Si uccide così

Si uccide così

Si uccide così

giovedì 04 Giugno 2009 - 21:47

Vediamo di evitare che la mancata strage di Bologna abbia un seguito sanguinoso

Hanno versato cinque litri di benzina sulla soglia di Casapound Bologna, questo alle quattro e tre quarti di mattina; si erano intrufolati dai vicini giardinetti, dopo aver troncato le due reti di ricenzione dei vicini di casa. Sono rimasti in appostamento a lungo perché Alex Vigliani, il dirigente di CPI-Bologna, era al computer con la luce accesa e volevano prenderlo nel sonno. Quando ha raggiunto Giorgia, la sua donna incinta, nella stanza vicina, gli eroi hanno pensato di attendere che si addormentasse per completare con successo l’azione omicida. Hanno atteso una ventina di minuti e poi hanno dato fuoco alla tanica. Alex però non dormiva ancora, si è reso subito conto dell’incendio appiccato alla porta ed è intervenuto. Memore della strage che costò la vita ai fratelli Mattei, rei contro il cielo per essere proletari fascisti, ha avuto la prontezza di spirito di non aprire la porta, cosa che, come a Primavalle, avrebbe fatto divampare l’incendio e ha invece provato a spegnere il focolaio versando acqua da dentro a fuori da sotto lo stipite, ignaro della quantità di benzina che stava per ardere. Visto che non riusciva a spegnerlo, si è avviato al balconcino da cui ha fatto uscire Giorgia ed è uscito quindi lui. La tanica di benzina è quasi subito esplosa. Il fuoco ha distrutto legno e plexigas provocando esalazioni di fumo che avrebbero certamente ucciso per asfissia la coppia e il bambino nel grembo di lei se solo Alex si fosse addormentato.

Questo è quanto è accaduto a Bologna, il punto apicale, per ora, di un crescendo d’idiozia criminale.

Potremmo

Potremmo tranquillamente perderci in una retorica che non risulterebbe infondata. Potremmo evidenziare il fatto che gli incendiari notturni hanno dei precisi modelli tra cui spicca quel Lollo impunito per la più schifosa strage degli anni Settanta. Potremmo rammentare che uccidere un bambino in grembo è stata cosa frequente durante le ardite stragi partigiane, e che ordinare di uccidere quello di Luisa Ferida non impedì a Sandro Pertini di diventare addirittura Presidente di questa Repubblica. Potremmo sciorinare il rosario della vigliaccheria degli assassinii partigiani e neopartigiani e, prima ancora, canaglieschi consumati dal 1919 al 1922. Anzi fino al 1925 perché i sicari continuarono fino ad allora nella piena impunità. Potremmo dire che odio e vigliaccheria, assassinio e strage sono elementi inscindibili dell’anima comunista.

Potremmo, ed avremmo molti più elementi a suffragio di questa tesi di quelli che hanno i sobillatori dell’antifascismo, i demonizzatori del “nero”.

Potremmo. Ma siamo di un altro avviso, forse, direbbe De André, di un’altra razza.

E ricordiamo. Ricordiamo combattenti di un altro tipo. Nella guerra civile spagnola, come negli anni Settanta. Ci sono stati comunisti dignitosi, coraggiosi, rispettosi e guerrieri. Non sono tutti come queste escrescenze di rampolli della borghesia viziata.

Vogliamo

Tuttavia ci sono individui così e collettivi così.

Perdono ogni giorno velocità, credito e peso. L’antifascismo dell’odio e nell’odio, l’antifascismo come teologia che distoglie dai problemi reali, funziona sempre di meno. Gli antifa sono ogni giorno più emarginati a sinistra, meno seguiti, meno accettati. Ciechi, sordi, stupidi, paleolitici e devianti, non hanno che scarsissimo seguito. Ma meno hanno seguito più s’incattiviscono, più s’incattiviscono e più provano a delinquere.

Chiunque abbia un briciolo di onestà intellettuale e di obiettività deve riconoscere ai fascisti di oggi di essere riusciti, almeno fino ad ora, a impedire che il giochino dell’azione-reazione portasse allo scontro frontale e alla riproposizione degli anni di piombo.

Due attentati ai Cutty Sark, la totale devastazione di Cuore Nero, le tentate aggressioni, le provocazioni, le minacce di morte, hanno sempre sortito come unica risposta la festa e la politica. Ed è accaduto tutto ciò – è bene che si sappia e che si ricordi – quando i rapporti di forza sia in piazza sia in politica erano, come sono, del tutto favorevoli ai fascisti.

E se per gioco ci volessimo attenere ai teoremi patologici degli antifa dovremmo dire che questo è accaduto e accade in un momento in cui le istituzioni sarebbero conniventi, di copertura…

Mai, in nessun caso, i fascisti hanno reagito colpendo, pur avendo la motivazione e la forza per farlo. Questo è bene che si ricordi e, soprattutto, che non si cerchi di negarlo, nasconderlo o sminuirlo. Di più, di meglio, francamente ai fascisti non si può chiedere per evitare una riedizione di anni sanguinosi.

E voi?

E’ a sinistra che si deve – e sottolineo si deve – intervenire e con prontezza. Non basta delegittimare gli idioti sanguinari. Perché nella sinistra “antagonista” in tutta Italia ci sono cinque o seimila tra simpatizzanti e attivisti tuttora prede di discorsi dementi.

E ci sono ancora, appollaiati nei posti istituzionali (magistratura, giornali, scuole) almeno venticinquemila cariatidi sovietiche ammalate di pregiudizi odiosi, invischiate in complicità velenose e colme di mala fede.

Tutto questo, pur sommato, politicamente fa quasi nulla. Ma è un humus sufficiente: basta che una trentina di individui si mettano ad esagerare perché le cose trascendano sul serio. E non si può attendere il primo morto per porsi il problema.

Non si può far finta di niente, il passato, remoto per alcuni ma ancor fresco per molti di quelli che a sinistra contano, c’insegna come si scatenano le guerre civili. Ognuno deve – e ribadisco deve – prendere chiaramente posizione. Se vuole evitare di far scannare tra loro dei giovanissimi per la maggior gloria e il più gonfio portafoglio di qualche fallito che fa il politicante non può limitarsi a prendere le distanze con diversi gradi di omertà. Ha l’obbligo di fare contropropaganda, di ridicolizzare e non alimentare in alcun modo la demenza antifa (che, ribadisco, non significa l’essere antifascisti ma il predicare la teologia dogmatica e mortifera di un satanismo su misura provocando odio e giustificazione dell’omicidio).

La palla, signori e compagni, sta a voi. Noi, che continueremo a festeggiare e a fare politica anche stavolta, di più non possiamo davvero. Vediamo ora quello che sapete fare. E se non lo fate, e in fretta, non veniteci poi a fare la morale perché è nella reticenza, nella connivenza passiva e senza alcun coinvolgimento diretto, è nel laisser faire che si è veramente assassini, molto di più che premendo un grilletto o consumando una strage vigliacca.

GABRIELE ADINOLFI

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Dalle agenzie:

Bologna, – (Adnkronos) – Attentato incendiario nella notte alla sede di Casa Pound in Piazza di Porta Castiglione a Bologna. Verso le 4.50 e’ stato il portavoce dell’associazione di destra, Alessandro Vigliani a chiamare il 113 e il 115. Ignoti poco prima hanno gettato del liquido infiammabile contro la porta d’ingresso e vi hanno appiccato il fuoco. E’ stato lo stesso Vigliani, che si era fermato insieme alla compagna 29enne incinta di 4 mesi, ad accorgersi delle fiamme mentre andava in cucina a bere. I due sono fuggiti passando per una finestrella al piano rialzato. La donna e’ rimasta leggermente intossicata ed e’ stata giudicata guaribile in 6 giorni dai sanitari dell’ospedale Sant’Orsola.

Sono stati gli agenti del 113 a spegnere le fiamme con gli estintori di servizio. E poco dopo sul posto sono giunti anche i vigili del fuoco. Le fiamme hanno parzialmente distrutto la porta d’ingresso, al tettoia in plexiglass e hanno annerito la facciata. Nell’incendio sono morti i tre criceti di proprieta’ di Vigliani che erano in una gabbietta accanto alla porta. Sul posto sono stati trovati scampoli di stoffa imbevuti di liquido infiammabile e i resti di una tanica in plastica di 5 litri. Del caso si sta occupando la Digos.

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PAURA NELLA NOTTE (da il Resto del Carlino)

Rogo doloso nella sede di Casapound

Ragazza incita portata all’ospedale

Il fuoco e’ stato appiccato alla porticina di legno esterna: all’interno della sede, che si trova in piazza di porta Castiglione, c’erano il leader di Casapound Alessandro Vigliani e la sua fidanzata, incinta di quattro mesi.

Bologna, 4 giugno 2009 – Incendio doloso alla sede di Casapound Bologna. Il fuoco e’ stato appiccato questa notte, dopo le 4.30, alla porticina di legno esterna: all’interno della sede, che si trova in piazza di porta Castiglione, c’erano il leader di Casapound Alessandro Vigliani e la sua fidanzata, incinta di quattro mesi. Nessuno dei due e’ rimasto ferito: Vigliani infatti si e’ accorto subito del fuoco, ha gettato sulle fiamme un secchio d’acqua e poi i due si sono calati dalla finestra: la ragazza, forse a causa del fumo respirato, e’ stata portata al S.Orsola e i medici le hanno dato una prognosi di sei giorni. A dare l’allarme alla Polizia e’ stato lo stesso Vigliani, che ha chiamato il 113 alle 4.50: il 30enne a quell’ora si e’ alzato per andare a bere in cucina e, dalla finestra, ha visto una luce all’esterno.

Sapendo che la lampadina fuori era rotta, Vigliani ha subito pensato a un cortocircuito: invece, hanno poi scoperto gli inquirenti, qualcuno ha volontariamente appiccato il fuoco alla porta esterna di legno. Sul pianerottolo davanti alla porta di legno, infatti, sono stati trovati scampoli di stoffa e i resti di una tanica di plastica che, dicono gli inquirenti, presumibilmente conteneva liquido infiammabile.

I danni sono limitati alla porta di legno, alla facciata esterna e alla tettoia in plexiglas che sta sopra la porta. Le fiamme sono state spente dagli agenti del 113 che, appena arrivati sul posto, hanno utilizzato gli estintori a disposizione sulle volanti, oltre a un tubo dell’acqua trovato nel giardino.

Poco dopo sono arrivati anche i Vigili del fuoco.

Quando Vigliani si e’ reso conto delle fiamme che divampavano all’esterno il fumo stava gia’ cominciando a entrare nel piccolo appartamento: lui e la sua ragazza, per fuggire, hanno utilizzato una scaletta. Lui si e’ calato per primo e poi ha aiutato a scendere lei. Lo stanzino di Casapound si trova al piano rialzato e l’ingresso esterno affaccia su un’area verde: ci si arriva percorrendo un vialetto che parte da piazza di porta Castiglione. Gli inquirenti, che hanno effettuato un sopralluogo insieme alla Digos, hanno pero’ ricostruito che i piromani non sono passati dal vialetto principale ma sono arrivati dai giardini Margherita. Hanno tagliato prima la recinzione dei giardini e poi quella del cortile privato che separa il parco pubblico dall’area dove si trova Casapound.

“Questa mattina intorno alle 5 l’infamia dei soliti ha colpito ancora”, recita una nota di Casapound che ricostruisce i fatti.

Ma “non vogliamo dare troppo spazio alle azioni di quattro codardi che non meritano nessun rispetto. Vorrebbero portarci sul piano dello scontro, sul piano della vigliaccheria rispondendo dente per dente a questa azione. Nelle cose che facciamo ci mettiamo la faccia e se risposta ci sara’ sicuramente potranno guardarci negli occhi perche’ non e’ nostra abitudine tramare nell’ombra”, dice Casapound. “Vogliono intimidirci. Vogliono metterci paura e continuare con questi metodi mafiosi ma se pensano di farlo si sbagliano di grosso”, avverte Vigliani. “Pur attentando alle nostre vite, come hanno fatto in questo caso, non possono metterci paura”. Ma si chiede: “Fino a quando si fara’ finta di non vedere in questa citta’ e si lascera’ a personaggi coperti da ombre istituzionali di agire? A questo punto ci aspettiamo la solidarieta’ da tutte le forze politiche”.

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