Vertenza Rfi. Adesione compatta dei sindacati allo sciopero del 26. Chiamati in causa i “poteri speciali” di Buzzanca

Vertenza Rfi. Adesione compatta dei sindacati allo sciopero del 26. Chiamati in causa i “poteri speciali” di Buzzanca

Redazione

Vertenza Rfi. Adesione compatta dei sindacati allo sciopero del 26. Chiamati in causa i “poteri speciali” di Buzzanca

sabato 14 Marzo 2009 - 09:56

«La dimissione nello Stretto attuata da Rfi avrà conseguenze devastanti per la città a causa dell’inevitabile passaggio dei tir in città. Buzzanca convochi i vertici aziendali» chiedono i rappresentanti di tutte le sigle sindacali

Compatta ed unitaria proclamazione di sciopero siglata da Filt Cgil, Fit Cisl Uilt Uil, OrSa, Fast Ferrovie, Sasmant, Sap e Rsu32 contro la decisione di Rfi di dimettere il trasporto ferrato nello Stretto. Gli “avvertimenti” lanciati ai vertici aziendali ed ai rappresentanti istituzionali affinché qualcuno intervisse da subito con provvedimenti concreti atti a fermare la politica adottata dall’azienda trasporti, non sono mancati. Ora però, in mancanza sì di risposte, si passa alla “mossa” successiva: lo sciopero.

L’organizzazione della protesta, di cui già ieri la Fit Cisl aveva dato notizia, viene oggi nuovamente annunciata da tutte le sigle sindacali che in modo compatto, si rivolgono all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti non più attraverso le parole ma con i fatti. Fatti che si concretizzeranno giorno 26 marzo con uno sciopero di 24 ore che inizierà alle 21 e che terminerà alle 21 del giorno successivo. Una protesta di tutto il personale Rfi-Bluvia per cercare di porre una volta per tutte all’attenzione nazionali il problema della dismissione.

Ben precise le richieste che i sindacati avanzano a vertici aziendali e politici e che in primis mirano al rispetto degli accordi presi con le stesse organizzazioni sindacali in tema di sicurezza sul lavoro, valorizzazioni e turn over del personale: Ammodernamento e potenziamento della flotta ormai obsoleta e vetusta, al fine di garantire la continuità territoriale e il diritto universale alla mobilità per persone e merci, dovuta per legge ai territori geograficamente svantaggiati, come la Sicilia. E poi ancora la verifica circa il reale utilizzo delle risorse finanziarie date annualmente dallo Stato per la garanzia del cosiddetto “servizio universale” dei treni a lunga percorrenza tra il Nord ed il Sud del Paese.

I sindacati chiamano in causa anche il sindaco Buzzanca in virtù dei poteri speciali che quest’ultimo detiene in tema di viabilità: «In considerazione dell’inevitabile aumento del numero dei tir che – affermano i sindacati – in considerazione della politica di dismissione del ferrato attuata da Rfi, dovranno per forza di cose attraversare a tutte le ore la nostra città, è necessario che il primo cittadino convochi i vertici di Ferrovie dello Stato facendo presente i disagi che ne seguirebbero e che Messina non è in grado di poter sopportare».

(foto Dino Sturiale)

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