.30.

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