Ex Riviera, la Provincia vuole vendere ma il bando fa acqua.

Ex Riviera, la Provincia vuole vendere ma il bando fa acqua.

Alessandra Serio

Ex Riviera, la Provincia vuole vendere ma il bando fa acqua.

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martedì 21 Luglio 2015 - 09:01

Un bando per appaltare la vendita che diventa poi un appalto per la mediazione, andata ad un'agenzia immobiliare recentemente finita sotto inchiesta. Un successivo bando ed un avviso zeppi di potenziali contenziosi. Le offerte dei soliti noti. Ecco come Palazzo dei Leoni vuole a "liberarsi" del Riviera. Forse.

La Provincia ci riprova. Con un bando, una circolare esplicativa, un nuovo bando e un avviso, Palazzo dei Leoni riapre l’asta per la vendita del patrimonio immobiliare, in particolare del “mega pacco” ex Hotel Riviera, lo stabile di viale della Libertà acquistato dal gruppo Russotti e diventato negli anni un autentica grana mangiasoldi. Tanto che alla domanda sul costo complessivo accumulatosi negli anni, il commissario Filippo Romano risponde laconico: “Soltanto l’Ici annua è nell’ordine delle decine di migliaia di euro; anche a regalarlo avremmo risparmiato”. Ad aver trasformato il Riviera in un boomerang sono stati i contenziosi, gli stessi che sembrano annidarsi ovunque, potenzialmente, nella nuova procedura adottata oggi da Palazzo dei Leoni Data fissata per la gara: il 23 luglio prossimo. Comunque vada, Romano potrà vantare all’attivo la presentazione di diverse offerte, a differenza di altre aste andate deserte negli anni precedenti. Sul fatto che la vendita vada in porto, però, sono in molti ad avere dubbi.

Forse anche Palazzo dei Leoni stesso, visto che nell’ennesimo atto di intervento sul bando originario ha espunto la trattativa per l’ex sede Anas di via del Santo – restano le case cantoniere – ormai a buon punto. Il Commissario però la pensa diversamente: “Perché non dovrebbe farsi? Intanto vendere lo stabile sarebbe un gran passo avanti, poi si vedrà”. E sulla ex sede Anas spiega portando una buona notizia: “C’è un’offerta Anas che non potevamo ignorare e un parere della Corte dei Conti che ci consente di sottrarlo all'asta. L’Anas vuole aprire una sede diretta a Messina, mi pare una buona notizia per gli interessi della comunità. L’offerta è stata firmata dai vertici Anas, e per evitare che la trattativa fosse pregiudicata da un’offerta privata l’abbiamo espunta dal bando sul patrimonio immobiliare. Ad un privato sarebbe bastato offrire un euro in più per aggiudicarsela, invece è evidente l’interesse generale alla presenza Anas in un territorio come in nostro”.

Nella primavera 2014 Romano mette in moto la macchina. Responsabile del procedimento è l’architetto Vincenzo Gitto. La prima procedura negoziale ristretta è per “l’affidamento ad agenzia immobiliare dell’appalto della vendita di beni immobili di proprietà provinciale. Importo a base di gara: 200 mila euro. Il 20 gennaio 2015 la gara viene aggiudicata alla Italimprese di Milano, con referenti locali la Italcase di via XXIV Maggio, cioè l’agenzia coinvolta negli arresti dello scorso maggio per truffe immobiliari. Cinque le agenzie concorrenti sbaragliate, le cui offerte hanno ribassi del 2% al massimo. Quello di Italimprese supera il 30% L’11 febbraio successivo perciò Gitto riapre il verbale di gara, esamina i chiarimenti offerti dall’impresa per giustificare il ribasso che ha permesso di aggiudicarsi la gara col massimo del punteggio previsto , ne certifica la regolarità e appalta l’incarico.

Il bando fissa i criteri per aggiudicare la gara, per attribuire i punteggi alle varie offerte delle agenzie interessate: crono programma, massimo 6 mesi, stima degli immobili, eventuali operazioni di catastazione, certificazione energetica, ricerca di mercato per assegnare il valore di importo della vendita agli immobili. Tutte operazioni finalizzate alla vendita delle proprietà della Provincia, cioè. Nulla dice della valutazione e reperimento di eventuali offerte.

Il 3 aprile 2015 il Commissario Romano interviene con un atto di indirizzo: “A chiarimento di eventuali dubbi interpretativi sorti(…)il contenuto del rapporto negoziale che lega la provincia all’impresa appaltatrice del servizio non è la vendita degli immobili ma la ricerca di idonei compratori”.

I compratori arrivano. Non si sa se Italcase abbia catastato, abbia effettuato la certificazione energetica degli immobili eccetera, certamente ha reperito le offerte per il Riviera. Sono cinque. Una soltanto però offre soldi sul piatto. E’ quella dell'impresa di Alessandro La Cava: 5 milioni di euro e cocci in cambio dello stabile, il cambio di destinazione d’uso, la condizione che sia possibile accedere un mutuo. E’ l’unica offerta che offre denaro contante, quello che un ente dovrebbe incamerare dalla dismissione di un lauto patrimonio immobiliare, soprattutto in tempi di magra. La Cava condiziona la compravendita al mutuo. Interessato al Riviera sembra essere però ben altro colosso.

C’è la Giosir del Gruppo Sigma, la holding locale di Antonello Giostra. Il costruttore, passato indenne da diverse inchieste giudiziarie anche attraverso una sapiente opera di dislocazione dei centri di interesse e fortunate operazioni in europa e oltre oceano, sembra essere, oggi come 20 anni fa, uno dei pochi operatori economici messinesi a vantare reale capacità economica, liquidità da investire. E ancora in tanti lo tirano per la giacchetta quando ci sono affari interessanti. L’offerta della Giosir sembra quella meglio concertata con Palazzo dei Leoni: si rende disponibile a realizzare un controvalore a nuovo di 2mila metri quadri su un terreno della Provincia a Santa Margherita, già individuato nell’area facente parte dell’istituto tecnico agrario Cuppari, dove lo stesso Cuppari potrebbe allocare aule e altri locali, su progettazione della Provincia.

Un locale da adibire a scuola, in particolare per allocarvi il nautico Caio Duilio, lo offre anche Nino Giordano con la Nuova Parnasso, che offre la permuta di quasi 3300 metri quadri a Maregrosso. Da ristrutturare, in zona zir-zis. “Fornito di buona visibilità e parcheggi, facente parte di un plesso direzionale in corso di completamento, di grande pregio estetico e commerciale”, così lo definisce l’architetto Gitto nell’avviso di gara. A differenza di Giostra, Giordano è ancora sotto i fari degli investigatori: coinvolto nell’inchiesta Teckno sugli appalti al Cas, sotto lo scanner della Dia, non ha ancora ricevuto l’avviso di conclusione degli accertamenti e per lui si profila un più che probabile processo.

Altre due le offerte presentate attraverso la Italcase: una della Igc della stessa Italimprese, che si propone come “coordinatrice e sviluppatrice della ristrutturazione dell’immobile, attraverso la realizzazione a costo zero” che fa pensare alla “svendita” ad un fondo immobiliare. Infine la permuta della GFM con 2500 metri quadri di appartamenti pronti per essere venduti.

Il fatto di permutare anziché alienare patrimonio immobiliare per far cassa non è una stranezza, secondo Romano. Forse perché a regalarlo, il Riviera, ci si guadagna. Un po’ perché “Se mi offrono una scuola?”. E la moneta sonante dei La Cava? Non sarebbe contante: “E’ condizionata alla concessione di un mutuo bancario, e le offerte condizionate non possono essere accettate”. Poi chiede il cambio di destinazione d’uso: “Mantenere un albergo, anziché costruire appartamenti, è comunque mantenere uno spazio pubblico, quindi di interesse per la collettività. Senza contare che in passato l’impossibilità di cambiare la destinazione d’uso, col Comune e Provincia ai ferri corti, è stata una delle principali grane. Certo, i tempi sono cambiati, i rapporti tra i due enti sono diversi…

Gli altri criteri di assegnazione del punteggio vengono fissati nell’avviso – determina 629 del 25/06/2015. L’avviso interveniente in una fase successiva all’apertura del bando e dopo la negoziazione di Italcase, quindi dopo anche l’offerta dei La Cava condizionata al mutuo, condizione pressoché ovvia nel caso di progetti di tale entità. Nell’avviso, la determina dirigenziale 560 del 29 maggio 2014 viene determinata “avviso pubblico (…)tendente a selezionare operatori privati (…) al fine di avviare una successiva fase di procedura negoziale …, mentre il titolo originario era “l’affidamento ad agenzia immobiliare dell’appalto della vendita di beni immobili di proprietà provinciale”. Corregge il tiro, recependo la nota esplicativa di Romano sui compiti dell’agenzia quindi, anche se ex post e comunque dopo aver regolarizzato e assegnato una gara che aveva come criteri di scelta quelli propedeutici alla vendita degli immobili e non alla selezione delle offerte, e dove da nessuna parte veniva specificato che sarebbe intervenuta una successiva gara per la vendita.

Non è l’unica pecca dell’avviso. A proposito del Riviera, l’avviso da conto delle 5 offerte già pervenute tramite agenzia, quasi a dare una indicazione su quella che dovrebbe essere l’offerta da cui partire per presentarne una migliorativa. Soltanto che le offerte già pervenute sono indicate molto genericamente, non viene indicato il valore degli immobili offerti, non viene indicato come reperire le informazioni relative, infine l’inciso finale sembra dire che il “migliorativo” è da intendersi rispetto alla propria offerta, poiché è scritto, sottolineato: “Attenzione: i concorrenti che hanno già fatto pervenire(..)le loro offerte che saranno oggetto di valutazione (…) possono alla luce delle altre offerte pervenute, rimodulare la loro offerta in tutto o in parte o in relazione alle altre offerte presentate una offerta al rialzo ….”. In ogni caso l’offerta migliorativa è quella di Giordano.

Se la gara andrà a buon fine non si sa, quindi. E’ certo invece che il potenziale rischio contenziosi, nel caso non venga ritirato in autotutela, è alto anche per altri motivi. E’ motivo di impugnazione e nullità, per esempio, quello che potrebbe sembrare un semplice errore formale: l’avviso indica quale data di gara martedì 23 luglio 2015, che però è un giovedì.

Poi non dice molto del deposito cauzionale. Non ne fa affatto riferimento nella fase di formulazione delle offerte, ma soltanto nel bando, ove chiarisce che verrà restituito ai concorrenti e soltanto il vincitore regolarizzerà successivamente il pagamento. Ma quale sarebbe la percentuale di deposito cauzionale da versare? E con quali modalità (bonifico, assegno nella busta con le offerte)? Anche questo non è indicato. Ai concorrenti interessati che si sono rivolti agli uffici, i responsabili han detto di non preoccuparsi, che non avrebbero tenuto conto dell’assenza o della presenza del deposito cauzionale allegato all’offerta. Ordinariamente si tratta di un requisito esplicitamente e dettagliamente richiesto, pena esclusione tassativa.

Ultimo passaggio: l’appalto vinto da Italcase è per 200 mila euro, la cui copertura è certificata dal dirigente di Palazzo dei Leoni, Calabrò. Nel bando di gara si fa esplicito riferimento al fatto che l’agenzia incasserà “la percentuale d’agenzia” soltanto a vendita avvenuta, dal compratore, alla stesura del rogito. Se l’agenzia realizza più di 200 mila euro la differenza va alla Provincia. I 200 mila euro sarebbero quindi la percentuale d’agenzia stimata? Perché sembra l’ammontare dell’appalto per lo svolgimento del servizio, visto anche che c’è bisogno del parere di regolarità contabile di Calabrò. Da pagare comunque, perciò. “L’agenzia viene pagata se viene effettuata la vendita”, ribadisce Romano. E se la vendita non va in porto? Sul punto, come su altre richieste di chiarimento, Gitto è trincerato dietro il silenzio e di parlare con la stampa del Riviera non vuole proprio saperne.

Infine, un cenno alla complessa storia del Riviera. Partendo dagli importi fissati a base d’asta. Quello deliberato dall’ormai ex consiglio provinciale è di poco meno di 13 milioni di euro – spiega l’avviso del 25 maggio – il valore proposto dall’agenzia quasi 8 milioni di euro. 20 milioni 700 mila euro l’importo a base d’asta che aprì nel 2013 Palazzo dei Leoni, alla guida ancora Nanni Ricevuto . A quella data l’immobile era già costato fior di quattrini di manutenzione, ici, parcelle legali e contenziosi. E soltanto una colonna dello stabile è stata aggiudicata, 3 o 4 appartamenti oggi occupati, con ingresso indipendente rispetto allo stabile principale. Acquistato negli anni ’80 dagli imprenditori Russotti, avrebbe dovuto essere ristrutturato dallo stesso gruppo Russott Finance. La bozza di accordo sottoposta a Palazzo dei Leoni proponeva tre soluzioni: la vendita per 23 miliardi, la vendita con ristrutturazione senza facciata in vetro per 24 miliardi, la vendita con ristrutturazione e facciata in vetro per 27 miliardi di lire. Palazzo dei Leoni scelse la terza opzione, comprensiva dell’immobile di proprietà della SOAMe Spa, la società che aveva il riviera prima della Russotti, e che ha venduto la colonnina indipendente.

Alla fine la Provincia, presidente Pippo Naro, compra lo stabile del Ringo a oltre 30 miliardi di lire, alla fine del 1989. Al preliminare si arriva però con accordo rivisto, e viene siglato nel ’91 l’acquisto dalla Russotti per circa 29 miliardi di lire. Palazzo dei Leoni avrebbe dovuto pagare ai Russotti una prima trance di 11 miliardi, più Iva e registrazione. Un anno bastò per l’istaurarsi del contenzioso tra Russotti e Palazzo dei Leoni, col gruppo imprenditoriale che contestò il mancato pagamento delle rate, mentre la Provincia rivendicava il mancato avvio dei lavori di ristrutturazione e quindi la mancata immissione nella proprietà – col gruppo che ribatteva che i cantieri sarebbero stati avviati soltanto a pagamento della rata avvenuta. Il contenzioso viene risolto soltanto alla fine del decennio successivo: vincono i Russotti, che incassano a rate, con interessi e rivalutazione. A rate incassa anche l’avvocato che ha trattato il contenzioso per conto di Palazzo dei Leoni per la bella parcella di quasi un milione di euro, che l’ente di via Cavour ha pagato soltanto in minima parte.

Se a queste cifre (prima rata di 11 miliardi, risarcimento alla Russotti, oneri legali, altri oneri nascenti dal contenzioso) ci si aggiungono le tasse e i costi di manutenzione, è facile capire perché alla domanda sul costo complessivo Romano ribatta: “E’ una bella domanda, ho chiesto diverse volte agli uffici preposti di farmi avere una cifra, non l’ho ancora avuta, la verità è che probabilmente hanno paura a dirmelo”.

(Alessandra Serio)

2 commenti

  1. ALLORA ERA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA NARO

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  2. ALLORA ERA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA NARO

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