Trenta richiesta di rinvio a giudizio per l'operazione antimafia -Vivaio-

Trenta richiesta di rinvio a giudizio per l’operazione antimafia -Vivaio-

Redazione

Trenta richiesta di rinvio a giudizio per l’operazione antimafia -Vivaio-

giovedì 05 Marzo 2009 - 13:54

Trenta richieste di rinvio a giudizio sono state avanzate dal sostituto della DDA di Messina Giuseppe Verzera e della Procura di Barcellona Francesco Massara per l’operazione antimafia “Vivaio”.

L’inchiesta, condotta dai Carabinieri, il 10 aprile del 2007 portò all’arresto di 15 persone per associazione mafiosa finalizzate alle estorsioni.

Secondo l’accusa il clan dei barcellonesi controllava i principali appalti e subappalti e gestiva le discariche di Mazzarrà Sant’Andrea e Tripi. Un business da decine di milioni di euro che aveva assunto dimensioni enormi nella fascia tirrenica della provincia di Messina.

Naturalmente gli imprenditori che si rifiutavano di sottostare al ricatto subivano pesanti minacce ed intimidazioni o danneggiamenti nei cantieri.

La richiesta di rinvio a giudizio ha raggiunto i più alti esponenti del clan dei mazzarroti. E’ il caso di Carmelo Bisognano, di Mazzarrà Sant’Andrea e del suo successore alla guida della “famiglia”, Tindaro Calabrese di Novara di Sicilia ritenuto l’erede di Bisognano.

Questa l’elenco completo, oltre ai due boss Bisognano e Calabrese:

Santi Bonanno, Bartolo Bottaro, Antonino Calcagno, Agostino Campisi, Salvatore Campisi, Salvatore Campanino, Alfio Castro, Maria Luisa Coppolino, Zamir Dajcaj, Enrico Fumia, Salvatore Fumia, Aurelio Giamboi, Cristian Giamboi, Sebastiano Giambò, Giacomo Lucia, Massimo Manna, Enzo Marti, Roberto Martorana, Aldo Nicolà Munafò, Vincenzo Munafò, Roberto Ravidà, Michele Rotella, Stefano Rottino, Thomas Sciotto, Innocenzo Sinatra, Nunziato Siracusa, Carmelo Salvatore Trifirò, Giuseppe Triolo.

Oltre agli appartenenti al clan barcellonese sono stati raggiunti dalla richiesta di rinvio a giudizio tecnici e funzionari comunali che avrebbero agevolato l’attività della cosca, e imprenditori vicini al clan.

Nel provvedimento vi sono alcune novità rispetto alla chiusura delle indagini. La più importante riguarda Tindaro Calabrese al quale è stata cancellata la pesante accusa di essere il mandante dell’omicidio di Antonino Rottino, ucciso Mazzarrà Sant’Andrea il 22 agosto del 2006. Gli inquirenti non hanno trovato prove concrete e riscontri alle dichiarazioni di alcuni testimoni. Secondo l’accusa Calabrese avrebbe deciso l’eliminazione di Rottino nell’ambito della scalata ai vertici del gruppo dei mazzaroti.

Aumentano invece le Si aggrava, invece, la posizione del barcellonese Michele Rotella. Inizialmente era accusato di un caso di danneggiamento ai danni della ditta Tirreno Ambiente. Ora la DDA ha formulato per lui l’accusa di associazione mafiosa, più un danneggiamento ai danni della ditta Giano Ambiente in un cantiere di Tripi ed altri due, ai danni Tirreno Ambiente, a Mazzarrà Sant’Andrea.

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