I consiglieri Pd e LiberaMe guidano il fronte anti-Salvini sui migranti

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I consiglieri Pd e LiberaMe guidano il fronte anti-Salvini sui migranti

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venerdì 04 Gennaio 2019 - 14:43
Decreto sicurezza

“Da Antigone e Creonte fino alle gravi violazioni dei diritti umani conosciuti nella Seconda Guerra Mondiale, la legge non dovrebbe valicare i diritti umani che sono naturalmente inscritti nei codici innati dell'individuo, di tutti gli individui senza distinzione di razza, sesso, colori e inclinazioni: chiediamo che il Comune di Messina si distingua per la prudenza e la sua storica tradizione di inclusione e di tolleranza”.

Mentre in Sicilia il fronte anti-Salvini sul decreto sicurezza si fa trasversale ed in tutta Italia aumenta il numero dei sindaci che stanno sospendendo l’applicazione della norma nella parte relativa ai migranti, a Messina è il Pd a rivolgere un appello al sindaco Cateno De Luca ed all’amministrazione.

Primo firmatario della mozione è il consigliere comunale Alessandro Russo che ha trovato il sostegno dei colleghi Felice Calabrò, Massimo Rizzo, Antonella Russo, Gaetano Gennaro, Libero Gioveni, Claudio Cardile, Biagio Bonfiglio.

Con la mozione i consiglieri chiedono all'Amministrazione “di dare immediato mandato al Dirigente del Servizio Anagrafe di approfondire gli aspetti di presunta incostituzionalità delle previsioni dell'art. 13 del decreto sicurezza per la parte relativa alle iscrizioni anagrafiche di soggetti stranieri presenti regolarmente in Italia che verrebbero dall'oggi al domani privati di diritti individuali inviolabili sanciti dal nostro ordinamento costituzionale. Si chiede altresì, di valutare la sospensione del divieto di iscrizione anagrafica nel Comune di Messia onde cautelativamente tutelare i diritti costituzionali riconosciuti ai migranti e agli stranieri”.

Il primo a sospendere il divieto e ad aprire il fronte del no è stato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, seguito da colleghi di altre città.

L’art.13 del decreto sicurezza infatti prevede modifiche in tema di “disposizioni in materia di iscrizione anagrafica”, cambiano le norme in tema di permesso di soggiorno per richieste di protezione umanitaria e di iscrizione anagrafica.

Le previsioni del decreto– scrivono i consiglieri– possono incidere sensibilmente sui principii di rilevanza costituzionale, incidendone profondamente la portata, e specificamente, all’art. 2 – laddove il rifiuto della residenza anagrafica limita il soggetto nell’esercizio della partecipazione alle formazioni sociali –, all’art. 14 – laddove l’inviolabilità del domicilio sarebbe incisa da un provvedimento negativo in materia anagrafica – , all’art. 16 – laddove la libertà di movimento sarebbe condizionata e potenzialmente compressa oltre ogni ragionevolezza nella evenienza dell’incisione del diritto di residenza oltre ogni ragionevole protezione di altri interessi pubblici concorrenti – , all’art. 32 – laddove il diritto alla salute sarebbe meno garantito per la differenziazione geografica o per mancanza della residenzialità formale”.

I consiglieri del Pd e di LiberaMe ricordano quanto sia previsto in materia di tutela dei diritti riconosciuti dalla Costituzione allo straniero e rilevano il potenziale conflitto di costituzionalità tra le modifiche introdotte dal decreto sicurezza e dalle regole dell’impianto del sistema di registrazione anagrafica e di erogazione dei servizi alla persona e i diritti fondamentali statuiti dal vigente sistema costituzionale. Tutte problematiche che investono anche il Comune di Messina, peraltro tra anni in prima fila per l’accoglienza dei migranti.

Riteniamo quindi doveroso far assumere agli uffici di questo Comune indirizzi operativi e direttive conformi al sistema valoriale che informa la nostra Repubblica e non conflittuali con le previsioni costituzionali a difesa dei diritti di tutti gli individui –proseguono i consiglieri comunali– Pertanto impegniamo l’amministrazione a conferire al Dirigente del Servizio di Anagrafe e di Servizi al Cittadino il mandato di approfondire tutti i profili giuridici anagrafici derivanti dall’applicazione della citata legge, tenendo in conto le potenziali ripercussioni in tema di violazione dei diritti individuali sanciti dal nostro ordinamento costituzionale. Chiediamo che l’amministrazione valuti anche l’opportunità di impartire indicazioni operative agli uffici anagrafici atte a sospendere temporaneamente per gli stranieri eventualmente coinvolti dall’applicazione della l. 132/2018 e qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona, con particolare ma non esclusivo riferimento alle procedure di iscrizione delle residenza anagrafica

0 commenti

  1. Le leggi si devono rispettare, ma questa cosa non viene digerita da taluni esponenti della sinistra. Chissà perchè?

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