De Fazio (Uilpa): "dopo Spoleto, Terni, Aosta e Como, nuove gravi tensioni nel carcere di Arghillà"

De Fazio (Uilpa): “dopo Spoleto, Terni, Aosta e Como, nuove gravi tensioni nel carcere di Arghillà”

Redazione

De Fazio (Uilpa): “dopo Spoleto, Terni, Aosta e Como, nuove gravi tensioni nel carcere di Arghillà”

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martedì 17 Giugno 2025 - 09:02

Il quadro tracciato dal sindacato è allarmante: le carceri italiane sarebbero una vera e propria polveriera pronta a esplodere

ROMA – “Dopo i recenti episodi di disordini avvenuti negli istituti penitenziari di Spoleto, Terni, Aosta e Como, nuove gravi tensioni si sono verificate nelle scorse ore presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria – Arghillà“. La denuncia arriva dal segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, che parla di una situazione sempre più fuori controllo nel sistema carcerario italiano.

Per Fazio, il fenomeno sarebbe ormai diventato sistemico, e non più circoscritto a singoli eventi isolati. Il quadro tracciato dal sindacato è allarmante: le carceri italiane sarebbero una vera e propria polveriera pronta a esplodere. “Lo diciamo da tempo, inascoltati – prosegue De Fazio – o, peggio, accusati di catastrofismo. Ma noi, da conoscitori del carcere, non facciamo altro che analizzare i segnali che ci pervengono”.

Il riferimento corre anche alla primavera del 2020, quando, in piena emergenza Covid, le rivolte in decine di istituti portarono a 13 morti, centinaia di feriti, evasioni e danni per milioni di euro. Secondo De Fazio, quella tragedia era stata ampiamente annunciata da chi vive quotidianamente le criticità del sistema penitenziario. E oggi la storia sembra rischiare di ripetersi.

Nel mirino del segretario generale anche il recente decreto sicurezza, ormai divenuto legge: “Se non ha prodotto effetti controproducenti, di certo non ne sta generando di positivi”. Una critica netta che si inserisce in un contesto già segnato da cronica carenza di personale, sovraffollamento e strutture fatiscenti. La denuncia si conclude con una riflessione amara ma significativa: “La rivolta all’interno di un istituto penitenziario rischia di rivelarsi un reato impossibile, atteso che in carceri diffusamente illegali non v’è un ordine a cui rivoltarsi”.

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