Aeroporto dello Stretto: la rotta con Torino parte a fari spenti

Aeroporto dello Stretto: la rotta con Torino parte a fari spenti

Aeroporto dello Stretto: la rotta con Torino parte a fari spenti

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martedì 11 Ottobre 2011 - 09:40

Ieri il volo inaugurale di Alitalia con solo 18 passeggeri a bordo, ma i margini per crescere ci sono. Deserte le altre due gare per Pisa e Milano. Intanto è diventato ufficiale l'addio di Trawel Fly

E’ stata inaugurata ieri la nuova tratta operata da Alitalia che collega l’aeroporto “Tito Minniti” di Reggio Calabria con quello di Torino Caselle. Il primo volo, decollato 10.45 dal capoluogo piemontese, è atterrato all’aeroporto dello Stretto alle ore 12.35, con cinque minuti di anticipo rispetto all’orario programmato.
A causa della scarsa pubblicità effettuata, erano soltanto 18 i passaggeri a bordo a fronte dei 138 posti disponibili. Tuttavia i prosupposti per crescere sembrerebbero non mancare, in quanto il collegamento era fortemente richiesto dalla folta comunità calabrese residente in Piemonte e le tariffe risultano calmierate dai contributi statali.
Al momento i voli, bisettimanali, sono così programmati fino al 31/10 p.v.: lunedì TO-RC in partenza alle ore 10.45, RC-TO in partenza alle ore 13.25; venerdì TO-RC alle ore 11.30, RC-TO alle ore 14.10.

La linea tra Reggio e Torino rientra nelle “gare per l’esercizio dei servizi aerei di linea in conformità agli oneri di servizio pubblico” bandite dall’Enac, unitamente alle rotte Reggio – Milano Malpensa e Reggio Calabria – Pisa San Giusto che, al contrario, non sono state aggiudicate in quanto nessuna compagnia ha presentato offerta di partecipazione al bando (nonostante sul piatto ci fossero circa 600mila euro annui di contributi a tratta).
Tale tipo di gare, lo ricordiamo, hanno luogo quando l’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) si fa garante del diritto alla mobilità, anche tramite la difesa della continuità territoriale, ossia della possibilità per tutti i cittadini di spostarsi nel territorio nazionale e comunitario con pari opportunità, accedendo a un servizio che garantisca condizioni economiche e qualitative uniformi. Non sempre questo diritto è garantito e talvolta, come nella fattispecie, si rende necessario un intervento pubblico (tramite sovvenzioni alle compagnie aeree) per creare un’offerta vantaggiosa per l’utenza.

Intanto in queste settimane è divenuto ufficiale l’abbando del “Minniti” da parte di Trawel Fly, che collegava Reggio a Bergamo Orio al Serio. Le cause sono da ricercarsi nel’incremento dell’attività volativa da/per Milano Linate, conseguente all’arrivo in riva allo Stretto di Blu Express, che ha penalizzato il traffico con lo scalo bergamasco.

5 commenti

  1. Aereoporto inutile, meno male che finalmente la provincia ne è uscita. Basta, è inutile…che si chiuda…

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  2. SE faranno imbarcare cani e gatti a fine hanno avranno il bilancio occupazione dei posti,in positivo per gli animali.Ma perchè continuate a sprecare danaro,chiudetelo questo aeroporto da Catania si vola in tutto il mondo ed è raggiungibile in un’ora.Reggio chi lo può raggiungere e’ fortunato.

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  3. Per i fautori dell’aeroporto del MELA.
    Cosa pensate che accadrebbe di diverso con un aeroporto nella nostra Provincia???

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  4. Un aereoporto nella valle del Mela servirebbe tutta la Città di Messina oltre a Milazzo/Barcellona (più di 300.000 persone solo queste 3 città) oltre al resto della provincia. Servirebbe per il turismo delle Eolie e della riviera tirrenica oltre che per il commercio di tutta la provincia. Sarebbe un aereoporto moderno e non un buco di pista ricavata in riva al mare. Sarebbe a 10 minuti di auto da Messina invece che a un ora di distanza. Sarebbe un aereoporto che utilizzerebbero anche i calabresi. Come ora i reggini utilizzano catania e lamezia.
    L’aereoporto a Reggio fu creato per servire Messina e lo stretto, fu fatto li perchè c’era più spazio e per dare impulso a reggio. Ma è un fallimento continuo da 50 anni. Ora basta.

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  5. Per Burrascano: “hanno” con l'”acca” è verbo; anno senza “h” è nome. In una frase usare l’una o l’altra parola non è la stessa cosa: si rischia di stravolgere il significato di ciò che si vuole comunicare.

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