Horcynus: oggi con -Vivantes- di scena il dramma delle donne algerine

Horcynus: oggi con -Vivantes- di scena il dramma delle donne algerine

Redazione

Horcynus: oggi con -Vivantes- di scena il dramma delle donne algerine

lunedì 28 Luglio 2008 - 12:44

Ieri la giornata dedicata alla malattia mentale, con, tra l’altro, la performance di Lello Voce, Michael Gross e Giacomo Verde. Oggi il Festival cambia faccia e presenta, a partire dalle 18,00, film di argomento molto diverso.

Nel tardo pomeriggio aprirà la giornata la proiezione del film -Actordisciple- (Italia, 2007), ambientato a Vulcano e Stromboli, di Alex Ferlazzo Osborn-Fraser, regista e produttrice indipendente che ha realizzato tre produzioni -off- teatrali a Londra e vari cortometraggi in pellicola. La Ferlazzo ha lavorato con Jon Amiel, Steven Soderbergh, Abel Ferrara, Martin Scorsese, Mel Gibson, Tom Cruise e in film americani ed inglesi con varie mansioni, da coordinatrice di reparti come la regia e la scenografia, ad assistente personale di registi o produttori. Al termine della proiezione, ci sarà l’incontro con la regista Alex Ferlazzo.

In prima serata, alle 21,00, il cortometraggio -El Bab- (La Porta) di Yassmin Chouikh (per la sottosezione -Carcere/carceri- della sezione dedicata al Cinema arabo). Figlia d’arte dei registi algerini Mohammed Chouikh e Yamina Chouikh, dopo gli studi e i primi workshop entra nel mondo della regia. El Bab è il suo primo cortometraggio e segna la nascita di un forte impegno verso le donne, la parte più debole e indifesa della società.

Subito dopo la proiezione del cortometraggio andrà di scena il film -Vivantes- di Said Ould Khelifa. Khelifa, dopo una lunga formazione da giornalista e critico cinematografico in Algeria e in Francia intraprende la carriera del regista di cinema e teatro. Scelto dal direttore artistico della sezione araba Efran Rashid per il percorso -Il pianeta è donna-, -Vivantes-, più che un documentario, per usare la definizione dello stesso regista «è una fiction che necessita innanzi tutto di una lettura artistica», che racconta le tragiche violenze che dal 1992 al 1999 e ancora dal 2000 al 2001 le donne algerine hanno subito da parte dei bracci armati del Fis – Fronte Islamico di Salvezza: «sono state abbattute a colpi d’arma da fuoco, sono state sgozzate, sono state decapitate, sono state sventrate, sono state rapite come bottino di guerra e devastate dagli stupri di guerra che i gruppi islamisti armati utilizzano nella loro strategia di orrore totale. Decine di migliaia di donne sono state assassinate e più di tremila violentate».

In terza serata, dopo le 23,00, la folk singer sarda Franca Masu terrà un concerto, ricco di sonorità mediterranee che rimandano alla saudade del Fado portoghese e alla passione del tango. Un’esecuzione delicata caratterizzata da percussioni, contrabbasso, chitarra e voce.

L’interprete, al suo terzo lavoro discografico, è definita come -la Dulce Pontes sarda- per la sua fantasia improvvisatrice nei suoni della voce e per la sua passionalità profonda e viscerale, e riesce ad emozionare passando dalla solarità mediterranea alle modulazioni jazzistiche. -Aquamare-, il suo ultimo lavoro, è difatti l’espressione di un riuscito equilibrio tra sonorità mediterranee e musica moderna.

A margine del Festival, la notizia della scomparsa del regista egiziano Youssef Chahine è stata ricevuta dai direttori artistici, dai giornalisti e dagli ospiti arabi con cordoglio.

«Siamo addolorati per la perdita di Youssef Chahine – hanno commentato i direttori artistici Franco Jannuzzi e Erfan Rashid –, un grande maestro che ha lasciato il segno non solo nel cinema arabo, ma nella cinematografia mondiale e che ha costituito un essenziale stimolo per gli intellettuali di tutte le nazioni. Un maestro che va ricordato per la strenua difesa del cinema laico e per il dialogo tra i popoli e per il sostegno alla cultura laica progressista».

Nella foto un fotogramma dal film -Vivantes-.

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