Audizione di Vullo in Commissione antimafia, Ardizzone: "Applicata la legge regionale"

Audizione di Vullo in Commissione antimafia, Ardizzone: “Applicata la legge regionale”

Rosaria Brancato

Audizione di Vullo in Commissione antimafia, Ardizzone: “Applicata la legge regionale”

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mercoledì 18 Gennaio 2017 - 10:57

Il DG del Papardo lunedì ha scritto al governatore ed al presidente dell'Ars sollevando una serie di perplessità sulla convocazione in Commissione in merito alla vicenda legata al suo curriculum e finita al centro di un esposto Uil-Anaao e di un'interrogazione del M5S.

Più che macchina del fango è normale applicazione di una legge regionale.

Si chiude così la questione sollevata dal Direttore Generale del Papardo Michele Vullo che lunedì ha scritto al Presidente della Regione Crocetta e al presidente dell’Ars Ardizzone manifestando perplessità sulla convocazione in audizione in sede di Commissione Antimafia Ars in merito alla vicenda legata al suo curriculum e contestando la diffusione da parte della Commissione stessa di un comunicato stampa (cosa che peraltro avviene regolarmente sui vari casi affrontati).

Nella nota Vullo esprime perplessità sul modus operandi del presidente della Commissione Nello Musumeci, che a suo dire, avrebbe finito con l’assecondare una campagna stampa in atto contro di lui. Alla lettera ha risposto il solo presidente dell’Ars Ardizzone chiarendo che si è seguita soltanto l’applicazione della normativa, nel caso di Vullo come in tutti gli altri.

Ma andiamo per ordine.

La lettera di Vullo il 16 gennaio a Crocetta e Ardizzone: “in questi giorni è stata lanciata una campagna stampa che prendendo spunto da una nota inviata da due sindacati (Uil e Anaao) alla Commissione Antimafia Ars tesa a lanciare ombre sui requisiti per poter accedere all’attuale ruolo ricoperto di DG del Papardo, si sta concretizzando in un sistematico tentativo di abbinare il mio nome ad “indagini” e non accertamenti della Commissione. Fermo restando che sarà mia cura attivare le procedure di tutela della mia persona “ci sarà pure un giudice a Berlino”, attraverso i canali che il nostro sistema di garanzia offre, vorrei chiedere alle SS.LL se è normale che la Commissione Antimafia si occupi di verificare il possesso dei requisiti dei Direttori Generali delle Aziende, nonostante ciò sia un obbligo dell’assessorato, attraverso l’acquisizione della certificazione direttamente dalle amministrazioni in cui il DG ha dichiarato di aver svolto la propria attività. In ogni caso, l’acquisizione di tale documentazione, già in possesso dell’assessorato non avrebbe dovuto comportare i tempi lunghi che stanno caratterizzando l’operato della Commissione. A meno che l’obiettivo della stessa non sia proprio quello di assecondare una campagna stampa interessata ad evidenziare che la Commissione antimafia si occupa del Direttore del Papardo e non al merito della questione. A tal proposito chiedo a Voi: è normale che la Commissione invii un comunicato agli organi di stampa per informare dell’avvio di un accertamento? Esistono precedenti della stessa natura? Non vi nascondo, onorevoli presidenti, che l’intera vicenda sembra essere tratta dall’ultimo libro di Umberto Eco “Numero Zero” in cui si descrive come funziona la macchina del fango. Ciò che mi preme e per questo Vi scrivo è escludere che le istituzioni siano coinvolte in un’opera di così basso rango. Per il resto “il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”.

Puntuale la risposta del presidente dell’Ars dalla quale si evince, ma del resto non ce ne sarebbe stato il bisogno che “le istituzioni non sono coinvolte in un’opera di così basso rango”, ammesso che esista un’azione di tal genere posta in atto non solo dai sindacati, UilFpl e Anaao che hanno inviato la segnalazione, ma in ultimo anche dei deputati del M5S che sulla vicenda hanno presentato anche un’interrogazione al presidente Crocetta e all’assessore Gucciardi (leggi qui l’articolo).

Nella risposta il presidente Ardizzone, senza citare né Kant, nè Brecht, né Eco né altri filosofi o scrittori spiega che all’Ars l’unico modus operandi è l’applicazione della legge che vale per tutti: “in riscontro alla Sua nota prot. N.1844/DG del 16 gennaio 2017 le rappresento che la Commissione di inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia ha operato nel caso da Lei richiamato, come per tutti gli altri, nell’ambito dei poteri conferiti dalla legge regionale 14 gennaio 1991 n°4”.

Lo stesso presidente della Commissione antimafia Nello Musumeci, sul cui operato, con massima serietà e correttezza, finora nessuno ha mai sollevato alcun dubbio, come in quello della Commissione che presiede, aveva specificato che l’audizione di Vullo è un atto dovuto e l’accertamento rientra tra le funzioni della Commissione che si occupa anche di quanto attiene ai percorsi di trasparenza nella Pubblica Amministrazione.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Questo DG invece di denunciare a dx ed a manca(con soldi suoi mi auguro) perchè non dimostra che ha le carte in regola?

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  2. Questo DG invece di denunciare a dx ed a manca(con soldi suoi mi auguro) perchè non dimostra che ha le carte in regola?

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