La formazione come un bancomat: dalla vendita dei corsisti alle false assunzioni

La formazione come un bancomat: dalla vendita dei corsisti alle false assunzioni

Rosaria Brancato

La formazione come un bancomat: dalla vendita dei corsisti alle false assunzioni

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venerdì 21 Marzo 2014 - 22:54

Il sistema della formazione si era trasformato in una sorta di bancomat, una macchina per ottenere fondi pubblici da distribuire alla rete clientelare. Emblematici di come non avesse alcuna rilevanza la formazione dei giovani sono due aspetti emersi dall'inchiesta: lo scambio dei corsisti e le false assunzioni.

Guardando l’ordinanza firmata dal gip De Marco emerge una visione degli Enti di formazione trasformati non solo in ufficio di collocamento privato con denaro pubblico, ma divenuti una sorta di bancomat al punto che l’apprendistato era diventato un aspetto irrilevante se non un fastidio. Emblematici due capitoli, la vicenda dello scambio dei corsisti e quella delle false assunzioni.

L’obiettivo della Formazione, nello spirito originario della legge, era quello di “formare” i giovani, qualificarli all’ingresso nel mondo del lavoro in base alle esigenze del mercato. L’obiettivo degli Enti coinvolti invece è diventato quello di ottenere il massimo dei finanziamenti, pertanto, pur di avere il numero richiesto di corsisti per poter accedere ai fondi, erano disposti a tutto, persino a scambiarli come le figurine Panini. Il tipo di corso, le reali esigenze del territorio, le possibilità di sbocco occupazionale non avevano alcun valore.

“Dovrebbe essere il corsista a cercare l’ente- si legge nell’ordinanza- e gli Enti, se avessero effettivamente natura no profit non dovrebbero avere alcun interesse a catturare i corsisti se non quello filantropico”. Invece dalle intercettazioni della Procura di Pattisi scopre che i corsisti vengono scambiati a pacchetti come voti in una campagna elettorale inquinata e a fronte di un pacchetto di corsisti si è disposti a corrispondere una quota di finanziamenti”.

Tu mi dai un tot di apprendisti e in cambio, se ottengo il finanziamento perché ho raggiunto la soglia minima di partecipanti richiesta, ti cedo una quota dell’erogazione. “II commercio dei corsisti è sintomatico degli interessi illeciti sottesi al sistema, infatti se non esistesse un tornaconto personale per i gestori degli enti, costoro non avrebbero alcun motivo per inseguire i corsisti”.

In una conversazione intercettata nel maggio 2012 Massimiliano La Macchia, fratello di Salvatore, arrestato nell’inchiesta, racconta alla moglie Maria Scafidi (anche lei impiegata in un Ente) l’esito di una trattativa con Giò Giarrizzo, del Consorzio Noè di Patti. Giarrizzo avrebbe “ceduto” un pacchetto di 17 apprendisti che a lui non servivano, ottenendo in cambio una percentuale di finanziamenti. E a quanto pare non si tratta di un unico caso di scambio.

Massimo La Macchia– Giarrizzo si è venduto 17 apprendisti a noi

Maria Scafidi– come se li è venduti?

LM-Ce li manderà, 17, noi gli diamo una percentuale su quelli approvati

S– ma dove li prende scusa?

LM– non lo so non li può inserire, non ha come metterli, boh

Lo scambio, anzi la “vendita” così come viene chiamata dagli interessati, dei corsisti continua anche in altre occasioni, nelle quali ad esempio si contratta sulla percentuale. Il 18 maggio 2012, sempre Massimo La Macchia contatta direttamente Giarrizzo al quale propone uno scambio.

Massimo La Macchia– Senti, noi abbiamo due fabbri che non possiamo mettere, tu come sei?

Giarrizzo– Di dove sono

LM– di Messina

G– Farò l’aula di metalmeccanici a Patti o a Siracusa. Dammeli, facciamo lo scambio. A noi interessa vendere l’apprendista, lo capisci questo, no? Se poi dobbiamo pagarci le spese di viaggio, gli paghiamo le spese. Loro vengono una volta sì, una volta no, glielo dici al consulente.

La formazione, lo sbocco occupazionale, l’effettivo svolgimento dei corsi, sono elementi del tutto ininfluenti in un sistema divenuto solo una macchina per intercettare finanziamenti da distribuire nella rete clientelare. Nel frattempo infatti gli Enti sono diventati anche uffici di collocamento privati per sistemare, con soldi pubblici e criteri di selezione privati, centinaia di persone, indipendentemente dalla specifica qualifica o competenza. L’importante non era il lavoro svolto ma il riempire una casella in modo da ottenere l’erogazione delle somme. Grazie alla totale assenza dei controlli da parte della Regione, il cui sistema di verifiche era fatto apposta per essere eluso.

Nel capitolo dedicato alle false assunzioni si fa riferimento a Roberto Giunta e Domenico Fazio, che risultano lavorare presso l’Enfap mentre, come accertato dagli investigatori, svolgevano attività presso la segreteria di Francantonio Genovese. Le indagini si sono avvalse anche di alcune intercettazioni nelle quali Domenico Fazio si lamenta con il collega Piero Poguish per il tipo di trattamento ricevuto.

“Con l’amico si lamentava del fatto che, pur avendo lavorato incessantemente per il Genovese gli era stata attribuita la qualifica di terzo livello mentre altri avevano ottenuto di più”. Era talmente amareggiato da dirsi pronto a lavorare veramente allo sportello…..La conversazione è del 5 ottobre 2012.

Piero Poguish– mi pare strana questa operazione, devi parlare con Francantonio

Domenico Fazio-ma che parlo, mi sono schifato, dopo ieri sera. Sai cosa farei? Ho pensato di andare stamattina e dirgli: guarda me ne vado veramente a lavorare allo sportello, penso che me lo sono meritato dopo 5 anni che ho lavorato con te, me ne vado veramente a lavorare allo sportello e mi faccio sei ore al giorno, il pomeriggio vado in qualche patronato, guadagno qualche altra cosa e chiudo là

P– tu sei operatore di sportello??

F-operatore di sportello,terzo livello, 1.150 euro al mese,lasciamo perdere. C’è sempre in mezzo Salvatore La Macchia. Ieri c’era sua cognata, la moglie di Massimo, assunta ieri. E non so a questo punto se a lei l’ha messa al quinto livello e a me al terzo. La gente si spacca … dalla mattina alla sera…Perché se poi sono considerato come il fratello di Benedetto Reale, come Enzo Crisafi, come Florulli, come la figlia di Nino Astone. Pure Roberto e Giandomenico erano incazzati perché pure loro sono stati messi come me. Cioè stiamo parlando di gente che è da 5, 10 anni che lavora con te e tu gli metti in mezzo quelli che… Ormai La Macchia è diventato, Francantonio gli dà spazio assoluto, fa tutto lui, mette tutto lui. Ha messo tutta la settima generazione.

Fazio e Giunta– scrive il gip De Marco– pur venendo retribuiti dall’Enfap con oneri a carico dei finanziamenti regionali relativi a due progetti formativi (progetto Bussola e progetto Faro), svolgevano la loro attività presso la segreteria dell’onorevole Genovese e l’autorizzazione poi concessa per il lavoro esterno, peraltro generica, immotivata e non funzionale alla natura dell’ente, costituiva uno stratagemma per giustificare l’assenza dei dipendenti dalla sede ed eludere i controlli”.

Le indagini hanno sistematicamente accertato che i due in realtà non hanno lavorato per l’Enfap, pur risultando nel registro presenze.

“Con l’acquisizione dell’Enfap vengono assunte diverse persone legate al Genovese ed alla sua organizzazione politica ed economica. Taluni, come Fazio e Giunta, formalmente assunti, continuano a svolgere le proprie attività per conto di Genovese e l’assunzione è fittizia, finalizzata a porre a carico del finanziamento pubblico prestazioni erogate a favore del Genovese”.

In quel periodo il pianeta formazione era finito all’attenzione della stampa nazionale così che una troupe televisiva, giunta a bussare alla porta della segreteria si era vista rispondere proprio da Fazio che l’onorevole non c’era. Nel pomeriggio l’episodio è stato commentato con La Macchia “eh, se sapessero chi li ha fermati? Se sapevano chi è che li ha fermati avrebbero fatto Bingo. I giornalisti non hanno i programmi dell’FBI…”.

I giornalisti, che avrebbero dovuto fare un servizio sulla Formazione non avrebbero mai potuto immaginare che a dir loro che l’onorevole non c’era era proprio una persona che risultava ufficialmente impiegata in uno di quegli Enti…

Il problema viene poi risolto con le elezioni regionali dell’ottobre 2012 dopo le quali Rinaldi diventa Presidente del Collegio dei questori ed ha diritto ad una serie di consulenti. Genovese annuncia quindi a Fazio l’ipotesi e lui riferisce a Poguish “intanto Francantonio mi ha detto di farmi vedere almeno un giorno all’Enfap. Ma ha pensato all’ufficio di Gabinetto, però quest’anno c’è il badge per firmare l’ingresso e dovrei stare tutta la settimana a Palermo”. Poguish risponde: “Aspettiamo l’ufficio di Presidenza, se è la Vice presidenza allora non c’è problema”.

Di fatto Rinaldi è diventato Presidente del Collegio dei questori e per Domenico Fazio, Piero Poguish, Roberto Giunta è arrivato il contratto di consulenza all’Ars.

Ndr- Dal legale rappresentante del Consorzio Noè riceviamo alcune precisazioni in merito alla vicenda relativa alla conversazione tra Giarrizzo e La Macchia. “Si precisa che il Consorzio Noè non ha mai ceduto pacchetti di apprendisti direttamente o attraverso altre persone, né gratuitamente, né chiedendo in cambio percentuali di finanziamento. Inoltre si precisa che il Consorzio Noè non ha mai gestito un corso di apprendisti per metalmeccanici ed èstraneo ai fatti riportati”.

Rosaria Brancato

15 commenti

  1. Perché non la pubblicate a fascicoli così alla fine ci si può fare un’enciclopedia. Credo che si potrebbe arrivare a 12 volumi….

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  2. giovanni rodilosso 22 Marzo 2014 06:40

    Ma,,,, alla fine qualcuno farà un giorno di carcere? Genovese si dimette dal partito e darà tutte le spiegazioni ai magistrati, ma di cosa parla? Possibile che nessuno pronuncia una sola e inequivocabile frase tipo: mi vergogno di quello che ho fatto?

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  3. L'Osservatore 22 Marzo 2014 06:48

    …SENZA PAROLE…!!!
    Adesso tutti contro Genovese, ma di tutta questa “gentucola” che lo circondava? Ne vogliamo parlare?

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  4. Sull’onda dello sdegno popolare è il momento per C A N C E L L A R E per sempre la FORMAZIONE PROFESSIONALE e gli inutili CENTRI PER L’IMPIEGO, almeno per come li conosciamo. L’unica alternativa è destinare le risorse alle aziende, pretendendo formazione e una quota di assunzione. B A S T A con questi due stipendifici, non possiamo sempre pensare a chi beneficia di uno stipendio regalato, si rifaranno una vita, quei soldi nascono per essere destinati ai disoccupati, in particolare ai nostri giovani. Chi lavora nei CENTRI PER L’IMPIEGO è dipendente regionale, si usi per questi la mobilità e poi la cassa integrazione fino al licenziamento, come si fa per i lavoratori privati, dobbiamo comprendere che sono inutili ai disoccupati.

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  5. un cittadino messinese 22 Marzo 2014 08:06

    MA TU PENSI VERAMENTE CHE LO STIPENDIFICIO E SOLO LA FORMAZIONE PERCHE NON QUARDI ANCHE LE COOP

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  6. troppa gente che mangiava a sbafo.Purtroppo l’ape vola dove cè il nettare.

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  7. Circa 40 anni fa, giovane disoccupato e sulle spalle di una famiglia onesta ma povera, lessi che la IAL CISL organizzava un corso di formazione, nella sede di via Garibaldi, nel palazzo dove una volta c’era una libreria di cui non ricordo più il nome.
    Il palazzo è contiguo a quello che ospita il fiorista Masetti.
    Al giorno di apertura delle iscrizioni, mi presentai alla sede alle sei del mattino (la sede apriva alle 08.30) per essere tra i primi.
    Prima sorpresa: non c’era un cane, solo io, sotto la pioggia ed al freddo.
    All’apertura, sempre da solo, salii alla sede della IAL CISL e chiesi di iscrivermi.
    Seconda sorpresa: l’addetto allo sportello mi disse, imbarazzato e confuso, che i posti erano già stati tutti occupati da partecipanti che avevano mandato le iscrizioni per raccomandata.
    Chiesi di verificare l’elenco.
    IL libro era in bianco “perché dobbiamo aggiornarlo”.
    Incazzato nero me ne andai, mentre lo sportellista mi guardava con un misto di commiserazione e di presa per il culo.
    Che il sistema fosse marcio lo capii subito.
    Adesso ci sono le prove.
    Mi auguro che la Magistratura sbatta in galera TUTTI i protagonisti di questo schifo e coloro che ne hanno tratto beneficio, siano essi impiegati e/o coloro che sono stati assunti con questi titoli fasulli.
    Per intanto, prego Dio di farli soffrire, almeno tanto quanto coloro che, me compreso, hanno dovuto fare la valigia per potere lavorare onestamente.

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  8. Galera?
    Ma chi?
    Genovese ed il resto della banda?
    Sarà già tanto se in galera non ci finiranno i Magistrati inquirenti!
    Genovese è la punta di un iceberg, che ha permesso, per decenni, di depredare le casse pubbliche, dando soldi e potere a decine di migliaia di bastardi.
    Come credi siano stati assunti, ad esempio, gli ex 285?
    Con corsi fasulli, aperti a degli squallidi raccomandati, incapaci di fare la O col bicchiere, che adesso occupano i vertici degli enti locali messinesi.
    Dimmi un po’.
    Secondo te, a finire in galera dovrebbero essere solo Genovese e soci o anche TUTTI coloro che, grazie a loro, vengono stipendiati (non dico “lavorano” perché sarebbe una bestemmia ed un insulto a coloro che si sono sempre fatti il culo) dagli enti locali?
    Scusate se ho usato termini pesanti, non sono solito, ma l’indignazione ed il giramento di coglioni è troppo.
    In certe occasioni vorrei tanto avere la mitragliatrice di Rambo.
    George.

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  9. A dire la verità gli sbocchi occupazionali c’erano. Alcuni corsisti designati, alla fine del corso venivano introdotti nel mondo del lavoro senza quasi passare per il collocamento. Poi i corsisti tante volte erano loro stessi a chiedere di essere trasferiti perchè buttavano l’esca di un corso buono. Anzi i corsisti dovevano insistere per accapararsi un posto, li facevano cancellare di là per iscriversi di quà. Gli insegnanti improvvisati dovevano pure procurare un certo numero di iscritti.In molte sedi ti chiedevano il favore di iscriverti altrimenti il corso non poteva iniziare, lo chiedevano pure a qualcuno già iscritto di portare altri. Si firmavano tanti giorni tutti in una volta sola ma a volte con meno frequenza perchè c’era gente sospetta o delle mezze verifiche.

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  10. Il padrone del vapore affonda, ed i topi scendono…

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  11. IO sinceramente mi aspetterei da chi ha eseguito questi sequestri che con quei soldi, parte sia destinata al pagamento degli stipendi arretrati di quei dipendenti che ad ogni modo non c’entrano niente con questa situazione. Il resto lo possono restituire allo stato.

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  12. Io spererei solo due cose:
    che gli sequestrino tutto, ma tutto tutto proprio,e che si faccia +++++++++++++.
    Sogni mostruosamente proibiti purtroppo in questo Paese da barzelletta.

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  13. Non si deve inseguire solo Genovese ma anche tutti quelli che hanno beneficiato di stipendi senza lavorare. Confiscare tutti i beni degli impiegati fasulli che per anni hanno depredato il giusto compenso a disoccupati veri. La giustizia deve essere giusta e prendere ciò che non era meritato a tutti , che siano parenti, amici, conoscenti e impiegati che sapevano che stavano rubando uno stipendio che non spettava loro. Voglio che il denaro rubato sia restituito, compreso quello degli impiegati fasulli che facevano da galoppini a genovese.

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  14. Se riconosciuti colpevoli, speriamo che:
    1)gli confischino i beni per l’ammontare di quanto risulterà che hanno truffato
    2)si facciano galera e non poca

    P.S.: vediamo se la redazione mi censura pure questa…

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  15. giovanni rodilosso 4 Aprile 2014 06:03

    Per il commento sulla vicenda Corsi regionali, ho già espresso la mia opinione, invece notavo che, nessuno lascia commenti firmati, tutti si celano dietro un proprio nick, se si sente il desiderio di denunciare oppure di esprimere il proprio dissenso,si trovi anche il coraggio di firmare i propri commenti,,,,Grazie, Giovanni Rodilosso

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