Continua la guerra dei numeri. Di Leo insiste: «I debiti ammontano a 60 milioni»

Continua la guerra dei numeri. Di Leo insiste: «I debiti ammontano a 60 milioni»

Danila La Torre

Continua la guerra dei numeri. Di Leo insiste: «I debiti ammontano a 60 milioni»

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lunedì 19 Novembre 2012 - 16:38

Nuovo confronto in commissione bilancio. Il dirigente di Palazzo Zanca ha preso le distanze da Dalmazio, alimentando quelle polemiche che l’esperto di Croce aveva tentato di sedare venerdì , nella precedente seduta

A palazzo Zanca continua la guerra dei numeri. Dal 9 novembre, giorno dell’audizione alla Corte dei conti, la domanda ricorrente è sempre la stessa: a quanto ammontano i debiti del Comune? Le risposte ufficiali continuano ad essere due e discordanti tra loro. Secondo il commissario straordinario, Luigi Croce, ed i suoi tre esperti – Nino Dalmazio, Paolo Tomasello e Luigi Saccà – la massa debitoria di Palazzo Zanca è di 240 milioni di euro, e la cifra è per difetto, come sottolineato da Dalmazio venerdì in Commissione bilancio (vedi correlato) . Secondo i dirigenti dell’area economico-finanziaria, Ferdinando Coglitore e Giovanni Di Leo, ed il Collegio dei revisori dei conti, presieduto da Dario Zaccone, i debiti si fermano a 60 milioni di euro.

Ed è questa la cifra confermata anche oggi da Di Leo, ospite in commissione bilancio, che non c’ha pensato un attimo a smentire quanto dichiarato da Dalmazio nella seduta di venerdì : «Non siamo assolutamente d’accordo con i tre esperti», ha subito precisato il responsabile del Bilancio, prendendo le distanze da Dalmazio ed alimentando quelle polemiche che l’esperto di Croce aveva tentato di sedare, affermando che non esistono differenze tra la loro relazione e quella firmata dai dirigenti e revisori.

Secondo Di Leo, infatti, le differenze esistono eccome. Innanzitutto nei numeri, con una discrasia di ben 180 milioni di euro, ed in secondo luogo nella metodologia utilizzata per redigere le due relazioni. «Come prima cosa – ha esordito – dobbiamo capire cosa si intende per debito. Sono debiti le sentenze passate in giudicato, le espropriazioni e, più in generale, tutte le spese di prestazioni richieste a terzi senza copertura finanziaria (forniture, servizi etc)». La puntualizzazione è servita a Di Leo per evidenziare che quelli riportati da Dalmazio, Tomasello e Saccà non possono essere definiti debiti ma piuttosto «criticità, che noi non possiamo negare ma anzi confermiamo». Fatta questa precisazione “teorica” , Di Leo è passato agli esempi concreti,soffermandosi in particolare sui casi di Ato, Messinambiente e Atm.

DEBITI ATO

La relazione degli esperti parla di un debito del Comune pari a 33 milioni euro. Fatture alla mano, Di Leo smentisce questa cifra. «Se i dati fossero stati comprovati con quelli della contabilità finanziaria , si sarebbe scoperto che 13 di quei 33 milioni di euro sono già stati pagati». è la sua spiegazione . Rimangono, comunque, altri 20 milioni di euro che il Comune spera di coprire con i contributi regionali, sbloccati con una recente circolare della Regione.

DEBITI MESSINABIENTE

«Nella relazione degli esperti viene riportato un debito di circa 6 milioni di euro, ma la somma certificata è di circa 1,7 milioni di euro, peraltro oggetto di transazione», dice ancora D Leo

CASO ATM

Tra tutte le partecipate e società di proprietà del Comune il caso più delicato ed annoso è quelli dell’azienda trasporti, i cui bilanci non vengono approvati da anni. «Sino a quando ci saranno bilanci con questi numeri – non emetteremo parere favorevole» precisa Di Leo, che aggiunge: «Abbiamo una miriade di fatture pagare, corrispondenti a somme che vengono sempre inserite nei bilanci dell’ Atm come crediti nei confronti del Comune. Se il Consiglio comunale ritiene quelle cifre corrette, si assuma la responsabilità di approvare i bilanci dell’Atm , anche con il nostro parere negativo» .

LA POSIZIONE DEI CONSIGLIERI COMUNALI

Il consigliere comunale di Sicila Vera, Ivano Cantello, ha sottolineato come la mancanza di comunicazione tra dirigenti comunali e gli esperti del commissario Croce non aiuti a fare chiarezza sulla situazione reale del Comune : «E’ una vergogna – ha detto – che non ci sia un confronto tra le persone deputate a curare la contabilità del Comune».

Per il consigliere e coordinatore consiliare del Partito democratico, Felice Calabrò, la relazione ufficiale è quella firmata da Coglitore e Di Leo, «l’altra relazione è solo un collage di note già conosciute. Mi sarei aspettato di più dai tre esperti, se tali sono . La loro è solo una fotografia sfocata » è il suo commento pungente. «Sarebbe il caso -continua Calabrò- che il Consiglio comunale decidesse adesso qual'è la relazione più conforme alla realtà esistente». L’ultimo appunto nei confronti di Croce: «A dare spiegazioni in aula sui numeri dovrebbe essere Croce e non certo i suoi esperti». Dello stesso avviso anche il collega di partito Paolo Saglimeni, che ha invitato la Ragioneria di palazzo Zanca a fare chiarezza sui bilanci delle partecipate.

Insiste sulle partecipate anche il capogruppo del Fli, Nello Pergolizzi, che accusa i dirigenti dell’area economica di non aver iscritto nei bilanci comunali le perdite delle società controllate, esponendo comunque il Comune ad un costo che prima o poi dovrà essere pagato. In merito alle due relazioni, Pergolizzi fa notare: «Sono diverse in tutto, ma entrambe scaricano precise responsabilità nei confronti del Consiglio comunale.

Il FUTURO IMMEDIATO

Il futuro immediato è il bilancio di previsione 2012. «Stiamo completando l’iter, appena terminato ci confronteremo con il commissario Croce, che dovrà approvarlo con i poteri della giunta» ha fatto sapere Di Leo a conclusione della commissione bilancio, che tornerà a riunirsi in seduta ordinaria lunedì prossimo. Il presidente Giuseppe Melazzo recapiterà un invito formale al commissario Croce, a cui i consiglieri comunali intendono anche domandare quali misure correttive intende adottare e presentare alla Corte dei Conti entro il prossimo 12 dicembre per evitare il dissesto del Comune .(Danila La Torre)

29 commenti

  1. Salvatore Vernaci 19 Novembre 2012 17:37

    IL DISSESTO E’ DIETRO L’ANGOLO E TUTTO TACE. Ci sarà tempo tempo per divagare e/o polemizzare sulle cifre, ora bisogna agire se vogliamo salvare la Città dal dissesto.
    Cosa stanno facendo i Consiglieri Comunali, componenti di un Organo di indirizzo e controllo qual è il Consiglio Comunale? Se il Comune non da risposte certe alla Corte dei Conti è costretto a procedere alla dichiarazione di dissesto, senza che gli Organi Istituzionali abbiano fatto nulla per chiedere il prestito del pre-dissesto, ai sensi del D.L. 10 ottobre 2012 n.174, allora siamo veramente allo sbando.
    Il Commissario Straordinario, in sostituzione della Giunta Municipale, dovrebbe deliberare la proposta di adesione al Piano di Riequilibrio Pluriennale, ai sensi del D.L. 174/2012. Nella delibera di G.M., dopo avere preso atto che sussistono per il Comune tutte le condizioni previste dall’art. 243–bis del D.L.gs 267/2000, come introdotto dal D.L. 10 ottobre 2012, n. 174, che consentono il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, disciplinata dalla stessa norma, dovrebbe DELIBERARE 1), il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, quale prevista e disciplinata dall’art. 243–bis, comma 1, del D.L.gs 267/2000, come introdotto dal D.L. 10 ottobre 2012, n. 174; 2. di trasmettere la deliberazione, entro 5 giorni dalla data della sua esecutività, alla competente sezione regionale della Corte dei Conti ed al Ministero dell’interno; 3. di impegnare il Consiglio comunale, entro il termine perentorio di 60 giorni ad approvare un piano di riequilibrio finanziario pluriennale della durata massima di 5 anni, compreso quello in corso, corredato dal parere dell’organo di revisione economico-finanziario; 4. di dare atto che le procedure esecutive intraprese nei confronti del Comune sono sospese dalla data della deliberazione fino alla data di approvazione o di diniego di approvazione del piano di riequilibrio pluriennale di cui all’art. 243-quater, commi 1 e 3 del TUEL 5.- di disporre la pubblicazione della deliberazione sul sito istituzionale dell’Ente,nonché la trasmissione a tutti gli enti ed organismi competenti ed interessati;avviando la relativa procedura nell’interesse del Comune.

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  2. Non credo proprio che Di Leo e Coglitore in materia di questione finanziarie comunali diano numeri a casaccio essendo deputati a tale bisogna!Dalmazio farebbe bene a fare solamente l’avvocato!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  3. Qualsiasi siano i debiti questi dovranno essere pagati!!!!

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  4. dissesto sia

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  5. Una vecchia diatriba che riguarda la procedura contabile da adottare nelle Aziende speciali, quale è l’Atm e le Istituzioni per i servizi sociali L’articolo 114 del d.,lg. 267/2000 stabilisce il principio che il Consiglio Comunale deve approvare sia il bilancio economico di previsione sia il bilancio consuntivo composto dal conto consuntivo che del bilancio d’esercizio, documenti contabili questi ritenuti, fra gli altri, atti fondamentali sia delle aziende speciali, Atm sia delle istituzioni. Per completare contabilmente i citati atti fondamentali detti enti hanno l’obbligo di curare i fatti di gestione, che riguardano la parte corrente che gli esercizi precedenti sia sotto il profilo finanziario (bilancio economico annuale e pluriennale ed anche il Conto Consuntivo) ed anche sotto il profilo economico per redigere il bilancio di esercizio. E’ chiaro e lampante, quindi, che i predetti enti devono contabilizzare i fatti di gestione corrente e degli esercizi pregressi utilizzando sia il sistema di “contabilità finanziaria” alla quale va affiancata il sistema di “contabilità economica patrimoniale”. Ecco perché ho, da anni, sostenuto che i documenti contabili di fine esercizio dell’Atm sono da rottamare in quanto predisposti in violazione dell’art. 114 del d. lg. 267/2000. Ma questa teoria, che è stata anche dibattuta in prima commissione consiliare presieduta dall’avv. Melazzo, viene ostacolata dai dottori commercialisti che ritengono la contabilità finanziaria superara ed antiquata. Ed allora che si cambi la legge. Sia il dr, Coglitore che il dr. De Leo, a mio parere, si trovano nella assoluta impossibilità di fare carico sul bilancio del Comune i debiti dell’Atm, allo stato a detti dirigenti ufficialmente sconosciuti in quanto, con la non approvazione dei bilanci consuntivi è venuto meno la possibilità di dare a detti debiti paternità contabile nella gestione finanziaria economico patrimoniale del Comune (inserimento di detti debiti nel bilancio di previsione del Comune al fine del loro ripiano). Esiste una procedura che va applicata e sino a quanto detta procedura non sarò portata a compimenti detti debiti rimangono parcheggiati nelle stanze dell’Atm di via la farina, dato che non esiste alcuna procedura contabili che ne possa disporre diversamente. Comunque buon lavoro poiché il cammino è in salita ed irto di ostacoli
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  6. Se i dati sono quelli del Di Leo, che bella figura ha fatto il dott. Croce davanti alla città !

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  7. Penso che l’Avv. Dalmazio abbia toccato i nervi scoperti del problema. Però le “incrostazioni” piano piano vanno scoprendosi! Avv. Dalmazio, vada avanti e confidi nel Consiglio Comunale! Le levate di scudi sono dovute alla consapevolezza di aver ormai approvato delibere che non potevano essere approvate, ma intanto così erano state proposte. Occorre solo trovare il modo di togliere i Consiglieri da un comprensibile e giustificato imbarazzo!

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  8. ART.21 COSTITUZIONE. Dal CAOS in cui siamo precipitati, per “merito” del quartetto BUZZANCA-MILORO COGLITORE-DI LEO, emergerà un Comune VIRTUOSO o DISSESTATO? Il quartetto ha la sicurezza di chi presidia gli uffici ed elaborato le cifre, giura che Palazzo Zanca è VIRTUOSO, mentre gli esperti di Luigi CROCE hanno le difficoltà di chi deve verificare le carte che altri gli forniscono. Capitò allo staff di Controllo di Gestione, nella premessa ad un Referto di gestione scrisse, ” Si rileva che il Comune di Messina non applica un sistema di contabilità economico-analitico, pertanto i dati riportati nel presente referto considerano i valori finanziari desunti dal rendiconto finanziario e quindi gli indicatori finalizzati a misurare l’economicità della gestione si riferiscono ai dati di spesa e non ai dati desunti dal conto economico. Come ogni anno, non avendo accesso diretto alla contabilità finanziaria, per i dati di natura finanziario – contabile lo staff si è servito di stampe richieste e fornite dal servizio finanziario.” Perchè essere così diffidenti con il quartetto, a voi sembrano preoccupati i Consiglieri Comunali,eletti da noi,ricordatelo almeno fino alle prossime elezioni. Palazzo Zanca intona il ritornello di sempre, TUTTO VA BENE MADAMA LA MARCHESA, TUTTO VA BEN TUTTO VA BEN.

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  9. ma questi signori si sono laureati all’università on line? POSSIBILE CHE UN COMUNE NON RIESCE A SAPERE I DEBITI CHE HA?è come se a casa mia non conosco quanti debiti ho? oppure mia moglie ed i miei figli hanno fatto debiti ed io non li accetto

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  10. In ogni caso però, indipendentemente da quello che pensano o ritengono i commercialisti, i debiti esistono e sarebbe da pazzi ignorarli. Del resto nell’ottobre 2009, all’epoca dei fatti di Giampilieri, qualuno disse che per salvare Messina dal fallimento ci volevano almeno 200 milioni di euro. Ad oggi l’ammontare di Croce potrebbe avere una maggiore attendibilità rispetto a quanto riportano Coglitore & c. Poi dell’Atm da tempo si parlava di trasformazione in Spa che costituiva una condizione imposta dalla regione. Che cosa ha fatto il consiglio comunale dal 2010 ad oggi? Il dissesto è inevitabile. Per quanti sforzi si possano fare, con questa classe politica e dirigente, non si va da nessuna parte.

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  11. che vergogna questi funzionari:
    attaccati ad un cavillo (debito in bilancio o fuori bilancio): l’ATM è al 100% del COMUNE DI MESSINA. Non approvare i bilanci per 8 anni è ridicolo , è l’evidenza di un cavillo cha ha fatto comodo solo alla ragioneria del comune, solo a Messina capita questo, state cercando da anni i trucchi o il fango per non riconoscere dei debiti. In ogni caso comune 60 milioni + atm + ato + messinambiente + servizi sociali + altri, se non si considerano tutti insieme e si cerca un soluzione definitiva che CAZ.O ce ne facciamo di un comune che non mette in linea i bus, non raccoglie la spazzatura, che no assite i bisognosi, ah, si:
    per pagare i premi e le indennità di posizione a voi, ditelo che costate più di 100.000 euro l’anno, ditelo, con contratto a tempo indeterminato, con le indennità ri risulato e di posizione che vi pagate regolarmente da anni, anche in questa crisi e senza rischi: SONO DISGUSTATO!

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  12. Le dichiarazioni del dr. Di Leo – dal punto di vista giuridico-economico – sono tecnicamente ineccepibili.

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  13. Caro gigi2002, sai quando ti accorgerai che le dichiarazioni sono “ineccepibili” come dici tu? Quando andrai a pagare in un solo botto tutte le tasse aumentate che serviranno a coprire i 240 milioni di euro.
    Caro amico, invece sarebbe stato meglio non coprire il sole con la rete, e spalmare negli scorsi anni i debiti finiti sotto il tappeto, anziche iniziare adesso un percorso di lacrime e sangue, con dissesto o senza!
    ……poi mi saprai dire!

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  14. Egr. Dott. Vernaci,
    Leggo con molta attenzione i suoi interventi e, anche se talvolta non li condivido, li considero un validissimo ed irrinunciabile contributo alla discussione.
    Ho avuto modo di conoscerla tempo fa, in qualità di esperto prima e dirigente poi della Provincia.
    Premesso che la querelle 60-240, a mio avviso, è stata messa su per cercare di ridurre al minimo le responsabilità penali, civili e contabili da parte dei funzionari comunali, che adesso dichiarano un debito che fino a qualche mese fa spergiuravano non esistere, vuoi anche perchè i bilanci furono firmati anche da essi. mi permetto di farLe una domanda, breve ma complessa, di carattere tecnico-giuridico.
    Quando un ente viene dichiarato economicamente dissestato quali servizi dovranno essere tagliati?
    Quali partecipazioni dovranno cessare?
    E, fattore più importante, quali dipendenti rischiano il posto?
    Qualche giocherellone, invero a digiuno di procedure che non siano la perfetta conoscenza delle macchinette del caffè del Comune, da tempo inquina questo forum con affermazioni ridicole ed assurde.
    Vuole, cortesemente, stabilire dei punti fermi?
    Cordialmente.
    Giuseppe Vallèra.

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  15. MA SECONDO STI SCIENZIATI I DEBITI DELL’ATM E DELLE ALTRE ++++++++++++DI CHI SONO SE NON DEL COMUNE CHE NE E’ PROPRIETARIO? non si riescono a capacitare del loro fallimento e vogliono coprire il tutto con la foglia di FICO.

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  16. ART.21 COSTITUZIONE. Condivido le cose scritte dall’arguto Saja e dal saggio Vernaci, ma oggi con l’entrata in campo della Corte dei Conti siamo sotto la vigilanza prevista dal decreto legislativo 149 del 2011, quello dei meccanismi sanzionatori e premiali relativi agli enti locali, in particolare dell’art. 5 inerente alla regolarità della gestione amministrativa contabile, dove fra le situazioni di squilibrio finanziario c’è il ripetuto utilizzo dell’anticipazione di tesoreria ( questo non si può negare ). L’art.6 sulle responsabilità politiche, ci dice con chiarezza, che se la Corte riterrà, dalla relazione del Comune ( qui c’è il rischio concreto di due relazioni contrapposte ) che si è andati a Palermo a mani vuote, rispetto alle necessarie misure correttive, di cui la Corte chiede conto in applicazione della legge 266 del 2005 ( norme sulle disposizioni per la formazione del bilancio ), che emergano quindi comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria o squilibri strutturali del bilancio, in grado di provocarne il dissesto finanziario, con palazzo Zanca intestardito a non adottare le necessarie misure correttive, la Corte sarà obbligata a trasmettere gli atti al Prefetto e alla conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, da qui in poi si va diritto al dissesto finanziario. O forse siamo già in questa fase e lo sanno solo CROCE e COGLITORE?

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  17. Caro Burrascanu, tu sai che l’Atm, Azienda speciale del Comune di Messina come Messina ambiente, partecipata a capitale interamente pubblico (il 99% appartiene al Comune di Messina) hanno propria “personalità giuridica” ed “autonomia gestionale”. Ti ricordo che vengono amministrati da un Consiglio di Amministrazione ed sottoposti alla vigilanza di un “Collegio dei revisori dei conti” E’ vero che i debiti delle predette aziende, teoricamente sono attribuibili al Comune di Messina, ma è anche vero che per raggiungere tale finalità sono indispensabili seguire delle procedure contabili ritenute obbligato ed inevitabili rie in quanto previste dalla legge e dai rispettivi statuti. Ecco perche il dr. Di Leo dice di disconoscere detti debiti, pur sapendo che esistono. E non ha tutti i torti

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  18. Credo proprio che siamo in dirittura d’arrivo per il dissesto. Malgrado quello che possa dire l’ex Sindaco Buzzanca e compagnia. Ora se si dichiara il dissesto finanziario, oltre a pagare in maniera salata il conto noi cittadini, si imputa alle gestioni degli ultimi cinque anni la mancata applicazione dei correttivi per scongiurare questo disastro. Detto ciò tutti i componenti politici a vario titolo della nomenclatura del comune dichiarato dissestato non sono più candidabili per almeno altri cinque anni

    Al buon Peppino Buzzanca, saltato il Comune, giocato alle regionali, improponibile per la Provincia ci voleva anche questa tegola per giocarsi definitivamente il posto in parlamento. Ma che cosa volete da un condannato (anche se poi riabilitato) con condanna passata in giudicato per peculato (sebbene d’uso) a danno della provincia …

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  19. Simpatico BURRASCANU, gli SCIENZIATI di cui parli stanno a Palazzo Zanca, noi siamo opinione pubblica, non siamo strapagati per ” dirigere ” il Comune di Messina.

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  20. Caro dott. Croce, prenda esempio da Crocetta che ha tagliato i 21 giornalisti. Non è dobbiamo pagare noi poveri Cristi che hanno SEMPRE pagato Tarsu, Ici etc.
    FORZA CON I TAGLI AGLI SPRECHI!! Ad es. che fine ha fatto quella disposizione che riguarda il rimborso ai datori di lavoro (fasulli) dei consiglieri comunali.

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  21. Le dichiarazioni del dr. Di Leo – dal punto di vista giuridico-economico – sono tecnicamente ineccepibili.
    poi si puo’ discutere sui “si ma poi ci saranno forse..”
    altri discorsi,ad oggi i debiti tecnicamente sono quelli e non quelli del buon avv.dalmazio..

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  22. ART.21 COSTITUZIONE. Sta viaggiando sulla Palermo Messina la bufera dei DEBITI,infatti arrivono le prime indiscrezioni sulla Relazione dell’assessore all’Economia di Lombardo, Gaetano Armao,che a fine ottobre consegnò un documento dalle parole che più beffarde non si può, AUTONOMIA e RISANAMENTO finanziario della Sicilia. Autonomia, Risanamento, Lombardo, ah ah ah ah. In un raro momento di lucidità,Armao elenca i debiti,non cavillando sul Testo Unico,ridotto a carta straccia da politici e dirigenti,leggete che roba,sono in miliardi di euro: Province 1-Comuni 6,5-IACP,Consorzi di Bonifica, ASI e altri enti inutili 1-Aziende Sanitarie Provinciali,le ASP 2,5-ATO 1,3, sono 12,3 a cui si aggiungono altri 5,7 sparsi nei meandri del bilancio per arrivare a 18 MILIARDI,si avete letto bene 18 MILIARDI di euro. Le ” buone ” notizie non sono finite, i 1818 BUROCRATI della Regione Siciliana,cchiù’assai di cani i Brasi,colleghi di COGLITORE e DI LEO,hanno concepito un prestito obbligazionario,finalizzato al pareggio di bilancio del 2000, con un tasso del 6,150%, INCREDIBILE. I dirigenti hanno contratto una sequenza di 12 mutui a tasso fisso per una percentuale altissima, avrebbe fatto meglio il mio nipotino padano.In totale 6,800 miliardi e il debito residuo è di 5,3. Ancora una ” buona ” notizia,i residui attivi sono tra 14 e 15 miliardi,sono come quelli di Palazzo Zanca, INESIGIBILI. Scusatemi dimenticavo,la Sicilia è alle prese con il Patto di Stabilità,che pesa per 1,3 miliardi nel 2012,questo limiterà i pagamenti a 5,2, pochi, se consideriamo che nel 2011 furono 6,5. Nel 2013 il Patto peserà per 1,9 e nel 2014 per oltre 2 miliardi. Adesso finisco veramente con una notizia che non vorrei dare, nel 2014 su un bilancio di circa 27 miliardi solo 4,6 saranno destinati ai pagamenti.NON OSO PENSARE COSA ACCADRA’.

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  23. ma se non è capace di fare il suo mestiere,vada a coltivarsi l’orticello.cosa significa che non ha tutti i torti,forse i torti sono dei cittadini che hanno permesso a 44 incompetenti di governarci.Ma lei sig.Saja crede veramente in quello che scrive? il comune detiene il 99% dell’atm,però non può fare nulla per sapere i debiti? Allora licenzi tutti gli incapaci compresi quelli degli altri carrozzoni municipalizzati.ma scherziamo o vogliamo prenderci per il cxxo.

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  24. devono andare a zappare a Floresta cosi si rifriscunu i ciriveddu.

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  25. la differenza della cifra , che e’ notevole, dice una cosa sola : O MENTE IL CONMMISARIO, O MENTE IL DOTT. DE LEO.

    ci sfugge il motivo per cui lo devrebbe fare il dott. Croce.
    ci sembra di capire invece perche’ lo faccia il dott. De Leo.

    la verita’ e’ che da piu’ di diei anni, e questo lo sanno tutti essendo stato notorio e divulgato dalla stampa cittadina, sui bilanci del Comune ci sono state aspere battaglie e rese dei conti.

    ma diro’ di piu’ SE IL DOTT. DE LEO DOVESSE INSISTERE E’ CHIARO CHE STA APRENDO LA BRECCIA PER UNA GUERRA TUTTA INTERNA ALLA DIRIGENZA DEL PALAZZO COMUNALE.

    LA CIFRA DI 60 MILIONI E’ FACILMENTE RECUPARABILE , MA CIO’ FAREBBE SUBITO CAPIRE CHI SONO I FUNZIONARI ED I DIRIGENTI CHE CON VOLUTA COLPA NON METYTONO IN MOTO LE PROCEDURE PER RECUPERARE INGENTI SOMMECHE TUTTI SANNO DOVE SONO.

    MA 240 O 60 CAMBIA POCO , L’UNICA VERA SOLUZIONE E’ IL DISSESTO CHE NON E’ POI TUTTO IL MALE CHE CI RACCONTANO , ANZI.

    E PER RISPONDERE ALLA DOMANDA DI UNO DEI COMMENTATORI, NON SI PERDE NESSUN SERVIZIO ESSENZIALE, NON SI PERDONO BENEFICI, ANZI SE NE APRONO DI NUOVI, E GLI UNICI A POTER ESSERE LICENZIATI SONO SOLO QUELLI IN ESUBERO, MA DEVE ESSERE DIMOSTRATO OLTRE AGNI DUBBIO.

    MA LA COSA PIU’ UTILE DELLA COSA E’ CHE CI LIBERIAMO DEI POLITICI CHE FINORA HANNO GESTITO ALLEGRAMENTE LA COSA PUBBLICA. E NON MI SEMBRA PER NULLA POCO

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  26. scusi ma gli altri debiti di chi sono?? se lei ha 5 societa’ di cui è maggioranza i debiti sono degli zombi o del comune,oppure quelle società sono fallite.

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  27. le ultime due righe sono il meglio che il dissesto possa dare alla città.

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  28. Il Commissario non ha alcun interesse a mentire. I debiti esistono ed ignorarli determinerebbe un ingiusto arricchimento del comune di Messina che in caso di contenzioso soccomberebbe e pagherebbe spese legali e processuali. E’ invece oltremodo inammissibile ed inconcepibile il comportamento dei dirigenti di ragioneria che invece di collaborare con il Commissario per risolvere i guai che con il loro comportamento hanno contribuito a determinare, si arroccano dietro certe posizioni che non porteranno mai da nessuna parte. Se da un lato posso comprendere il loro punto di vista per evitare il dissesto che comporterebbe anche la fine della loro carriera, dall’altro lato, da cittadino, mi sento profondamente offeso nella mia intelligenza dai loro ragionamenti. Sicuramente esisteranno delle fatture che saranno state emesse a fronte di forniture o servizi ordinati e quindi se c’è la copertura finanziaria, vanno pagate, in assenza diventano debiti fuori bilancio. Per quanto ci si possa girare intorno, alla fine, stringendo, la realtà è solo questa.
    Per buona memoria dall’art.114 del 267/2000, con le ultime modifiche:

    5. Nell’ambito della legge, l’ordinamento ed il funzionamento delle aziende speciali sono disciplinati dal proprio statuto e dai regolamenti; quelli delle istituzioni sono disciplinati dallo statuto e dai regolamenti dell’ente locale da cui dipendono.

    5-bis. A decorrere dall’anno 2013, le aziende speciali e le istituzioni sono assoggettate al patto di stabilità interno secondo le modalità definite con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dell’interno e per gli affari regionali, il turismo e lo sport, sentita la Conferenza Stato-Città ed autonomie locali, da emanare entro il 30 ottobre 2012. A tal fine, le aziende speciali e le istituzioni si iscrivono e depositano i propri bilanci al registro delle imprese o nel repertorio delle notizie economico-amministrative della camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura del proprio territorio entro il 31 maggio di ciascun anno. L’Unioncamere trasmette al Ministero dell’economia e delle finanze, entro il 30 giugno, l’elenco delle predette aziende speciali e istituzioni ed i relativi dati di bilancio. Alle aziende speciali ed alle istituzioni si applicano le disposizioni del codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, nonché le disposizioni che stabiliscono, a carico degli enti locali: divieto o limitazioni alle assunzioni di personale; contenimento degli oneri contrattuali e delle altre voci di natura retributiva o indennitaria e per consulenze anche degli amministratori; obblighi e limiti alla partecipazione societaria degli enti locali. Gli enti locali vigilano sull’osservanza del presente comma da parte dei soggetti indicati ai periodi precedenti. Sono escluse dall’applicazione delle disposizioni del presente comma aziende speciali e istituzioni che gestiscono servizi socio-assistenziali ed educativi, culturali e farmacie.
    (comma introdotto dall’art. 25, comma 2, lettera a), legge n. 27 del 2012)

    6. L’ente locale conferisce il capitale di dotazione; determina le finalità e gli indirizzi; approva gli atti fondamentali; esercita la vigilanza; verifica i risultati della gestione; provvede alla copertura degli eventuali costi sociali.

    7. Il collegio dei revisori dei conti dell’ente locale esercita le sue funzioni anche nei confronti delle istituzioni. Lo statuto dell’azienda speciale prevede un apposito organo di revisione, nonché forme autonome di verifica della gestione.

    8. Ai fini di cui al comma 6 sono fondamentali i seguenti atti da sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale:
    (comma così modificato dall’art. 25, comma 2, lettera b), legge n. 27 del 2012)

    a) il piano-programma, comprendente un contratto di servizio che disciplini i rapporti tra ente locale ed azienda speciale;
    b) i bilanci economici di previsione pluriennale ed annuale;
    c) il conto consuntivo;
    d) il bilancio di esercizio.

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  29. il re è nudo non si può non approvare otto bilanci pere fare il giochetto di dire che il debito non c’è, tanto che ce ne frega se non c.e più un bus e non li paghiamo. una sola parola ai dirigenti. basta ormai abbiamo capito cosa avere fatto e fatto fare agli amministratori incapace. ora beccatevi croce vediamo se vi segue in questo omicidio economico delle partecipate.

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