-Il buio Acceso-. Esordio discografico del chitarrista Violongerìa

-Il buio Acceso-. Esordio discografico del chitarrista Violongerìa

-Il buio Acceso-. Esordio discografico del chitarrista Violongerìa

martedì 28 Aprile 2009 - 11:22

“Il Buio Acceso” (Caligola Records) è l’esordio discografico (recente, benché le registrazioni risalgano a fine gennaio 2008) di Violongerìa, in cui il Cal Trio – che da anni vede il chitarrista e compositore Domenico Caliri, bolognese d’adozione, ma messinese di nascita, alla guida dell’affiatata ed efficientissima coppia ritmica costituita dal batterista e percussionista Cristiano Calcagnile e dal bassista Antonio Borghini – è affiancato da un quartetto d’archi, con Francesco Guerri a violoncello, Paolo Botti alla viola, Erica Scherl e Maria Vicentini ai violini.

Il lavoro è una conferma, ovemai occorresse, di come Caliri abbia perfettamente metabolizzato la lezione dei grandi chitarristi del passato e padroneggi magistralmente le tecniche dell’improvvisazione jazzistica. Tale padronanza è messa da Caliri al servizio di un eloquio solistico incline a costruzioni che, nella loro geometricità e razionalità talvolta spigolosa, sembra il frutto di una sensibilità prevalentemente europea.

Ciononostante, tra le note della musica di “Il Buio Acceso” si può cogliere uno spirito che ci riporta al blues e a Jimi Hendrix, non tanto nell’approccio complessivo, squisitamente jazzistico, quanto nella scelta di una sonorità talvolta acidula e, soprattutto, in una forte urgenza espressiva che si traduce in improvvisazioni concepite per accumulo di energia più che in senso narrativo. In “Il Buio Acceso”, inoltre, il Caliri chitarrista, rispetto alle passate prove discografiche, è più contenuto, più riflessivo, più parco, nell’evidente ricerca di sfrondare il più possibile le improvvisazioni dal superfluo o meglio di raggiungere il massimo dell’espressione con il minor numero di note. E’ questa una strada che Caliri ha continuato a percorrere anche dopo la registrazione del cd, com’è possibile apprezzare nei suoi ultimi concerti (l’ultimo cui ho assistito al Maremare di Messina con un ottimo Vincenzo Maimone alla batteria).

Il risultato è complessivamente originale e non privo di una sua peculiare vis emotiva.

Ma “Il Buio Acceso” non è solo la conferma della bravura del Caliri chitarrista (che nel cd suona chitarra elettrica, chitarra elettrica preparata, chitarra acustica a dodici corde e chitarra classica), ma anche la scoperta del Caliri arrangiatore fantasioso e intelligente. Gli assoli, sempre coinvolgenti, del musicista siciliano, ma anche degli archi (una nota di merito non può non andare al violista Paolo Botti), infatti, si inseriscono in una cornice cameristica sontuosa, tuttavia mai invadente, attraverso una calibrata, varia e ricca scrittura per quartetto d’archi, con un eccellente equilibrio tra parti improvvisate e preordinate che si intrecciano, si rincorrono, si assecondano, si rafforzano a vicenda.

Non si tratta, quindi, semplicemente della musica di un trio jazz arricchita da una sezione d’archi, ma di linguaggi diversi che si fondono in un tutto di perfetta coerenza. Le composizioni del disco sono tutte di Caliri, fatta eccezione per l’ultima traccia, la bellissima Sarabande, di Bernd Alois Zimmermann, compositore prediletto dal musicista siciliano. E sono composizioni, lontane dalla tipica struttura del song, che rivelano una cultura musicale assai vasta, che travalica indubbiamente i confini del jazz e della musica afroamericana.

Davvero difficile sarebbe scegliere le più riuscite tra le dieci tracce che compongono il cd (la mia personale predilezione va a “Berah”). Naturalmente, la realizzazione degli intenti di Caliri molto deve anche a Calcagnile (perfettamente a suo agio in qualsiasi contesto ritmico) e a Borghini (intenso il suo assolo in “Giovannino Mezzotango”), nonché alla pregevolezza e all’eclettismo della sezione d’archi. Non ci resta che attendere la prossima sorpresa discografica

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