12 mesi di "Pace e rivoluzione" nella gestione rifiuti: risultati, problemi e obiettivi dell'era Ciacci

12 mesi di “Pace e rivoluzione” nella gestione rifiuti: risultati, problemi e obiettivi dell’era Ciacci

Francesca Stornante

12 mesi di “Pace e rivoluzione” nella gestione rifiuti: risultati, problemi e obiettivi dell’era Ciacci

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martedì 28 Aprile 2015 - 23:28

L'incontro promosso dal movimento Cambiamo Messina dal Basso per festeggiare un anno di lavoro di Alessio Ciacci è servito per fare il focus su quanto fatto fino ad oggi e prospettive future. Nessuno spazio alle polemiche da parte del liquidatore, più acceso l'intervento di Ialacqua. Assente il Sindaco Accorinti.

Pace e rivoluzione. Probabilmente festeggiare un anno di lavoro a Messina sotto questo slogan, proprio nel giorno in cui a Messinambiente è esploso il caos per gli stipendi non pagati, suona quasi beffardo. Eppure Alessio Ciacci ieri ha tracciato un bilancio di questi 12 mesi al timone della società che gestisce i rifiuti durante l’incontro promosso dal Movimento Cambiamo Messina dal Basso senza mai citare quanto era accaduto poche ore prima negli uffici di via Dogali. Assente il Sindaco Renato Accorinti, si è parlato solo di progetti, programmazione, idee, percorsi che Messinambiente ha intrapreso e che intende portare avanti, si è parlato di prospettive e difficoltà, di problemi che c’erano e ci sono ancora oggi.

Insieme al suo braccio destro Raphael Rossi, il liquidatore Ciacci ha passato in rassegna quanto fatto partendo proprio dalle difficoltà trovate fin dal suo arrivo in città. «Abbiamo capito subito che non si poteva partire da un grande percorso ma si doveva prima procedere a ristrutturare l’azienda sotto tutti i punti di vista. Siamo arrivati per puntare alla Strategia Rifiuti Zero, come già fatto in altre città, ma abbiamo compreso prestissimo che il cammino sarebbe stato lungo a causa delle tante criticità che attanagliavano società e gestione rifiuti, a partire dal livello molto basso di differenziata: un misero 4% contro il 44% di media nazionale» ha esordito Ciacci puntando però a precisare un aspetto: «Così come non si arrivi primi per caso, ad esempio Treviso che ha raggiunto quota 85% di differenziata, allo stesso modo non si arriva ultimi per caso». Dunque un inevitabile sguardo al passato, anche Ciacci non ha resistito al richiamo del “quellicheceranoprima” e ha puntato il dito contro chi ha amministrato negli anni scorsi e non si è preoccupato di mettere in atto quelle azioni nel rispetto delle leggi, contro chi ha scelto di non scegliere e non ha voluto operare in una direzione di miglioramento generale. E qui l’esempio che secondo Ciacci spiega perfettamente quali sono quelle piccole cose che anche gli amministratori del passato avrebbero potuto fare e che invece si è ritrovato a dover attuare: il compostaggio di sfalci e potature che non vengono più mandati in discarica, dove scaricare costa oltre 100 euro a tonnellata, ma che vengono spediti nei due impianti di Patti e Acireale, dove si paga 50 euro a tonnellata.

L’analisi di Ciacci è partita da quelle che sono state le azioni messe in campo fino ad oggi: «In un anno abbiamo ridotto i costi aziendali per 3 milioni di euro tagliando i servizi esterni, come il trasporto in discarica e la manutenzione dei cassonetti, e riducendo i turni festivi e gli straordinari. Abbiamo intercettato un finanziamento a fondo perduto del Comieco per la raccolta differenziata. Abbiamo operato sul personale avviando un percorso di coinvolgimento dei lavoratori per valorizzare il loro apporto di idee. Abbiamo impresso un cambio di rotta nella gestione del personale, degli acquisti e dei rifiuti, adottando un codice disciplinare che ha portato a centinaia di sanzioni, anche pesanti ma necessarie». Sanzioni pesanti ma necessarie, probabilmente un velato riferimento al licenziamento in tronco del Direttore tecnico Natale Cucè, di cui però ieri nessuno ha parlato, nonostante la bufera che si è sollevata in queste ultime settimane.

Ciacci ha invece affrontato il delicatissimo tema della piattaforma di Pace, altro argomento caldissimo da quando il Sindaco Accorinti ha siglato l’ordinanza che autorizza Messinambiente a usare la piattaforma come sito di stoccaggio dei rifiuti. Anche in questo caso senza entrare nel merito delle polemiche per le condizioni da vera e propria discarica, denunciate a più riprese fino a pochi giorni fa dai Verdi, Sel, Italia dei Valori e Partito Comunista d’Italia, Ciacci ha inserito la questione nel discorso dedicato al nuovo corso impreso alla gestione rifiuti. «Quando siamo arrivati non si rispettava alcuna normativa ambientale e, considerata l’esigenza dell’azienda di avere un sito di stoccaggio, abbiamo messo a punto tutti quegli accorgimenti per il rispetto minimo dei criteri di sicurezza». Il liquidatore ha spiegato che l’ultimo passaggio doveva essere la realizzazione della copertura per evitare di lasciare i rifiuti alla mercé di pioggia e vento, la Regione però non ha dato il via libera ai lavori, da qui la decisione concordata insieme all’amministrazione di puntare sulla vasca dell’ex inceneritore che nel giro di sei mesi diventerà il nuovo sito di stoccaggio.

Una conversione su cui non mancano le perplessità, sollevate durante l’incontro da una cittadina che da sette anni vive a 200 metri dalla piattaforma di trasferenza e che, pur facendo un plauso per le migliori condizioni in cui si trova oggi l’impianto, non ha nascosto qualche dubbio sulla scelta dell’ex inceneritore come soluzione di riserva.

Guardando al futuro l’obiettivo principale resta comunque la raccolta porta a porta, già avviata per 12 mila utenti in alcuni villaggi a nord e a sud della città, per la quale però adesso servono finanziamenti, sia quelli del Comieco che soprattutto quelli regionali, ricordando però che per questi ultimi è l’amministrazione a doversi muovere trovando la copertura finanziaria per la parte di investimento che deve fare Palazzo Zanca. E poi c’è l’impiantistica, dall’avvio dell’impianto per il trattamento della differenziata che ieri ha ospitato l’incontro al progetto del biostabilizzatore. Scelte che ieri l’assessore Ialacqua ha difeso con le unghie e con i denti, spiegando che è il contesto regionale la schiavitù dalle discariche dei privati a rendere necessaria la programmazione sull’impiantistica che renderà Messina un po’ più autonoma.

I problemi però ci sono ed è lo stesso Ciacci a spiegarli, chiamando in causa l’amministrazione comunale. «Non è tutto rose e fiori, ci sono molte spine ancora da affrontare» dice il liquidatore tirando in ballo la famosa discrasia tra i costi mensili di Messinambiente e il corrispettivo che invece il Comune eroga. Il gap sarebbe di circa 400 mila euro mensili, guai però a dire all’assessore Ialacqua che questa amministrazione, su questo aspetto, è uguale a quella Buzzanca, quando proprio Messinambiente ha accumulato una montagna di debiti. Per Ciacci questo è il nodo principale da sciogliere e la soluzione sarà nel contratto di servizio, che manca da 10 anni e sui cui si sta lavorando alacremente. «Entro il prossimo mese sarà pronta una prima bozza, stiamo cercando di costruire un contratto a lunghissimo termine che possa aiutare Messinambiente, o chiunque gestirà il servizio, a recuperare prima di tutto la fiducia e la credibilità delle banche, in modo da poter iniziare una vera programmazione a lungo termine che passa dagli investimenti».

Da Raphael Rossi invece pochissime battute e una stoccata alla macchina comunale che troppo spesso dà risposte insufficienti e obbliga il liquidatore ad distogliere l’attenzione dalla programmazione per affrontare i problemi in emergenza.

Si è parlato anche del futuro societario e della Multiservizi in cui confluirà anche il servizio rifiuti. Prima però c’è la tappa intermedia fissata al 30 giugno che, sulla carta, vede il trasferimento di servizi e personale di Messinambiente e Ato3 all’Amam. Nessuna certezza c’è però sui tempi, ma sarà questa la strategia per ricominciare ripartendo da zero, una mossa che probabilmente l’amministrazione avrebbe dovuto fare fin dal principio per staccare la spina alla lenta agonia di Messinambiente. Anche su questo fronte la strada è tutt’altro che in discesa, Ialacqua assicura che ci sono in programma diverse riunioni e che si dovrà decidere anche che forma dare alla nuova Amam che gestirà anche i rifiuti, anche dal punto di vista della struttura gestionale.

Qualunque sarà la società però Ialacqua sembra non aver intenzione di voler rinunciare alla professionalità di Ciacci e Rossi, che invece ieri ha come voluto rinsaldare la liason con il liquidatore “scippato” a Capannori e il suo inseparabile braccio destro.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. ma almeno hanno speso due parole per l’operatore di Messinambiente morto in un incidente sul lavoro ?

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  2. ma almeno hanno speso due parole per l’operatore di Messinambiente morto in un incidente sul lavoro ?

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