Ddl Zan, Spirlì: la mancata approvazione è una vittoria di civiltà

Ddl Zan, Spirlì: la mancata approvazione è una vittoria di civiltà

Redazione

Ddl Zan, Spirlì: la mancata approvazione è una vittoria di civiltà

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venerdì 29 Ottobre 2021 - 15:47

Esulta il fin qui Governatore calabrese facente funzioni: certi termini «sono una spontaneità. E potrò continuare a usarli: ora lo dice pure il Parlamento»

REGGIO CALABRIA – «La sconfitta del ddl Zan è una vittoria di civiltà, contro una legge che il signor Zan tentava di far approvare a suo imperituro ricordo, uno che voleva passare alla storia per una norma con il suo nome, nulla di più». Nino Spirlì non ha mai nascosto la sua avversione – da omosessuale dichiarato – alla ‘lobby frocia’, “a cui avrei dovuto appartenere io, la lobby che ti impedisce di chiamare le cose con il loro nome, di dire ‘ricchione’ e ‘negro’», come affermò dal palco leghista di Catania, nell’ottobre del 2020, scatenando una bufera.

«Posso continuare a dire ‘frocio’, ora lo dice pure il Parlamento»

«Io – aveva aggiunto dalla Pontida del Sud – utilizzerò queste parole fino all’ultimo dei miei giorni, come il termine ‘frocio’. Cosa fanno: mi tagliano la lingua?». E ora gongola: «Gli italiani hanno scelto di non tagliare la lingua agli italiani, le parole fanno male come una lama quando sono lame, non in quanto parole».
«Io – rivendica il 59enne ex berlusconiano, reggino di Taurianova – posso continuare a usare termini come ‘frocio’ e ‘ricchione’, me lo dice ora pure il Parlamento e il popolo, rappresentato da chi ha votato no a questa legge. Erano loro che volevano creare un ghetto sociale per gli omosessuali – accusa – un recinto molto più volgare della parola ‘ricchione’».

Un “no” anche del centrosinistra…

«Il no al ddl Zan è stato votato anche dal centrosinistra, non è un sordo no del centrodestra, siamo di fronte a una scelta condivisa dal popolo italiano – assicura Spirlì -.Il Parlamento – sottolinea il fin qui Governatore calabrese facente funzioni – mi dice che le parole non devono far paura».

«Certe parole? Una spontaneità»

«Ci sono dei modi di dire che possono sembrare violenti – argomenta l’esponente della Lega – ma in realtà non lo sono. Ad esempio, a Roma ‘li mortacci’ è un intercalare frequente, un mezzo respiro tra una frase e l’altra, ma nessuno si permette di offendere i defunti dell’altra persona».
Quelle parole, dice riferendosi a ‘frocio’, ‘ricchione’, ‘negro’, «sono una spontaneità: se prese nella giusta misura non offendono nessuno, altrimenti dovremmo tacere sempre e non è possibile».

«La parola ‘frocio’ non è un’offesa»

Gli omosessuali «devono coltivare di più i rapporti con chi omosessuale non è – avverte Spirlì -. La paura e la preoccupazione e la distanza devono essere colmate, dobbiamo essere tutti quanti in santa pace, così come si è».
La parola ‘frocio’ allora non è una offesa? «Io – afferma l’esponente del Carroccio – mi sento offeso a essere messo in una categoria, i ghetti sociali sono quelli che allontanano, se creiamo ‘specialità’ allontaniamo gli uomini dagli uomini, e questo non può funzionare».

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