Licenziati, abbandonati e dimenticati: la triste saga degli ex lavoratori di Casa Serena

Licenziati, abbandonati e dimenticati: la triste saga degli ex lavoratori di Casa Serena

Francesca Stornante

Licenziati, abbandonati e dimenticati: la triste saga degli ex lavoratori di Casa Serena

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mercoledì 08 Marzo 2017 - 17:26

Due anni fa erano stati licenziati perché a Casa Serena erano ormai in esubero, l'amministrazione Accorinti aveva garantito una ricollocazione, ma ad oggi un piccolo gruppo degli 11 operatori chiedono ancora risposte. Al loro fianco la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile.

Per un amaro scherzo del destino furono licenziati il 1 maggio del 2015. Nel giorno dedicato al lavoro e alle lotte per i diritti dei lavoratori, 11 operatori storici di Casa Serena venivano tagliati fuori dai servizi offerti dalla casa di riposo di Montepiselli. Fu l’epilogo di una vertenza lunga e complicata. Iniziò la loro battaglia nella speranza di salvaguardare un posto di lavoro dopo venti o trent’anni di attività per conto del Comune. L’amministrazione comunale aveva garantito loro una sistemazione, la giunta Accorinti aveva esitato una delibera per dare mandato al Dipartimento servizi sociali di predisporre gli atti amministrativi per realizzare i servizi di segretariato sociale e centro diurno per anziani da assegnare con regolare gara d’appalto, secondo quelli che erano i progetti di Nino Mantineo. Nello stesso atto l’amministrazione diceva anche al Dipartimento all’epoca retto da Giovanni Bruno che le risorse per realizzare questi progetti c’erano, alla luce del fatto che le risorse per il 2015 sarebbero state le stesse dell’anno precedente. E si precisava che il personale utilizzato per l’attivazione e il funzionamento deli servizi doveva essere quello risultato in esubero da Casa Serena. In teoria dunque l’amministrazione aveva dettato l’indirizzo da seguire. Nel frattempo però sono passati due anni e non è accaduto nulla. I lavoratori sono rimasti senza sussidi e senza lavoro, qualcuno si è arreso, qualche altro ancora invece prova a lottare. Anche l’assessore Nina Santisi aveva garantito che si sarebbe trovata una soluzione. Ma i nuovi bandi recentemente pubblicati non contemplano la ricollocazione di questi operatori. A Casa Serena non rientreranno perché dopo i tagli di anziani e personale l’assessore ha deciso di mantenere l’assetto dei 50 ospiti. Nessun’altra sistemazione neanche negli altri servizi.

Oggi sono rimasti in pochi, ma vogliono sapere che ne sarà di loro. Si sentono scaricati e abbandonati da tutti, chiedono all’assessore Nina Santisi perché proprio per loro non è stato possibile mantenere gli impegni che l’amministrazione Accorinti si era assunta. Hanno tra i 40 e i 50 anni e non vedono grandi opportunità lavorative alternative in una città in cui il lavoro non c’è neanche per i giovani. E adesso vogliono risposte.

In campo al loro fianco scende anche la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile che ricorda proprio i provvedimenti che la giunta aveva esitato per salvaguardare questi lavoratori. «L’atto di Indirizzo del marzo 2015 per la “Realizzazione di Servizio di Prossimità Territoriale e Centro Sociale per Anziani” prevedeva di realizzare i due servizi inserendo nei Bandi di Gara la clausola di impegno per gli Enti aggiudicatari di utilizzare il personale impiegato a Casa Serena risultato in esubero al momento della contrazione dei posti disponibili al ricovero degli anziani della città». Un atto che, ricorda la Barrile, nasceva da un complesso e travagliato percorso in cui le parti coinvolte, lavoratori storici – assessore Mantineo – VI Commissione Consiliare – sindacato, erano riusciti a trovare soluzione ad un’emergenza occupazionale che creava non poche problematiche ai lavoratori tagliati fuori da un’insufficiente programmazione della contrazione dell’attività assistenziale dell’unica Casa di Riposo Comunale. «Seguì, nel dicembre 2015, l’indicazione dell’assessore Santisi all’allora Dirigente del Dipartimento delle Politiche Sociali, di inserire la clausola di salvaguardia nei capitolati d’onere dei bandi di gara da emanare in cui gli enti aggiudicatari, a completamento di qualsiasi vuoto d’organico, avrebbero dovuto assumere i lavoratori nel rispetto dei profili professionali posseduti ed in relazione alle professionalità resesi disponibili». Alla luce di questi fatti, la Barrile chiede che notizie ci siano sia rispetto la creazione del Centro Sociale per Anziani, che avrebbe dovuto colmare un vuoto considerevole nei servizi sul territorio, che riguardo la promessa collocazione dei lavoratori ancora inoccupati e non più fruitori degli ammortizzatori sociali.

Francesca Stornante

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