"Disagio sociale a Messina, servono interventi per rimediare all'abolizione del Rdc"

“Disagio sociale a Messina, servono interventi per rimediare all’abolizione del Rdc”

Redazione

“Disagio sociale a Messina, servono interventi per rimediare all’abolizione del Rdc”

Tag:

domenica 05 Novembre 2023 - 10:50

Il Comitato provinciale Arcigay "Makwan", con Rosario Duca, scrive a Giunta e Consiglio: "Va affrontata l'emergenza a supporto delle persone in difficoltà"

MESSINA – “Sosteniamo le persone e le famiglie in difficoltà. A Messina c’è un grave disagio sociale e servono interventi mirati per rimediare all’abolizione del Rdc, il reddito di cittadinanza”. Il Comitato provinciale Arcigay Makwan Messina Aps (Associazione di promozione sociale) scrive alle istituzioni e chiede che “venga avviato un iter a sostegno di tutte quelle persone e famiglie che stanno soffrendo e che venga fatto nel minor tempo possibile”. La lettera è indirizzata al sindaco Basile, all’assessora alle Politiche sociali Calafiore e ai suoi colleghi in Giunta e al Consiglio comunale. Su questo tema, Tempostretto ha intervistato proprio l’assessora Alessandra Calafiore, che ha assicurato un rafforzamento delle misure di sostegno, con particolare attenzione alla formazione.

Ma le emergenze sono davvero tante in un territorio così precario in termini economici. Come ha sottolineato di recente il presidente di “Terra di Gesù”, Francesco Certo, “il volontariato rimedia ai limiti dello Stato“.

Scrive l’Arcigay “Makwan”, con il presidente Rosario Duca (nella foto): “Gli Stati riconoscono il diritto di ogni individuo a un livello di vita adeguato per sé e per la propria famiglia, che includa un’alimentazione, un vestiario e un alloggio adeguati, nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita (articolo 11 del Patto Internazionale sui Diritti economici, sociali e culturali). Con il provvedimento legislativo che il governo in carica ha emanato in danno ai poveri a giugno, invece, con l’eliminazione dell’unico sostegno valido a favore delle/i bisognose/i, il reddito di cittadinanza, si è avuto come risultato che, solo ad agosto 2023 e solo nella città di Messina, centinaia di famiglie sono state gettate nella disperazione. E nel mese di gennaio 2024 si prevede che i numeri cresceranno ulteriormente, mentre non ha visto ancora la luce la fatidica soluzione alternativa millantata dal governo o, per meglio dire, dalla politica dei palazzi”.

Continua il documento: “Molte persone non abili al lavoro e con gravi patologie, come ricordato da qualche consigliera comunale, ma anche molti abili al lavoro – aggiungiamo noi – che, pur potendo lavorare, il mercato non offre loro possibilità diverse da lavoretti in nero per non dire sottopagati, stanno vivendo un grave disagio economico e sociale. E, si sa, la storia ce lo insegna, quando un popolo viene affamato, giustamente si ribella o è costretto a trovare espedienti per vivere e tutta la società ne paga le conseguenze. Comprendiamo che quest’atto scellerato della politica dei piani alti che colpisce le fasce popolari spinge inevitabilmente i/le cittadin* a volgere lo sguardo e la mano verso la realtà politica locale che, per il ruolo che ricopre, non può esimersi dal rispetto di quanto la Costituzione recita”.

“A soffrire maggiormente sono bambine e bambini”

E ancora: “Esiste un detto che vogliamo riportare in siciliano: Cu avi a panza china nun cunsidira a chiddu chi l’avi vacanti [chi ha la pancia piena non considera chi ce l’ha vuota]. La cosa più grave è che a soffrirne maggiormente sono e saranno bambini e bambine. E questo lascerà nella loro mente un ricordo indelebile. Ed è vergognoso che nel 2023 cittadini e cittadine debbano elemosinare un pasto, in barba a quanto scritto costituzionalmente e a quanto recita la Dichiarazione universale dei diritti umani. Le associazioni che sul territorio operano, attraverso le poche risorse in possesso, non possono sostituirsi a una politica strutturata che ragioni su provvedimenti a lungo termine, né ai doveri di questa. Né tantomeno sono in grado di assorbire la mole di richieste che si fa sempre più consistente per i motivi sopra esposti”.

Lo Sportello sociale/salute e d’ascolto

Spiega Duca: “Quest’associazione, che da circa due anni ha avviato, in rete con altre realtà locali, uno sportello sociale/salute e di ascolto sul territorio, assiste ogni giorno a crisi di disperazione di famiglie e singoli individui e cerca di rispondere attraverso le esigue risorse a disposizione alle richieste che vengono manifestate, di concerto con altre realtà. È sufficiente? Naturalmente no. La politica deve necessariamente intervenire, senza proclami o comunicati stampa sensazionalistici, di questo o quella consiglier*. O con i “vedremo”, “faremo”, “provvederemo”, di altr* che rivestono cariche decisionali, mentre le persone soffrono la fame e un disagio quotidianamente. Frasi e comunicati che hanno il sapore della beffa, specie quando giungono in prossimità delle festività natalizie o di una campagna elettorale qualsiasi”.

Di conseguenza, è la conclusione di Arcigay “Makwan”, “come associazione, nel nostro piccolo e per quanto possibile, continueremo a fare la nostra parte. Ma facciamo un appello a chi in città ha il potere decisionale assegnato dal popolo sovrano: Signor sindaco, Signor* assesor*, signor* consiglier*, c’è un’emergenza sociale, perché di questo trattasi (solo chi non vuole vederla non la vede). Un’emergenza che va dalla necessità della casa per molti – e non tocchiamo questo argomento perché molto meglio noi fa e continua a fare l’Unione inquilini -, passando all’emergenza lavoro, cibo, vestiario, etc. L’emergenza comporta che si attuino provvedimenti adeguati”.

.

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007